"Pd sia responsabile. Uscita scomposta di Fabiani": l'intervista a Luca Lotti
Dal rapporto privilegiato con Montelupo Fiorentino, sua casa natale (è originario della frazione di Samminiatello), alle frizioni interne al Pd passando per il Recovery Fund e le occasioni importanti che l'Empolese Valdelsa deve cogliere.
Luca Lotti, deputato, ex ministro dello Sport ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, si è concesso per un'intervista al nostro giornale. Le questioni locali e regionali si intrecciano con quelle nazionali e la politica torna di nuovo al centro.
Luca Lotti, l'intervista
Elia Billero: Si comincia a vedere un altro percorso di vita per la Villa dell'Ambrogiana, quello di succursale privilegiata per le Gallerie degli Uffizi. Lei si è interessato personalmente fin dal 2017 dopo la dismissione come ospedale psichiatrico. È soddisfatto di questo percorso?
Luca Lotti: Direi prima ancora del 2017, quando cioè abbiamo iniziato a lavorare al superamento degli OPG e successivamente sul futuro sviluppo della Villa Medicea. Ricordo ancora le polemiche con chi voleva portarci un carcere o, ancora peggio, creare un sistema misto che non era né carne né pesce.
E ricordo anche le polemiche quando abbiano iniziato con Cassa depositi e prestiti il percorso di valorizzazione; mi è costata perfino la prima pagina del Fatto quotidiano!
Il tempo però ci sta dando ragione e quindi sono contento. Ma guai a fermarsi, siamo ancora all’inizio e dobbiamo lavorare tutti insieme per raggiungere questo importante traguardo per Montelupo Fiorentino e per tutta l’area empolese.
Un'altra grande opera per Montelupo è quella del ponte sull'Arno, che unirà la ss67 con Capraia e Limite. Sono serviti molti anni ma alla fine è stato possibile arrivare alla progettazione.
Ecco qui abbiamo iniziato ancora prima e la soddisfazione è doppia, perché ho visto nascere il progetto da consigliere comunale e l’ho visto poi finanziare da un Governo del quale ho avuto l’onore - grazie anche a chi mi ha aiutato negli anni a far politica a casa mia - di far parte.
Siamo oltre la progettazione, già in gara e la prima pietra è prevista per quest’anno. Ecco, magari sui tempi dobbiamo riflettere sul perché in Italia ci vuole così tanto. Ma il punto è che sarà un’infrastruttura importantissima per tutta l’area.
Manca ancora un tassello importante, quella della elettrificazione e del raddoppio della linea ferroviaria Empoli-Granaiolo, interventi per cui si spese presenziando alla prima conferenza ormai anni orsono.
Si tratta di impegni precisi che abbiamo preso e mantenuto. E questo è un fatto concreto. Inoltre, aspetto ancora più importante, l’opera è interamente finanziata: siamo quindi all’ultimo passo di un intervento fondamentale per migliorare la vita dei cittadini. Così come è accaduto con l’inaugurazione poche settimane fa del tratto della 429, anche finanziata in parte dai nostri governi.
Durante il governo Renzi e poi nel governo Gentiloni sono state messe le fondamenta per molte opere pubbliche che disegnavano il futuro dell'empolese valdelsa. Oggi che l'opportunità del Recovery Fund porterà nuovi fondi, quali sono i progetti che servono secondo lei per il futuro del circondario?
Il Recovery dovrà essere un’opportunità per tutta la Toscana e quindi spero che anche per l’empolese valdelsa si faccia un punto con i comuni e che il territorio sia interamente coinvolto. Quindi non spetta certo soltanto a me mettere sul tavolo le priorità, ma oltre alla SR 436 ‘Francesca’ credo che sia giusto lavorare sull’infrastruttura socio-sanitaria e scolastica pensando ai cittadini del futuro e a tutti quelli che dobbiamo maggiormente proteggere.
Come vede dunque Montelupo Fiorentino tra 10 o 20 anni?
Come casa mia e casa mia sarà sempre bella. Scherzi a parte, spero che resti un paese al passo con i tempi ma sempre legato alle radici solide e genuine dei suoi nonni ceramisti, vetrai, terracottai almeno nello spirito.
Il Pd è stato compatto in Toscana nelle ultime elezioni regionali ma il riflesso di un governo Conte II e di un governo Draghi può avere influito negativamente sugli elettori?
Penso che Partito Democratico debba continuare a essere il partito responsabile che in questi anni in Parlamento e nel Paese ha lavorato per il bene dei cittadini, sia quando è stato all’opposizione che in maggioranza.
Adesso, a mio giudizio, quello che serve è una grande prova di impegno da parte di tutti per aiutare il presidente Draghi, da qui a fine Legislatura, a realizzare le proposte e i progetti annunciati. E bisogna farlo mettendo al primo posto l’Italia e gli italiani, non gli interessi di parte.
Una domanda è d’obbligo sui mal di pancia della segreteria Bonafè. Lo scontro Firenze-Roma sembra mostrare difficoltà che non si sono mai fermate. Lei come vede la situazione e cosa succederà nei prossimi giorni.
Le difficoltà sono legate ai temi che pone. Il Pd toscano, ma anche nazionale, vive dal giorno dell’elezione di Zingaretti una serenità che è mancata in altre epoche.
Non ho compreso l’uscita scomposta del vice segretario Fabiani sulle alleanze che non sono all’ordine del giorno, sulle liste del 2018 e su argomenti come l’aeroporto di Firenze. Anche perché dal suo nuovo, importantissimo, incarico in Regione mi aspettavo più prudenza.
Il resto è ordinaria discussione che non deve mancare in un partito che però ora devo solo aiutare il presidente della regione a governare nell’interesse dei toscani.
Un'ultima battuta: secondo Luca Lotti, è servita la mossa di Renzi con la caduta di Conte oppure tutto poteva risolversi in altra maniera?
Guardi, essere al governo con la Lega non è un fatto che mi esalti particolarmente. Ma lo ripeto, questo è il momento della responsabilità, occorre mettere al primo posto del nostro impegno politico il futuro del nostro Paese.
Vede, in questi lunghi mesi gli italiani hanno dato una grande prova di forza, resistenza e coraggio.
Ora tocca alla politica essere all’altezza. Le distanze e le differenze tra i partiti che oggi compongono la maggioranza ci sono e restano, ma occorre il massimo impegno per superare la crisi sanitaria, sociale ed economica che stiamo vivendo a livello europeo e mondiale.
Sono certo che, anche stavolta, l’Italia ce la farà.
Elia Billero