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Fondazione Casa Lotti, l'inventario dei beni dell'artista e il futuro del museo

Casa Lotti

(Foto gonews.it)

Tutti i beni mobili presenti tra le mura di casa Lotti sono in fase di catalogazione: un lavoro necessario per il futuro del museo Sanminiatese

Dilvo Lotti (Foto gonews.it)

Lavori in corso nella Casa Museo Dilvo Lotti, in via Paolo Maioli a San Miniato.

In questi giorni le opere dell’artista e non solo, tutti i beni mobili presenti tra le mura della casa, sono in fase di catalogazione da parte della Fondazione Casa Lotti e tramite una convenzione con l’Università di Pisa. Un lavoro importante ma soprattutto necessario per far compiere un passo in più al luogo, culla di un patrimonio unico, nel cuore del quartiere Scioa. Grazie all’inventario di ogni cosa presente, al lavoro certosino e scrupoloso dell’inserimento di opere, libri, oggetti e foto ricordo che popolano ogni superficie, corrispondenze epistolari dell’artista e molto altro, mostre e attività saranno all'ordine del giorno nella casa museo.

Più di 4mila documenti tra lettere, carte e appunti. Circa 10mila opere tra sculture, pitture e oggettistica di interesse storico-artistico, oltre a 10mila pezzi tra volumi e libri rari. Questo il patrimonio a grandi linee.

casa lotti

Casa Museo Dilvo Lotti (Foto gonews.it)

Ad occuparsi della campagna di schedatura scientifica di tutto il materiale presente è la storica dell’arte Daria Gastone, che per ogni pezzo unico inserisce una descrizione dettagliata nell’archivio: l’obiettivo è catalogare e digitalizzare tutto il patrimonio mobile della casa, circa 10mila oggetti.

Un lavoro da svolgere anche per la Fondazione Casa Museo Dilvo Lotti, il cui percorso ha inizio nel 2016. Nel testamento di Giuseppina Gazzarrini, moglie di Lotti scomparsa nel 2011, il patrimonio della casa fu legato a quattro soggetti destinatari purché fosse costituita una Fondazione con le opere e ciò che il marito aveva creato negli anni. Tra i soggetti erano presenti il Comune di San Miniato, la Fondazione Cassa di risparmio San Miniato, la Cassa risparmio San Miniato spa e la Diocesi di San Miniato.

"Solo il Comune poi ha accettato l’eredità della Gazzarrini e ha già costituito formalmente, con un atto notarile, la Fondazione"- come ha sottolineato l’assessore alla cultura del Comune di San Miniato Loredano Arzilli -. Dopo l’inventario e la pratica di acquisizione del patrimonio, un atto notarile valuterà l’immobile e il suo interno: tutto questo, infine, sarà trasferito dal Comune alla Fondazione.

Cosa dovrà aspettarsi un visitatore?

"Mi piacerebbe creare un Museo dove poter rivivere quei momenti, come se ci fossero ancora Dilvo Lotti e sua moglie Giuseppina, come se il tempo non fosse passato". Le intenzioni dell’amministrazione comunale, tramite le parole dell’assessore Arzilli, sono dunque quelle di lasciare gli anni immutati, gli spazi originali, con la vita vissuta addosso. "Dovremo aspettarci di entrare in una casa dove si respira la cultura, vedere come viveva il pittore sanminiatese e come nascevano le idee, che cosa conservava e cosa gli piaceva, oltre ai bellissimi dipinti,  sculture e stampe non solo di Lotti ma anche dei suoi amici artisti".

Ed infatti ci sono ancora alcune gocce di vernice sul tappeto nella sala dove Dilvo dipingeva, un tubetto di colore ad olio senza tappo, i vecchi elenchi sotto al telefono, le tazzine appese che sembrano aspettare il caffè e la scritta "chiudere" su ogni sportello della cucina: probabilmente il fatto che restassero aperti, infastidiva Giuseppina? Lo possiamo dedurre, così come possiamo dedurre dagli spazi la vita di un’artista a 360 gradi, eclettico, collezionista sfrenato e amante della storia dell’arte.

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Nel dipinto, Dilvo Lotti insieme alla moglie Giuseppina Gazzarrini (Foto gonews.it)

In un momento storico in cui il Covid-19 ha frenato gli eventi a livello culturale e le porte dei musei sono purtroppo ancora chiuse, l'amministrazione di San Miniato si è rivolta ai beni della città: "Gli eventi che dovevamo fare, fermati dall'emergenza sanitaria, li abbiamo dirottati sulla Fondazione Casa Lotti con una variazione di bilancio: con queste risorse sarà possibile accelerare le operazioni" ha concluso Arzilli.

"La catalogazione è importantissima, permetterà una programmazione di eventi culturali e mostre – ha continuato il presidente della Fondazione Casa Dilvo Lotti e direttore Musei Civici di San Miniato Lorenzo Fatticcioni-. È un atto preliminare dovuto e imprescindibile".

Questa attività conoscitiva è funzionale a programmare delle attività future tipiche di una casa museo come l’apertura al pubblico, istituzione di corsi di storia dell’arte, pittura, plastica, e mostre in relazione anche ad altre fondazioni e alla figura di Pietro Parigi" – pittore di cui Lotti era molto amico e del quale sono presenti diverse opere nella casa museo-. Potrebbe essere anche un'occasione per riscoprire un periodo della storia dell’arte recente non molto studiato" ha proseguito Fatticcioni.

Dunque non un semplice museo ma un luogo culturale a tutto tondo, dove l’arte non solo la si consulta ma la si pratica: "L’idea di museo come scatola che contiene degli oggetti che si guardano e basta è ormai superata - ha infine precisato il presidente-. Il museo deve comunicare attraverso le sue attività, coinvolgere e creare cittadinanza attiva, in cui la cultura diventa linfa vitale per il benessere di tutta la comunità".

Casa museo Dilvo Lotti, le immagini

Casa Lotti
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Margherita Cecchin

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