Caso Khrystyna Novak, Lupino si dice innocente e non risponde al gip
Ci sono aggiornamenti sul caso Khrystyna Novak, la vicenda di Corte Nardi (Orentano, frazione di Castelfranco di Sotto) per cui è in carcere Francesco Lupino.
Stando alla stampa locale, adesso gli inquirenti si concentrano su una pistola sequestrata al tatuatore: si deve capire se è quella l'arma che avrebbe ucciso la 29enne di origini ucraine.
Le indagini vanno avanti e Lupino è ancora in carcere. Sentito nei giorni precedenti, oggi è stato davanti al Gip e si è avvalso facoltà di non rispondere.
Durante il videocollegamento si è svolto l'interrogatorio di garanzia ma Lupino, assistito dall'avvocato Valentina Marcucci, ha preferito non rispondere alle domande del giudice. "Lupino - ha poi spiegato Marcucci - respinge le accuse e nega di essere il responsabile delle cose per le quali è accusato e finito in carcere. La scelta di restare in silenzio è puramente tecnica e legata alla necessità di valutare a fondo gli atti originari di indagine in mano alla procura e valutare anche l'esito della perquisizioni fatte. La pistola sequestrata a Lupino, infatti, non può essere l'arma del delitto perché non corrisponde al calibro di quella descritta tra gli indizi che hanno portato alla custodia in carcere".
Lo stesso Lupino ha avuto modo di dirsi estraneo ai fatti e afferma che l'arresto sia un errore. Già nelle interviste precedenti alla svolta di pochi giorni fa, Lupino era convinto si trattasse di un lavoro "fatto da professionisti".
Il movente del caso di Corte Nardi prende sempre più forma. Novak voleva tirar fuori il compagno dai loschi traffici di droga e armi col 49enne, Lupino inoltre aveva paura che la donna potesse rivelare alle forze dell'ordine dettagli sugli 'affari' criminosi.
L'accusa di omicidio rimane in piedi, come quella della soppressione del cadavere. Il corpo di Novak, difatti, non è ancora stato trovato. Dalle indagini per ora è fuori la compagna di Lupino, che in questi giorni non si dà pace per l'arresto del partner.