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Priorità alla Scuola, lettera ai sindaci contro la chiusura delle scuole

Oggi, 10 marzo, in molti comuni toscani, insegnanti, genitori e cittadini che condividono le battaglie di PAS (Priorità alla Scuola) hanno inviato questa lettera ai sindaci, per richiamare l'attenzione sul costo sociale, oltre che educativo, della chiusura delle scuole. La didattica a distanza è stata una misura emergenziale, che PAS ritiene non possa essere considerata oggi un'alternativa valida al servizio prezioso offerto dalla scuola.

Gentile Sindaco,

negli ultimi giorni sindaci e assessori di alcuni Comuni toscani si sono pubblicamente schierati a difesa dell’apertura delle scuole, anche rivolgendosi alle istituzioni nazionali per sensibilizzare il governo a tutelare i diritti dei minori e quello all’istruzione in particolare. La chiusura delle scuole non dovrebbe essere presa in considerazione in zona arancione, e scongiurata persino in zona rossa. Questo vale tanto più per i servizi educativi e dei cicli inferiori (nidi, infanzia, primaria, secondaria inferiore) che per definizione sono scuole di prossimità e pertanto non comportano problematiche per il trasporto pubblico, che sappiamo essere la vera criticità pagata dal sistema scolastico in questi mesi, insieme all’intasamento dei servizi di prevenzione sanitaria.

Con la presente siamo a chiederLe di esprimersi pubblicamente a difesa dell’apertura delle scuole nel nostro Comune.

Le chiediamo questo poiché oggi siamo a dodici mesi dalla prima chiusura delle scuole nel 2020, e ormai conosciamo bene i danni che questa situazione ha provocato a bambini, bambine, ragazze e ragazzi. Un’altra chiusura continuerà a danneggiare i minorenni, in termini psicofisici e formativi. Un’esperienza di dodici mesi ci ha detto anche che i più piccoli non sono in grado di gestire la didattica a distanza né da un punto di vista organizzativo né emotivo, e questo ha un impatto enorme sulle famiglie. Tutte le famiglie condividono le stesse difficoltà, ma sappiamo che sono quelle più fragili – sul piano sociale, economico, culturale – a pagare di più.

Le conseguenze della chiusura di ogni ordine e grado di scuola, di nuovo, si riverseranno inevitabilmente sulle famiglie,  già vessate psicologicamente ed economicamente, costringendo soprattutto le donne a ulteriori sacrifici. Alcuni saranno costretti a far ricorso ai nonni, proprio quella categoria considerata fragile e a rischio, ma su cui moltissime famiglie si appoggiano non potendo fare diversamente.

L’esperienza di dodici mesi ci ha indicato che la chiusura delle scuole ha un impatto fortissimo sull’intero tessuto sociale. Non è più sopportabile, e pertanto Le chiediamo di prendere posizione, in qualità di Sindaco, a tutela della cittadinanza – di ogni età – che amministra, e della sua salute intesa così come l’OMS la definisce sin dagli anni Cinquanta: “uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia”.

Si aggiunga che la Regione Toscana ha fortemente voluto sostenere l’apertura delle scuole, dimostrandolo con i fatti: lo attesta la campagna vaccinale per il personale scolastico che ha già raggiunto una altissima percentuale dei lavoratori e lavoratrici del mondo della scuola.

Nella valutazione della sicurezza all’interno delle scuole e della ‘tenuta’ del sistema scolastico, questo aspetto va considerato con grandissima rilevanza. Nella nostra Regione, sarebbe incomprensibile una chiusura delle scuole giustificata con la necessità di accelerare un piano vaccinale che è già avanzato speditamente a scuole aperte, riscuotendo consenso e fiducia. Al contrario, vaccinare una categoria e poi lasciarla a casa, mentre altre – non contemplate tra le priorità del piano vaccinale – continuano a lavorare a continuo contatto con la collettività costituirebbe un atto incomprensibile e sconcertante.

Certi della Sua attenzione  nei confronti della Comunità che rappresenta le porgiamo i nostri saluti più cordiali.

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