Covid, Montemurlo in lutto per la scomparsa dello storico carrozziere Mauro Bolognini
Il Covid a Montemurlo fa la sua venticinquesima vittima dall'inizio della pandemia, giusto un anno fa. Ieri, 15 marzo, all'ospedale Santo Stefano di Prato è morto Mauro Bolognini, 75 anni, titolare dal 1968 della carrozzeria Primacar di via Alfieri a Montemurlo.
Una persona conosciutissima in città, come ricorda commosso il sindaco Simone Calamai: «La scomparsa di Mauro Bolognini colpisce tutta la comunità montemurlese, dov'era apprezzato e ben voluto da tutti per il suo lavoro di carrozziere, che aveva svolto con onestà e dedizione fino a pochi anni fa. In segno di cordoglio mi stringo alla famiglia Bolognini in questo triste momento. Il decorso della malattia è stato rapidissimo. La morte di Mauro, così come quelle degli altri montemurlesi scomparsi a causa del Covid, ci lasciano sgomenti per l'impossibilità dei parenti di poter star vicini ai propri cari negli ultimi istanti di vita. Un virus cattivo che dobbiamo combattere con forza e l'unica strada per farlo è la vaccinazione di massa». L'ultima volta che il figlio Giacomo ha visto il padre è stato qualche giorno fa, grazie ad una video chiamata fatta dal reparto di terapia intensiva dell'ospedale dov'era ricoverato.
Bolognini era originario di Canapale (Pistoia) e alla fine degli anni Sessanta si era trasferito a Montemurlo dove aveva aperto la sua officina, chiusa solo da pochi anni fa per andare in pensione dopo tanto lavoro. Mauro Bolognini stava bene, era un uomo attivo e dinamico, solo che quindici giorni fa aveva avuto un piccolo incidente nel bosco e l' echimosi ad una gamba e qualche linea di febbre avevano spinto il medico di famiglia a richiedere approfondimenti in ospedale. Purtroppo, però, con il ricovero era giunta anche la notizia della scoperta del Covid. In pochi giorni la malattia si è aggravata e ieri a causa di complicanze respiratorie Mauro Bolognini si è spento.
«Quando aveva aperto la sua carrozzeria, in un primo tempo insieme a Moreno Vezzosi, in via Alfieri - ricorda il figlio Giacomo - c'era solo l'officina, due case e per il resto solo campi. Mio padre ha visto cambiare la città in questi anni di lavoro. Era un uomo integerrimo, coerente, la sua parola valeva come un contratto. A me e a mia sorella Donatella (avvocato a Prato n.d.r) attraverso i suoi comportamenti, ha trasmesso il senso del dovere, l'onestà, la correttezza e la certezza di poter raggiungere qualsiasi obbiettivo attraverso il lavoro, l'impegno e la dedizione. Proprio come aveva sempre fatto lui in officina, dove lavorava anche durante i giorni di festa se c'era da rispettare un impegno preso con un cliente. E poi diceva sempre “le cose si fanno in un solo modo:bene”, per lui non c'erano scorciatoie». In queste ore a Giacomo Bolognini stanno arrivando tantissimi messaggi di cordoglio da amici, conoscenti e dalle tantissime persone che il padre aveva avviato al lavoro e che aveva aiutato in momenti difficili: «Ricordo che il babbo ha formato tanti giovani in questi anni, ha aiutato colleghi che avevano perso il lavoro, ha accolto giovani immigrati, perché per lui contava solo la volontà e la voglia di applicarsi. Se c'erano questi requisiti il babbo aiutava tutti», conclude il figlio Giacomo.
Fonte: Comune di Montemurlo - Ufficio stampa