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Dall'hotel abbandonato alle ex officine 'depurate' dall'amianto: la rigenerazione di Santa Croce

(foto gonews.it)

Santa Croce sull'Arno partecipa con Castelfranco di sotto al PINQuA, ovvero il Programma innovativo nazionale per la qualità dell'Abitare. Focalizziamoci su Santa Croce e sui progetti che vanno a toccare tre immobili 'storici', vale a dire l'ex Cristallo, le ex Gozzini e l'ex autocarrozzeria. Qual è la storia di questi edifici? Vediamola assieme.

L'Hotel Cristallo è stato per molti anni la struttura ricettiva più importante di Santa Croce sull'Arno. Crocevia di conciatori e turisti, sorgeva e sorge tuttora in largo Galilei, stagliandosi in mezzo alle altre abitazioni sia per il colore particolare sia per la forma.

Ha raggiunto le quattro stelle e negli anni Novanta è stato un punto importante per la popolazione. Il declino è arrivato negli anni successivi, con il fallimento e la messa all'asta.

L'ex Hotel Cristallo è stato a lungo in mezzo alle cronache della Zona del Cuoio nel 2015, quando addirittura venne visitato dal leader della Lega Nord Matteo Salvini. 70 richiedenti asilo avrebbero dovuto essere ospitati proprio dall'ex albergo. La notizia fece scalpore e la destra santacrocese (e non solo) insorse.

Lo stop all'approdo delle settanta persone arrivò per alcuni problemi strutturali: l'hotel doveva essere ristrutturato perché le condizioni di agibilità erano assenti. Una cooperativa romana - Le tre fontane - aveva vinto il bando indetto dalla prefettura di Pisa, ma poi ha dovuto farsi da parte. In molti ricordano la manifestazione di protesta contro l'arrivo dei richiedenti asilo, a cui parteciparono più di cento persone.

Quando si parla di ex Gozzini, invece, si fa riferimento a una vasta area vicina al centro di Santa Croce sull'Arno. Si trova in via Curtatone e Montanara e per anni è stata al centro delle cronache per la presenza di amianto al suo interno. Solo nel novembre 2018 è stata bonificata la zona, dopo un iter durato moltissimi anni.

La Gozzini nacque come bottega di falegnameria artigiana verso il 1903 grazie al signor Emilio Gozzini e al figlio Paolo. Lì si costruivano botti per il vino che saranno prodromi della vera attività dell'azienda. Già pochi anni dopo la Gozzini inizia a costruire i bottali, meccanismo cardine dell'industria conciaria. Oltre alla falegnameria entra in campo l'officina meccanica, sia per le concerie sia per il comparto bellico del paese. Nel Dopoguerra, negli anni del boom, la Gozzini è un colosso: progetta, realizza e vende nuove macchine per diventare un punto di riferimento. Negli anni Novanta il grave declino, che ha portato alla struttura 'scheletrica' che si vede oggi, fin dalla riva sinistra, ovvero da San Donato.

Per anni lo stabile è stato gestito dalla Primavera '90 - Società Cooperativa Edilizia in LCA, società che ha acquisito l’area e che poi è fallita. Dunque è passata in mano ai commissari liquidatori. L'immobile è stato anche messo all'asta, ma senza fortuna.

L'ex autocarrozzeria invece è uno stabile che si trova all'interno del resede del municipio di piazza del Popolo. In realtà non dà proprio sulla piazza ma nella parte retrostante al municipio, verso il parcheggio Cecafoglia. Un tempo in auge come carrozzeria, è in stato di disuso da molto tempo.

Gianmarco Lotti

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