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Aou Careggi, Opi Fi-Pt: "Rivedere la gestione"

«Occorre salvaguardare il livello professionale degli infermieri, motivarne il capitale umano, valorizzandone il potenziale e le competenze». È questa la richiesta fatta all’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, dall’Ordine interprovinciale delle Professioni Infermieristiche di Firenze e Pistoia, nello specifico relativa al Comparto operatorio blocco B padiglione 12 DEAS Careggi. Una richiesta che arriva a seguito della segnalazione di molti iscritti all’Ordine. A tal fine, Opi Firenze-Pistoia propone di procedere a una mappatura delle competenze.

«Occorre identificare i professionisti che potrebbero crescere velocemente e sviluppare dei piani di formazione pertinenti - spiega il presidente dell’Ordine interprovinciale delle professioni infermieristiche Firenze – Pistoia, Danilo Massai -. Si tratta di fare un inventario delle competenze già presenti all’interno dell’azienda, di quelle che devono essere sviluppate e del livello di ciascun professionista in funzione delle esigenze professionali. Costruendo un legame chiaro tra i ruoli e le competenze richieste, le risorse umane possono rendere la mobilità più facile». E ancora, secondo OPI Fi-Pt occorre dare visibilità ai percorsi di carriera interni, favorire il coinvolgimento e creare una cultura aziendale della mobilità interna, rendendola una prassi ben vista e supportata dall’azienda. Rientra in questo piano di revisione anche la comunicazione interna. «Ormai fa parte delle attività quotidiane delle risorse umane – dice Massai - ed è importante che si dia risonanza ai progetti volti a coinvolgere il personale. Dare fiducia ai propri professionisti significa credere nella loro capacità di crescita e sviluppo professionale, investendo sulla loro formazione e crescita». L’Ordine vede di buon occhio la mobilità interna al fine della riorganizzazione, ma facendo attenzione alle tempistiche. «Progetti del genere devono tenere conto dei cicli aziendali – si legge nella lettera che Opi Firenze-Pistoia ha inviato a Careggi - e nello specifico dei cicli di ciascun team in modo da non impattare sull’operatività, sottraendo una risorsa finché non verrà sostituita».

L’Ordine, inoltre, invita la direzione aziendale a soprassedere al progetto di revisione dei modelli organizzativi in essere fin tanto che gli infermieri addetti alle sale operatorie non abbiano le competenze necessarie a gestire le procedure chirurgiche nei setting in cui saranno adibiti. E si chiede particolare attenzione per gli infermieri che sono chiamati in sostituzione nell’ aggiunta dell’equipe stabile.

La lettera viene conclusa invitando il Dipartimento delle professioni sanitarie a disporre di programmi e progetti volti a evitare lo stress da lavoro correlato e disporre di modelli organizzativi di settore che garantiscano l’adeguato esercizio professionale, basato su conoscenze, competenze e responsabilità consapevoli.

Fonte: Ufficio stampa

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