Pistoia boccia il piano del Consorzio di Bonifica sulla nuova sede da mezzo milione di euro
Una sede amministrativa a Firenze, in affitto, dal costo di 395mila euro all’anno più iva, in cui trasferire gli impiegati del Consorzio di Bonifica Medio Valdarno.
L’ordine del giorno presentato durante l’ultima assemblea consortile è stato bocciato dal Comune di Pistoia, che già precedentemente all’incontro, con lettera firmata dal sindaco Alessandro Tomasi, aveva chiesto al presidente del Consorzio, Marco Bottino, alcuni chiarimenti sull’operazione di trasferimento delle sedi.
In sostanza il Consorzio ha deciso di concentrare gli uffici amministrativi in un’unica sede, dismettendo e destinando al mercato gli edifici - di proprietà - finora utilizzati a livello locale, come quello di via Traversa della Vergine a Pistoia.
Contestualmente alla realizzazione di un’unica sede amministrativa però, il Consorzio avrebbe dovuto garantire una sede operativa a Pistoia, concentrando qui i mezzi di intervento per le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria sugli argini e sui corsi d’acqua di competenza, il personale tecnico e anche il personale impiegato nel front office. Alla fine per Pistoia il saldo sarebbe stato positivo sia in termini di addetti presenti a livello locale che, naturalmente, di mezzi, visto il perdurare dell’assenza di una sede operativa sul territorio.
Mentre però su questa parte del piano – ovvero sulla sede operativa di Pistoia – le procedure sono appena state avviate dal Consorzio, sugli uffici, al contrario, le operazioni sono andate avanti spedite, tanto che nelle scorse settimane il presidente Marco Bottino ha comunicato all’assemblea l’individuazione di una nuova sede, che è poi risultata essere quella di Firenze, Quartiere 5, con un affitto da quasi mezzo milione di euro (iva compresa) all’anno.
A seguito di questa comunicazione, il sindaco Tomasi ha espresso le forti perplessità del Comune, che si sono poi concretizzate nel voto contrario dell’assessore Alessio Bartolomei in assemblea.
Il Comune di Pistoia, in linea di principio d’accordo con una razionalizzazione che vada ad abbattere i costi e che porti ad un migliore efficienza nei servizi, approfondendo la questione presentata da Bottino, ha subito ribadito la preoccupazione sia per un possibile impoverimento del territorio dal punto di vista dei servizi (nel caso in cui la sede operativa restasse solamente una previsione), sia per l’entità della spesa di affitto, specialmente in un periodo come quello attuale, che non sembra andare verso un taglio dei costi.
Uno dei punti su cui il sindaco ha chiesto di fare chiarezza è, infatti, quello dei conti. A fronte dell’oneroso affitto, il Consorzio prevede entrate attraverso le locazioni degli immobili di proprietà – quelle cioè ad oggi ancora attive - per 188.868 euro all’anno (non viene specificato se con iva o senza). Ad esempio sull’edificio di via Traversa della Vergine viene prevista un’entrata da locazione di 49mila 416 euro all’anno.
Il rischio è che la previsione non si concretizzi e che si vadano di conseguenza a intaccare risorse di bilancio o, peggio ancora, ad effettuare tagli sui servizi.
E’ stata formalmente richiesta al Consorzio una valutazione di congruità degli affitti attivi e passivi e una delucidazione sulla proprietà effettiva del bene individuato per la nuova sede, visto che risulta intestato ad una società fiduciaria.
È stato poi ribadito, in assemblea, che un’eventuale nuova organizzazione degli uffici consortili, con il conseguente trasferimento a Firenze di una parte degli impiegati, dovrà necessariamente andare di pari passo alla realizzazione di una sede operativa a Pistoia. Previsione al momento ancora in fase embrionale.
Per tutti questi motivi, il Comune di Pistoia si è opposto alla decisione del Consorzio.
Nel frattempo il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno con cui viene chiesto al presidente Bottino di chiarire alcuni aspetti dell’operazione sulla sede unica amministrativa prima di procedere, vista anche l’enorme quantità di risorse economiche che sarebbero impiegate.
Fonte: Ufficio Stampa