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Siderurgia di Piombino in un presidio di fronte alla Regione: "Vogliamo risposte"

Unione Sindacale di Base Firenze

L’Unione Sindacale di Base invita i lavoratori, le associazioni, i commercianti e chiunque abbia a cuore il futuro di Piombino a partecipare, giovedì 28 gennaio, ad un presidio di fronte alla Regione Toscana.

Leggiamo sui giornali, attraverso fonti vicine al Governo, che i famosi soldi del Recovery Plan sono praticamente spariti per la regione Toscana e di conseguenza anche per il sito industriale di Piombino. Porto, strade, ferrovie e riconversione industriale. Non c'è niente.

USB di fronte a questa ennesima “disfatta” non resterà in silenzio e giovedì 28 gennaio alle ore 10 sarà a manifestare davanti al palazzo della Regione Toscana a Firenze. Vogliamo risposte.

Il Presidente della Regione e la Giunta Regionale devono dare delle spiegazioni. Piombino vuole sapere cosa si vuole fare della nostra città. I lavoratori e le loro famiglie sono stanchi di promesse e rinvii. Vogliamo certezze per il nostro futuro.

Rischiamo la desertificazione di un intero territori mentre tutta la politica Regionale e Nazionale (ma soprattutto chi sta guidando il Paese con posizioni spesso incoerenti e ballerine) non riesce a decidere e a mettere in campo gli investimenti necessari per le acciaierie Piombinesi.

Se non sarà lo Stato ad investire nessuno altro lo farà. Questa sarebbe l'occasione buona per poter avviare un percorso di nazionalizzazione investendo in nuove tecnologie a basso impatto ambientale, magari puntando sull’idrogeno come stanno già facendo altre nazioni Europee.

Ormai è chiaro a tutti che le multinazionali promettono ma poi non fanno niente. Infatti il piano industriale non esiste ancora. Tutti questi soldi Europei promessi per Piombino dal sottosegretario Morani dove sono? La regione Toscana crede sul futuro di Piombino si o no? Perché al momento non abbiamo notizie e prese di posizioni. Non esiste ancora un piano nazionale della siderurgia e tutto ciò genera confusione e politiche industriali “raffazzonate” e localizzate senza una vere piano strategico nazionale. Siamo l'unico stabilimento Italiano che produce rotaie ad alta velocità ma visto il poco interesse del Governo rischiamo concretamente che alla fine si scelga di non decidere avviando la chiusura pilotata come avvenuto nel 2014 dopo lo spegnimento dell'altoforno.

Il nostro futuro va conquistato facendo sentire la nostra voce, non possiamo stare immobili davanti alla chiusura del nostro posto di lavoro, di fronte al rischio di farci male quotidianamente per la mancanza di manutenzioni, di fronte alla possibilità di investire sulle bonifiche e sull’ambiente. La maggior parte dei lavoratori è a casa in cassa integrazione dal 2014 ora siamo nel 2021 e niente è stato fatto.

Fonte: Unione Sindacale di Base Firenze

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