GoBlog - Marco Mainardi
Banco pegni e compro oro sotto la lente di Torrigiani e Don Armando
“Cortocircuito. Come la spirale del debito impoverisce il tessuto sociale". E' questo il titolo dell'ultima fatica di Filippo Torrigiani, un dossier realizzato assieme al parroco di Ponsacco e direttore della Caritas della Diocesi di San Miniato, Don Armando Zappolini, per la Cnca (coordinamento nazionale comunità di accoglienza) dal quale emerge un quadro sociale a dir poco preoccupante. Il tutto osservato da un'angolatura diversa, visto che le pagine gettano un fascio di luce su circuiti come i banchi dei pegni e i compro oro a cui tante, troppe persone sono costrette a ricorrere per arrivare alla fine del mese. Il tutto con precisione di dati, numeri e cifre che sono lì a testimoniare come questo sia un vero e proprio allarme sociale, purtroppo acuito anche dalla pandemia.
L'ex Assessore empolese, uno dei massimi esperti nazionali in materia di gioco d'azzardo tanto da essere ormai da tempo consulente in materia della Commissione parlamentare antimafia, ha da tempo spostato il suo impegno civile su temi spesso poco conosciuti ma molto importanti, come appunto questo. E con lui Don Armando, il cui impegno sociale è riconosciuto a livello nazionale. E, non a caso, il dossier ha subito fatto rumore, tanto da attirare l'attenzione di personaggi politici di primo piano come Rosy Bindi che ha partecipato alla presentazione via Facebook o dei media nazionali, dalla Rai che ha chiesto contatti per proporlo in una delle sue trasmissioni di punta, a Tv 2000 o Radio Vaticana che, nei giorni scorsi, hanno intervistato Torrigiani e Don Armando su questi temi.
"Il cortocircuito - hanno spiegato - è quello prodotto da un aumento consistente della povertà e della disuguaglianza e da una difficoltà di accesso al credito del sistema bancario. Questo porta le persone a cercare altri circuiti, in particolare i banchi dei pegni, i compro oro e l’usura". E, come capita quando Torrigiani parla di gioco d'azzardo, vengono fuori verità nascoste ed ignote al grande pubblico. "Tra le 270 e le 300 mila persone ogni anno - si legge - ricorrono al sistema dei pegni, per un volume d’affari annuo di circa 800 milioni di euro. Colpisce il fatto che questi esercizi risultano di proprietà di circa una quarantina di banche tra le quali Unicredit, Gruppo Monte dei Paschi di Siena, Intesa San Paolo, Carige, Banco BPM". Volumi d'affari a tre zeri anche per i 'compro oro'. L'appello di Torrigiani e Don Armando ha un obiettivo ben preciso: la politica. "Con la pubblicazione di questo dossier denuncia - proseguono - abbiamo inteso accendere un faro su una questione drammatica che probabilmente, con la pandemia, andrà ad acuirsi ancora di più ed a cui la politica deve guardare con maggiore attenzione". I due e con loro il Cnca non abbassano la guardia e continuano a scoperchiare pentole che i troppi interessi in ballo tengono ben chiuse.
Il dossier completo
https://www.cnca.it/wp-content/uploads/2021/02/Cortocircuito.pdf
Marco Mainardi