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Monopattini elettrici, Tar annulla l'obbligo di casco a Firenze

Accolto il ricorso delle due società della gestione dello sharing di monopattini (Timove e Bit Mobility) in merito all'ordinanza del sindaco di Firenze Dario Nardella sull'obbligo di utilizzo del casco sui monopattino.

Nei motivi del Tar si legge: I generici riferimenti al potere di ordinanza contingibile ed urgente non valgono da soli a qualificare la natura dell’atto in quanto non trovano alcun riscontro in una concreta ed effettiva situazione di emergenza locale all’interno della sua motivazione. Soltanto i provvedimenti concernenti l’istituzione e la disciplina delle zone a traffico limitato sono attribuite alla competenza della giunta (o in caso di urgenza al Sindaco) in quanto ritenuti dal legislatore di maggiore impatto per la collettività locale". Il provvedimento impugnato dunque non è più valido.

I commenti

“Il Tar, pur dando sostanzialmente atto che l’imposizione generalizzata del casco comporta una valutazione di interessi pubblici diversi da quelli strettamente legati alla mobilità, ha tuttavia affermato che anche per una simile decisione la competenza abbia carattere gestionale e dunque spetti ai dirigenti. Prendiamo atto dell’interpretazione del Tar, anche se la considerazione degli interessi pubblici in gioco, incolumità pubblica, salute dei cittadini, avrebbe potuto suggerire una soluzione diversa”. Lo afferma il sindaco Dario Nardella a proposito della sentenza del Tar che annulla l’ordinanza, che imponeva il casco sui monopattini per ragioni di sicurezza.

“Ci attiviamo subito per andare avanti correggendo la procedura secondo le indicazioni del giudice - continua il sindaco -. Nel frattempo convocherò i gestori dei servizi di noleggio per capire se ci sono le condizioni per una soluzione condivisa mirata a salvaguardare la sicurezza stradale e la vita delle persone che viene prima di ogni cosa”. “Noi siamo per incentivare l’uso del monopattino, ma vogliamo che questo venga fatto nel rispetto di questi principi non negoziabili - aggiunge Nardella - perché purtroppo i rischi sono dietro l’angolo com’è confermato dal tragico evento che proprio oggi si è verificato a Genova, dove una donna su un monopattino ha perso la vita”. “Anche per questo torno a chiedere a gran voce a governo e parlamento di intervenire - conclude il sindaco Nardella - per estendere l’obbligo del casco, oggi previsto per gli under 18, anche a tutti gli altri”.


“Sarebbe facile per noi affermare che l’avevamo detto fin da subito – dichiara il vicepresidente del Consiglio comunale e consigliere della Lega Emanuele Cocollini – che l’ordinanza era sbagliata ed inapplicabile perché il Comune di Firenze non può sostituirsi al Codice della Strada”.

“Avevamo da subito chiesto al Sindaco Nardella – continua Cocollini – di ritirare l’ordinanza e di non trascinare il Comune in un oneroso contenzioso legale, ma siamo rimasti inascoltati. Questa gestione superficiale non fa altro che minare la credibilità della Città di fronte agli investitori che, come in questo caso, hanno deciso di investire milioni di euro nel servizio di sharing”.

“Il TAR – dichiara il Capogruppo della Lega Federico Bussolin – ha emesso la sentenza e possiamo affermare che avevamo ragione noi. E adesso? Come intende rimediare Nardella a questa situazione? Noi, intanto, invitiamo tutti coloro che sono stati multati perché non portavano il casco sul monopattino a contattarci. Siamo a disposizione di tutti coloro che sono stati multati ingiustamente”.

“L’amministrazione – dichiarano i consiglieri del gruppo Lega Salvini Firenze congiuntamente – si deve assumere ora il compito di annullare le multe indebitamente comminate, annullando le sanzioni amministrative. In tal senso mettiamo a disposizione i nostri uffici, con lo scopo di sostenere i cittadini che sono stati ingiustamente sanzionati da questa ordinanza, scrivendo alla nostra email: gruppo.legasalvini@comune.fi.it. Con la volontà di seguirli in ogni richiesta di rimborso”.


Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune

"Non c'è niente da fare. L'Assessore alla Mobilità il monopattino non lo vuole e, almeno una parte del Partito Democratico, teme le novità che nascono per facilitare la mobilità individuale "green".
L'obbligo del casco non rientra tra ciò che può decidere il Sindaco. Era noto a chiunque avesse un po' di pratica col Codice della Strada, che dice chiaramente quali sono le competenze degli enti locali.
Non avevamo dubbi, infatti, in merito alle norme, ma per rispetto avevamo deciso di attendere la sentenza.

Per quali ragioni la Giunta ha voluto procedere in una direzione contraria alle norme del Codice della Strada? Per pulirsi la coscienza in caso di incidenti, ci viene da sospettare, o per mettere le mani avanti?
Il problema di fondo è l'assenza di una cultura attenta alla mobilità alternativa all'uso dell'auto privata, così come ai carburanti alternativi, ma anche dell'intermodale, per chi non possa fare a meno dell'auto. Una cultura che non si improvvisa. Per questo non possiamo che vedere quanto accade con grande senso di amarezza.

Durante la precedente consiliatura era stata Firenze Riparte a Sinistra a ottenere un voto in Consiglio comunale a favore di una sperimentazione del monopattino elettrico. Nulla era stato fatto. Per questo avevamo depositato nuovamente un testo, poi bloccato in Commissione e superato dalla legge nazionale, una norma "subita" dal Comune di Firenze. Che non sa come gestire la situazione e allora si è appellato a un provvedimento "fantasioso" e inevitabilmente irregolare, stabilendo obblighi di legge che non poteva stabilire.

Forse qualcuno ricorderà che il Sindaco era già incappato in analoghe censure giudiziarie con un'altra "fantasiosa" ordinanza: quella sulla prostituzione, un altro provvedimento "fatto a pezzi" dai giudici penali chiamati ad assolvere tutti i sanzionati... Così non si governa.

Chiederemo conto di questa vicenda durante la prossima seduta consiliare, preoccupati per quanto potrà accadere ora in città e per la leggerezza con cui il Sindaco compie i suoi errori".

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