Ristoranti, col lockdown 3mila chiusure in Toscana
Tremila cessazioni di attività della ristorazione in Toscana, un centinaio nella provincia fiorentina. Da aprile a settembre 2020, sul comune di Firenze, hanno cessato l'attività 28 ristoranti. E' emergenza nel settore Horeca e a lanciare ancora una volta l'allarme è Pasquale Naccari, portavoce di TNI Italia – Tutela Nazionale Imprese e presidente di Ristoratori Toscana. “I nostri ristoranti – afferma – sono luoghi sicuri e sono i numeri dei casi giornalieri a evidenziarlo: nelle regioni che si trovano in zona gialla, quelle in cui i locali sono stati aperti a pranzo, i dati epidemiologici sono stazionari o in lieve diminuzione. In Toscana da un mese i nostri ristoranti sono aperti a pranzo e, nonostante il periodo natalizio e le festività, il numero dei contagi non aumenta. Questo vuol dire che non siamo noi i responsabili dell'impennata di casi”. In Toscana i ristoranti sono stati aperti a pranzo il 20 dicembre, il 7 e l'8 gennaio e poi continuativamente dall'11 gennaio. Secondo i dati diffusi dalla Regione Toscana, il 20 dicembre nella regione si contavano 12.806 positivi, 1.150 ricoverati, di cui 187 in terapia intensiva. Ieri, 28 gennaio, i positivi erano 8.647, con un calo di quasi il 32,5%, 772 i ricoverati e 100 i pazienti in terapia intensiva.
“Ribadiamo la necessità, come abbiamo già fatto nelle precedenti lettere inviate ai ministeri di competenza e alla presidenza del Consiglio, di aprire i nostri ristoranti anche a cena, rispettando le stesse norme di capienza e di sicurezza. Nessuna polemica, sia chiaro. La nostra – prosegue Naccari – è una richiesta di aiuto, un appello alla sensibilità. Anche perché abbiamo dimostrato di essere una categoria che rispetta le regole, altrimenti, se non lo avessimo fatto, i contagi sarebbero saliti”. “I ristori non stanno arrivando o nel migliore dei casi sono briciole: è necessario quindi aprire immediatamente i nostri ristoranti. Il nostro appello va a tutte le forze politiche. Gli esponenti di tutti i partiti oggi dovrebbero dare un segnale di amore e di unione, verso la patria e il tessuto economico e sociale mettendo al centro delle proprie priorità l'interesse collettivo che non ha né colore né bandiera, approvando immediatamente il decreto ristori Quinquies, che oggi è diventato vitale per la nostra categoria. A tutti chiediamo – è l'appello del presidente – di sostenere la nostra battaglia e farci aprire. E' l'unico modo per vedere la luce in fondo al tunnel”.
Fonte: Ufficio stampa