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Vaccini dal medico di famiglia, un dottore empolese: "Ancora nessun accordo, tanti i dubbi"

Ieri ho ascoltato con molto interesse la conferenza stampa del Presidente della regione Toscana Eugenio Giani. E via via che parlava tutti i miei timori sulla più grande campagna vaccinale della storia e il ruolo al suo interno della medicina territoriale diventavano realtà. A distanza di 24 ore ancora nessuna comunicazione ufficiale, pare (il condizionale è d'obbligo) perchè non esista alcun accordo scritto con le associazioni di categoria dei medici di famiglia. Il silenzio dei sindacati e del dipartimento della medicina generale in questo non aiutano noi soldati in trincea a capire cosa ci aspetta. Vorrei subito precisare, a scanso di equivoci, che non viene messo in discussione il vaccinare la popolazione.

Quello che io e i tanti colleghi che ho sentito mettiamo in discussione è il metodo scelto. Come già avevo detto la prima perplessità riguarda il tipo di vaccino affidato al territorio. Perché viene lasciato alla struttura ospedaliera il vaccino maneggevole, facile da gestire e viene invece affidato ai medici di famiglia quello con più criticità? Pensiamo ad un aspetto in primis: in ospedale fino ad ora è stato presente alle sedute vaccinali un anestesista rianimatore, oltre ai medici vaccinatori. Forse che il rischio a casa o in un ambulatorio di medicina di famiglia sia minore? C'è nell'aria degli hub vaccinali qualcosa che aumenta il rischio? Ovviamente è una domanda retorica...Mi chiedo se per la sicurezza dei miei pazienti sia il caso di pagare di tasca mia un collega anestesista che presenzi con me alla vaccinazione. Comunque, ammettiamo che sia in grado di fare a meno dell'anestesista. Il vaccino mi viene dato scongelato e ho il tempo contato per farlo. Questo vuol dire che non ci possono essere impedimenti di sorta mentre si vaccina, pena il buttare via le dosi.

Cosa facile a dirsi, difficile a realizzarsi quando non si ha la logistica di un ospedale. La logistica...ovvero banalmente qualcuno che si attacca al telefono per trovare una persona da vaccinare se uno non si presenta. Lo faccio io mentre continuo a vaccinare? Faccio interrompere l'attività di segreteria (e già poi mi aspetto le lamentele degli altri pazienti) fino a che non trovano uno della lista degli ottantenni da vaccinare che possa venire in ambulatorio? Gli Ottantenni, la categoria da vaccinare da parte dei medici di famiglia. Come tutti oramai sanno, i vaccini maneggevoli non sono autorizzati per quella fascia di età. Quindi tocca per forza usare i vaccini che hanno le criticità dette sopra... Ottatnteni e oltre, quindi i pazienti allettati a cui va portato il vaccino a casa. Un vaccino che viene detto che deve evitare “sollecitazioni” altrimenti rischia di essere ineficace. Io ho una buona macchina, spero che la borsa termica comprata al supermercato e i miei ammortizzatori siano sufficienti... E mi chiedo anche se oltre al defibrillatore presente in studio ne debba comprare uno da portarmi dietro. Perchè nei requisiti per fare questi vaccini c'è la presenza del defribillatore...già, abbiamo detto prima che in ospedale è addirittura presente l'anestesista... Quindi, per concludere la struttura ospedaliera vaccinerà le categorie meno a rischio e con un vaccino più maneggevoli. A noi e ai nostri ottantenni invece una scatola con una scadenza e un cartello sopra con scritto “arrangiatevi e io speriamo che me la cavo”.

E in tutto questo dovremo continuare a occuparci di tutti gli altri, come è giusto che sia. Tralasciamo il fatto che dobbiamo pure andare a procacciarci i vaccini nelle farmacie... Aspettiamo fiduciosi, sicuri che come sempre faremo di tutto per il bene dei nostri pazienti, ma con tanti dubbi, tra cui quello di non poter garantire che nelle prossime settimane non ci saranno disservizi dovuti alla gestione della più grande campagna vaccinale della storia.

 

Dr Iacopo Periti,

Medico di Medicina Generale, Empoli

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