Speriamo che sia femmina in onda per Stasera a Teatro su Clivo - canale 680
Torna in scena, anche se solo sul piccolo schermo, la riduzione teatrale del capolavoro di Mario Monicelli “Speriamo che sia femmina”. A riproporla è il ciclo di appuntamenti curato da Marco Predieri su Clivo Tv, canale 680 del digitale terrestre, “Stasera a teatro”, l’unica stagione di prosa organicamente trasmessa da un'emittente regionale, in collaborazione col Teatro di Cestello. L'appuntamento è per domenica 14 marzo, in prima serata alle 21,30. Lo spettacolo, nella riduzione di Mauro Cesari, dalla sceneggiatura originale di Monicelli e Tullio Pinelli, è andato in scena in prima nazionale nell’aprile 2019, con la regia di Marco Predieri, che ha scelto per la vicenda un'ambientazione contemporanea, pur mentendo intatta la storia e la struttura narrativa.
“Dagli anni Ottanta molto è cambiato nelle società – spiega il regista - la tecnologia ha rivoluzionato le abitudini quotidiane, ha reso tutto più rapido, nevrotico, ma ciò che rimane immutabile è la natura umana, con i suoi tormenti, i suoi calcoli e gli stereotipi, anche quelli sulla famiglia e la condizione delle donne. La mia trasposizione al presente in fondo racconta questo, è più un fattore estetico, per il resto la forza delle protagoniste, la loro visione sul mondo il loro modo di affrontare le difficoltà e ricondurle a soluzione, con un meccanismo che è propriamente femminile, restano oggi più attuali che mai. Per me come per il mio sesso, è una bella lezione confrontarsi con questa vicenda matriarcale, quasi uno studio necessario, del resto non è un caso se gli autori, i registi e gli adattatori di questo copione sono tutti uomini”.
La messa in onda dello spettacolo è come sempre preceduta da una puntata introduttiva condotta dallo stesso Marco Predieri, che in questa occasione avrà ospite Maria Rita Scibetta, una delle protagoniste. Nel cast inoltre Angela Tozzi, Concetta Lombardo, Remo Masini, nel ruolo dello zio Gugo, Graziano Dei, Raffaele Totaro, Marianna Minio, Chiara Collacchioni, Alessandro Benedetti e Sandro Trippi.
Fonte: Teatro del Cestello