La nostra storia, incontri online su '1944 deportazione politica a Firenze, Prato ed Empoli'
Fermavano tutti quel mattino di marzo… Siamo nel marzo del 1944, nei giorni dello sciopero generale, di dimensioni impressionanti, proclamato nell’Italia centro-settentrionale in piena occupazione nazista con le parole d’ordine pane, pace, lavoro e libertà. Lo sciopero purtroppo aprì le porte dei lager a migliaia di deportati per motivi politici, operai e militanti antifascisti, ma anche persone che non avevano niente a che fare con la protesta, rastrellate per rappresaglia e per ingrossare le fila di uomini e donne in grado di lavorare come schiavi a favore dell’industria bellica tedesca.
A Firenze, Prato ed Empoli la deportazione politica rappresenta una pagina di storia importante e quest’anno per la prima volta le voci della memoria e il racconto di ciò che accadde nei tre territori compongono un quadro unitario, grazie alla collaborazione fra ANED nazionale, Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea e Museo della Deportazione di Prato, e danno vita a un ciclo di incontri online dal titolo “Deportazione politica, una pagina della nostra storia”.
“L’8 marzo è una data molto significativa, molti dei nostri parenti partirono proprio con quel convoglio diretti a Mauthausen: un viaggio che portò tanti di loro alla morte e cambiò per sempre la vita dei superstiti – racconta Laura Piccioli, presidente della sezione fiorentina di ANED - Oggi le loro testimonianze sono portate avanti dai consiglieri della nostra associazione, un dovere civico nei confronti della nostra comunità.”
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Foto deportati al lavoro nel campo di Mauthausen, 1942 United States Holocaust Memorial Museum, courtesy of National Archives and Records Administration, College Park
“La deportazione politica è una pagina specifica e rilevante della Resistenza, anche per il nostro territorio, da cogliere nel contesto della guerra totale - sottolinea il direttore di ISRT Matteo Mazzoni - Va restituita e approfondita attraverso la conoscenza storica così che, venuti meno i testimoni, non si perda nella coscienza pubblica."
"Il nostro Museo lavora su questo capitolo di storia fin dalla sua inaugurazione nell'aprile del 2002, per fornire elementi di conoscenza su una pagina meno nota della deportazione - aggiunge la direttrice del Museo di Prato Camilla Brunelli - Coglieremo l’occasione per parlare anche dei gemellaggi delle nostre città con Ebensee, Gusen e Mauthausen, perché il confronto a livello europeo è un modo molto civile di affrontare, insieme, la memoria dei crimini del nazifascismo e affermare i valori di libertà, democrazia e giustizia sociale.”
Il ciclo di incontri, visibile sul canale Facebook di ANED (Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi nazisti), si inaugura giovedì 4 marzo alle 18 con “Sciopero e deportazione. Conoscenza storia e memorie”. Dopo i saluti di Laura Piccioli sarà di Matteo Mazzoni il primo intervento “L'estate era lontana: occupazione nazista e resistenza all’inizio del 1944”. Poi Enrico Iozzelli del Museo della Deportazione e Resistenza proseguirà con “Lo sciopero, gli arresti, la deportazione”. Il riferimento è in particolare all'arresto e alla deportazione nel lager nazista di Mauthausen di 338 lavoratori dell'Empolese, di Firenze e di Prato arrestati dai fascisti italiani in seguito allo sciopero generale. Soltanto in 64 sopravvissero all'orrore del lager. A concludere l’incontro le voci dei deportati attraverso le memorie di figli e nipoti: il presidente di Aned Prato Giancarlo Biagini (figlio di Diego Biagini ucciso a Mauthausen), il fiorentino Alberto Cipriani (nipote di Oscar Cipriani) e l’empolese Vittorio Nencioni (figlio di Giuseppe e Fratello di Nedo Nencioni).
Il 5 marzo alle 21 è la volta dello spettacolo del Teatro d’Almaviva “Fermavano tutti quel mattino di marzo…”, letture drammatizzate con Duccio Barlucchi, Andrea Donnini e Fulvio Ferrati, di brani di interviste a ex-deportati toscani sopravvissuti ai lager nazisti tratti dal Fondo Andrea Devoto conservato presso ANED. L’adattamento dei testi è di Camilla Brunelli e Duccio Barlucchi.
Infine l’8 marzo, giorno in cui ricorre l’anniversario della partenza per Mauthausen dei deportati dalla stazione di Firenze, alle 18 inizia “Dalla memoria all'impegno. Gemellaggi e azioni nel presente”, l’ultimo incontro a cui partecipa anche il presidente nazionale ANED Dario Venegoni. Camilla Brunelli con “I presidi di conoscenza nel territorio e i gemellaggi”, parla della presenza in Toscana di istituzioni come l’ISRT e il Museo della Deportazione e ricostruisce il percorso che dal gemellaggio pilota di Prato con Ebensee nel 1987, forse il primo di questo genere in Europa, ha poi condotto a quello di Empoli con Gusen nel 1997 e infine a quello di Firenze con Mauthausen nel 2009, luoghi che in Austria erano stati sede di campi di concentramento in cui finirono anche molti toscani. Intervengono anche l’assessore Alessandro Martini del Comune di Firenze, il sindaco di Prato Matteo Biffoni, il presidente del Consiglio comunale di Empoli Alessio Mantellassi, i sindaci Thomas Punkenhofer di Mauthausen, Markus Siller di Ebensee, Erich Wahl di St. Georgen an der Gusen e Patrizia Bonanni della Città metropolitana di Firenze.
Fonte: Ufficio Stampa