Covid-19, Agenzia regionale sanità: "In Toscana la luce in fondo al tunnel si avvicina"
Il coordinatore dell'Agenzia regionale di sanità della Toscana, Fabio Voller, affronta in un post su Facebook il tema dell'andamento dell'emergenza Covid nella regione.
Di seguito riportiamo il testo e le immagini allegate.
4 T (Testare Tempestivamente, Tracciare, Trattare) ed una v (vaccinare). lo stato dell’epidemia in toscana ed in italia nell’ultimo mese.
Si riportano le conclusioni del nuovo approfondimento dell'Agenzia regionale di sanità della Toscana dove ci sono dati grafici ed interpretazioni.
Approfondimento al seguente link http://bit.ly/3qr24Sa
Se ci concentriamo sui dati degli ultimi 30 giorni (addirittura 40) la Toscana risulta essere la regione, che rispetto alle altre, mostra i migliori dati nei classici indicatori della diffusione dell’epidemia di sars -cov-2 e di covid-19.
Il tasso di casi giornalieri calcolato sulla popolazione residente è stabilmente il più basso in Italia dal 28 dicembre (il secondo più basso dal 14 dicembre), E questo avviene mantenendo un numero di tamponi effettuati tra i più alti in Italia, soprattutto se ponderato su ogni caso positivo scoperto.
Questo ha permesso di indirizzare la capacità di testing verso campagne organizzate da Regione Toscana assieme ad ASL, ANCI, UPI, le principali associazioni di volontariato e con il supporto metodologico di ARS Toscana, volte a monitorare l’andamento dei contagi in luoghi specifici come la scuola secondaria superiore (campagna “Scuole sicure”), che è stata riaperta in presenza al 50% dall’11 gennaio, o su quei piccoli comuni che evidenziano particolari criticità (campagna “Territori sicuri”).
La campagna regionale “scuole sicure”, lo ricordiamo, si articola su gli istituti superiori secondari (almeno 15.000 studenti), e si prefigge l’obbiettivo di tenere sotto osservazione un campione di studenti attraverso la ripetizione di test antigenici rapidi, in modo da poter intercettare sul nascere eventuali campanelli di allarme di ripresa dell’epidemia in quei luoghi.
Dalla metà di novembre oggi in Toscana, DIFATTI, c’è stato un netto calo di contagi in tutte le fasce d’età, che è iniziato prima tra i più giovani (14-24 anni) e ha riguardato, nelle settimane successive, il resto della popolazione, compresa quella più anziana che sappiamo essere la più vulnerabile agli effetti del virus. Il netto calo osservato nelle fasce giovanili, come detto nei report delle settimane scorse, è riconducibile alla quasi totale interruzione delle attività rivolte ai ragazzi e ai giovani, scolastiche in primis con l’introduzione della DAD, ma anche extra-scolastiche (sport, attività ricreative).
Sul tema scuola interessante come i tassi di contagio dei bambini e dei ragazzi in età scolare dell’obbligo, dopo un rialzo a cavallo dell’apertura dell’anno scolastico, si sono ridotti analogamente alle altre classi d’età, fornendo una prova, anche se non definitiva, di come le scuole possano essere luoghi sicuri se si organizza efficacemente tutto ciò che vi ruota intorno (trasporti e tracciamento), e come l’aumento nella scuole superiori possa essere stato condizionato anche dalla maggiore mobilità generale, come successo a settembre.
(vedi https://www.ars.toscana.it/.../4486-il-ruolo-dei-bambini...).
Non sappiamo se queste azioni (e i dati mostrati) basteranno nelle prossime settimana a mantenere la regione in zona gialla perché i casi si mantengono in una sostanziale stabilità durante l’ultimo mese (non si riducono né aumentano) portando l’indice di contagiosità RT verso 1, soglia oltre la quale avviene l’inserimento all’interno della zona arancione.
