Vicenda Deta, Comitato tutela e difesa Valdelsa escluso dal tavolo di dialogo in Regione
Il Comitato per la tutela e la difesa della Valdelsa escluso dal tavolo in Regione con la Distilleria Deta e i Sindaci. Il tempo stringe e la costruzione della ciminiera è sempre più imminente.
Il Comitato per la Tutela e la Difesa della Valdelsa informa che ieri, 10 febbraio, si è tenuta una riunione tra i sindaci di Barberino Tavarnelle, Poggibonsi, Certaldo e San Gimignano, la Regione e la Distilleria Deta (di proprietà Mazzari) per riesaminare le questioni inerenti l'Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) della Distilleria DETA. Sarebbe stato opportuno che anche il Comitato fosse stato incluso in questo incontro, dato che rappresenta il bacino di cittadini della Valdelsa direttamente interessati dalla dichiarata intenzione della nuova gestione della DETA di espandersi nel territorio. Ma troveremo comunque altre modalità per manifestare le nostre preoccupazioni alle istituzioni regionali che sovrintendono all'AUA.
Siamo in molti ad essere seriamente preoccupati in Valdelsa: gli abitanti, le aziende agricole, le strutture turistiche e ricettive. In questa vicenda la voce del territorio è poco ascoltata, sebbene da tre anni i cittadini lamentano una serie di disagi legati all'attività della nuova gestione della Distilleria.
Centinaia di segnalazioni sono state fatte fino ad oggi sul cattivo odore persistente in tutta la vallata e in molti centri abitati; segnalazioni inviate a Comune e dal Comune inoltrate ad ARPAT. Ma fino ad oggi poco è stato fatto, le segnalazioni sono state sminuite come “non critiche”. Al contrario, ci si appresta a concedere a questa azienda l’autorizzazione ad innalzare una ciminiera di 60 mt e a raddoppiare i giorni di produzione, da 150 a 300 all’anno.
I motivi per cui preoccuparsi vanno ben oltre il cattivo odore: la Distilleria Mazzari, originaria della Romagna, è venuta in Toscana con mire di espansione che le sono state negate in Emilia Romagna. A Sant’Agata sul Santerno, in provincia di Ravenna, la cittadinanza ha combattuto per anni fino a riuscire, con un referendum, a contenere l'espansione dell’azienda nella propria zona, portando alla luce elementi inquietanti sull’impatto sulla salute e l’ambiente della locale distilleria.
Il Comitato per la Tutela e la Difesa della Valdelsa ha aperto il dialogo con le Amministrazioni dei Comuni coinvolti; tramite il contributo di consulenti tecnici sta gradualmente chiarendo molti dei dubbi che i cittadini della Valdelsa hanno rispetto a questa vicenda. Purtroppo però il tempo a disposizione è poco, pochissimo. La costruzione della ciminiera potrebbe iniziare a giorni, il progetto di espansione potrebbe diventare inevitabile.
A questo punto ci chiediamo: a cosa pensano le istituzioni, cosa hanno a cuore nel sedersi ad un tavolo per discutere un progetto che permetterà a un’azienda altamente impattante di moltiplicare i suoi profitti e di farne pagare il costo all’ambiente, alla salute e alla vocazione turistica di un territorio? Quali interessi verranno tutelati qualora le distillerie Mazzari fossero autorizzate a fare in Valdelsa ciò che non sono riuscite a fare a Ravenna? Non è forse compito di chi è stato eletto dai cittadini quello di tutelare il loro interesse? Perché il Comitato non viene invitato a partecipare ai tavoli Regionali?
La Valdelsa è un territorio delicato, già pesantemente compromesso dalla presenza di aziende impattanti: negli ultimi 30 anni la cittadinanza ha dovuto attivarsi molte volte per evitare che fossero compiuti scempi ambientali (la vicenda Ecos, la lottizzazione Toscomarmi, la CO2, l’inceneritore). Perché dobbiamo continuare a difenderci da soli? Siamo preoccupati, e a questo punto vogliamo risposte chiare alle nostre domande, senza perdere altro tempo.
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Fonte: Comitato tutela della Valdelsa