Franco Castellani, il ricordo del padre deportato a La Stanza di Vetro su Clivo - canale 680
È diventato da poco presidente onorario dell’Aned, ma la sua vita l’ha spesa – da sempre – per raccontare la storia di suo padre, Carlo Castellani, ex calciatore dell’Empoli degli anni Venti, deportato e morto in un campo di concentramento.
Ospite della puntata di questa sera a La Stanza di vetro (in onda alle 21,40 su Clivo Tv, canale 680 dt.) è Franco Castellani, figlio di Carlo, che ci racconterà quel che ricorda di quel triste 8 marzo del 1944 e di quanto, in seguito ha saputo attraverso la mamma Irma.
Quel giorno nell’Empolese Valdelsa furono deportati decine di uomini, perché dalla Germania era arrivato l’ordine di prelevare almeno un quarto delle persone che avevano partecipato allo sciopero di inizio mese.
Uno sciopero non politico, ma per chiedere migliorie sociali ed economiche.
Quando i militari bussarono alla porta della famiglia Castellani, a Fibbiana, quasi all’alba di quell’otto marzo, chiesero di David, che era finito nella lista nera non perché avesse partecipato allo sciopero (era un commerciante) ma aveva avuto un diverbio, al mercato, con un gerarca fascista. David era indisposto, malato, a letto. Così Carlo, credendo che quella convocazione in caserma fosse solo una formalità chiese di andare al suo posto.
Fu così che, insieme agli altri montelupini fu prima portato a Firenze, poi con un carro bestiame ferroviario, dopo tre giorni di viaggio, fu portato a Mauthausen. Lui fu destinato ai lavori del campo di Gusen, dove si costruivano parti di armi. E lì, probabilmente a causa del cibo che gli veniva dato, si ammalò di dissenteria e morì.
Franco Castellani a La Stanza di Vetro ci racconterà questa storia, ma anche come ha vissuto la figura del padre, come la famiglia seppe della sua morte e del suo impegno per tramandare ai giovani la memoria di Carlo Castellani.
A Carlo castellani è intitolato lo stadio di Empoli e quello di Montelupo: Sono gli unici impianti calcistici d’Italia che commemorano un deportato nei lager nazisti.
Lo scorso otto marzo, in occasione della commemorazione della deportazione a Empoli, è stata apposta una corona anche alla lapide messa in sua memoria allo stadio di calcio.