Non riportiamo ancora una volta i dubbi, che abbiamo espresso in precedenti approfondimenti, sul sistema di monitoraggio del ministero. basti ricordare che utilizzando solo l’RT come criterio dirimente nel posizionamento all’interno delle regioni, situazioni epidemiche critiche come quelle del veneto (oltre 350 casi giornalieri per 100.000 nella settimana) siano state posizionate nella zona gialla(vedi https://www.ars.toscana.it/.../4477-italia-in-zona-rossa...).
A differenza della media italiana, nelle ultime 7 settimane i ricoveri totali in Toscana continuano a diminuire, molto lentamente, come abbiamo imparato, a causa delle degenza media della malattia. Lo stesso andamento avviene anche per ricoveri in terapia intensiva. Ovviamente non siamo in presenza di uno svuotamento dei reparti Covid cosi come si evidenziò durante il periodo estivo e quindi il livello di guardia deve rimanere alto: un’eventuale forte ripresa dei casi metterebbe altrettanto velocemente sotto stress le strutture ospedaliere.
Il numero di decessi ha smesso di decrescere e rimane stabile nelle ultime 3 settimane (in italia è in ripresa), questo è dovuto essenzialmente alla quota di over 70 che ogni giorno entrano a far parte della casistica degli infetti; l’analisi per classe d’età ha mostrato in particolare la criticità negli over 85. tutto questo porterà probabilmente ad avere un effetto sulla mortalità generale per tutte le cause, che si chiuderà verosimilmente alla fine dell’anno, conun più 10%(italia più 20%) rispetto al quinquennio precedente, con la mortalità attribuibile direttamente al covid che spiega quasi l’80% dell’eccesso dei decessi (vedi https://www.ars.toscana.it/.../4494-eccessi-mortalita...).
Inutile sottolineare che ricoveri e decessi cominceranno decisamente a scendere quanto più la vaccinazione, partita il 27 dicembre, avrà effetto sulla popolazione. Anche in questo ambito la Toscana sta efficacemente somministrando i vaccini e velocemente secondo le quote assegnateli dal livello centrale. Apprezzabile, a differenza di molte altre regioni, la scelta di aver nettamente privilegiato la vaccinazione degli ospiti delle RSA, luoghi colpiti dal contagio anche durante la seconda ondata.
Aspettiamo adesso l’autorizzazione per il terzo vaccino, Atrazeneca, di facile conservazione rispetto ai due disponibili, Pfizer e Moderna, che avverrà a fine mese. Importante sarà capire soprattutto per quali classi di età ne verrà autorizzato l’utilizzo, e con quali dati definitivi di efficacia. Da questi elementi discenderanno molte delle decisioni da prendere: quali categorie professionali, dopo gli operatori sanitari, privilegiare, quali priorità utilizzare all’interno delle classi d’età già individuate, le più anziane, dal piano vaccinale regionale (pazienti con malattia cronica?), a seconda del vaccino da utilizzare.
Ovviamente il maggior movimento della popolazione, dovuto alla riapertura degli esercizi commerciali (compresi quelli di ristorazione anche se solo a pranzo), assieme al ritorno in presenza del mondo impiegatizio e quello in classe delle scuole superiori potranno contribuire al rialzo dei contagi. Lo sforzo che possiamo fare nei comportamenti (distanziamento, mani e mascherine) è quello di contribuire a mantenerlo contenuto.
Dal punto di vista organizzativo il sistema pubblico e quello delle imprese private dovrebbe, a nostro parere, facilitare ed agevolare il largo utilizzo dello smart working; dal punto di vista della risposta del sistema sanitario se dovessimo assistere ad un aumento dei casi, il sistema di tracciamento implementato dalla nostra regione dopo la seconda ondata potrebbe risultare ancora essenziale per tenere sotto controllo l’aumento.
Mancano pochi mesi a questo punto la luce in fondo al tunnel continua ad avvicinarsi.