L'ex sindaco Frosini ricorda Giuseppe Vegni: "Una bella persona"
Angelo Frosini, ex sindaco di San Miniato dal 1999 al 2009, ha voluto ricordare Giuseppe Vegni, scomparso a causa del Covid-19. Ecco il testo:
Ciao Giuseppe !!
Sono profondamente addolorato: Giuseppe Vegni, a causa del terribile covid, ieri ci ha lasciato. L’ultima volta l’ho incontrato un paio di mesi fa. Era insieme al segretario dello Spi-Cgil, Moreno Bertelli.
Indicandomi, come spesso gli piaceva ripetere, ha detto: “Caro Moreno, se oggi sono impegnato nel sindacato pensionati, se mi sono appassionato alla politica, se sono stato amministratore, il merito o - se preferisci - la colpa è sua ! “
Lo presi come un complimento, ma non era andata proprio così.
E’ vero, però, che lo avevo incoraggiato, in quanto segretario comunale del Partito, negli anni novanta, a assumere l’impegno di segretario della sezione del Pds di San Miniato Basso e poi a diventare Assessore nella giunta di Alfonso Lippi. E nel 1999, appena eletto Sindaco, gli avevo chiesto di essere ancora assessore nella mia Giunta dove è rimasto, con grande passione e impegno, per dieci anni. Il suo “percorso politico” è iniziato alla fine degli anni ‘80.
Prima di allora Giuseppe era conosciuto da tutti come “il maestro”. Dopo aver insegnato alla Stella Maris a Fauglia, aveva contribuito alla nascita e allo sviluppo della Scuola a tempo pieno nella nostra frazione di La Scala. Scuola apprezzata come modello all’avanguardia per il rinnovamento dei processi educativi.
Nel novembre 1989, dopo la “svolta della Bolognina” voluta da Achille Occhetto, nel PCI si aprì la fase costituente per la formazione del nuovo Partito.
Giuseppe, di idee progressiste, che manifestava principalmente nell’impegno professionale, decise di partecipare alla discussione e al confronto che si apriva nel PCI e nella Sinistra italiana.
Fu uno dei più attivi nei gruppi di lavoro che si costituirono e punto di riferimento di quelli che chiamavamo “Esterni”, cioè personalità e intellettuali, senza tessera, che, da vari settori della società civile, volevano dare un contributo fattivo alla nascita del nuovo Partito.
Chi, come me, faceva già parte del PCI raccolse, da coloro che come Giuseppe si erano avvicinati, suggerimenti e stimoli per nuove proposte e elaborazioni politiche.
A me fu affidato il compito, in occasione di una grande assemblea pubblica che si tenne a Ponte a Egola con Walter Veltroni di chiedere a Giuseppe di intervenire in rappresentanza dei cosidetti Esterni.
Lui accettò con entusiasmo e intervenne con passione e serietà. Fu, come spesso a lui capitava di ricordare, la sua prima esposizione pubblica, il suo esordio nell’attività politica.
Poi, continuando con immutato impegno il suo lavoro di maestro elementare, fece parte del gruppo dirigente del nuovo Partito Democratico della Sinistra e fu assessore con Alfonso Lippi dal 1997 e, con me, per due mandati fino al 2009 con delega alle Politiche sociali e, i primi anni, anche allo Sport.
Il suo è stato un impegno amministrativo assiduo, appassionato, rigoroso, rivolto ai bisogni dei cittadini. Fu sempre presente nelle battaglie per l’affermazione dei diritti e partecipe nella lotta contro la criminalità organizzata.
Fece parte, infatti, per il Comune di San Miniato dell’associazione “Avviso pubblico” che affianca l’Associazione Libera di don Ciotti nell’impegno contro le mafie, contribuendo al dibattito e all’iniziativa concreta.
Fu nominato, dai sindaci dei Comuni del nostro comprensorio, presidente del “Comitato per Cuba” promosso dall’Arci. Raccogliemmo fondi per costruire una scuola per l’infanzia e un laboratorio di pelletteria all’Avana-vecchia. Ricordo bene l’entusiasmo di Giuseppe quando ci recammo, assieme alle delegazioni degli altri comuni, nell’Isola caraibica per l’inizio dei lavori delle due strutture.
Ricordo anche con quanto entusiasmo e coinvolgimento emotivo partecipò al viaggio che sancì il gemellaggio tra San Miniato e Betlemme. Furono giornate intense e assai impegnative in cui incontrammo le autorità civili palestinesi, le istituzioni culturali e la comunità francescana, visitando anche i quartieri più poveri e bisognosi di diritti e solidarietà.
Capitava spesso, anche recentemente, di ricordare quei giorni e i tanti altri momenti trascorsi insieme durante la nostra comune attività amministrativa, sempre accompagnati – ogni volta che c’era Giuseppe – da battute, ironie e, qualche volta, scherzi.
Capitava anche – come è umano che sia – di discutere, di non essere d’accordo su decisioni da prendere. Qualche volta anche Giuseppe alzava la voce, si arrabbiava, diventava rosso in viso. Ma, dopo qualche momento di “tensione”, tutto passava e si concludeva con una risata e con la sua tipica frase: “scusate, ma io, a volte, sono un po’ fumino”.
Vegni era questo! Era, insomma, una gran bella persona! Mancherà tanto anzitutto alla sua famiglia: alla moglie Mariella, ai figli Alessandro e Francesco, alle loro mogli, al nipotino e a tutti i parenti.
Ma mancherà anche ai tanti che, come me, lo hanno conosciuto, stimato, apprezzato e gli hanno voluto bene.
Angelo Frosini