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Ristoranti 'disobbedienti' aperti di sera, gli appelli a non violare la legge

L’assessore al commercio della Toscana Leonardo Marras ritiene che violare la legge ed aprire i ristoranti la sera non sia la strada giusta da percorrere. “Ho letto della campagna per l’apertura serale dei locali – commenta -, ho approfondito le argomentazioni dei proponenti e i loro propositi, ma non posso appoggiarla: la rabbia e la disperazione di chi opera nel settore della ristorazione sono ben comprensibili, ma non sono tollerabili comportamenti che violano le regole. Non è andando contro la legge che si ottengono risultati”.

“Si tratta – aggiunge - dell’iniziativa di alcuni gruppi spontanei che qualcuno ha ritenuto di cavalcare in perfetto stile di strumentale populismo, io non lo farò”. “Io sto con gli imprenditori che rispettano le regole e continuano – conclude - a far sentire la propria voce civilmente per raggiungere l’obiettivo che tutti condividiamo: tornare a far vivere le attività normalmente e poter sostenere chi ha subito perdite nel modo migliore”.

CNA Horeca contraria alle azioni di disobbedienza: invito alla massima cautela

Si diffondono a mezzo social gli appelli alla disobbedienza civile che invitano bar e ristoranti ad aprire non rispettando le regole, promettendo assistenza legale “gratuita”. Ma CNA Horeca inviata alla massima prudenza i propri associati e si dichiara contraria ad azioni di disobbedienza che potrebbero costare care alle imprese del settore.

“Siamo in una situazione difficilissima di cui non si vede la fine – ha dichiarato il portavoce CNA Horeca Pisa Daniele Fagiolini - e in attesa di ulteriori misure restrittive, che interesseranno l’Italia fino a fine aprile, come in altri Paesi d’Europa e non solo, (ad esempio Israele ha istituito due settimane di lockdown),  il settore della ristorazione e tutta la filiera si ritrova, ancora una volta, in balia degli eventi. Non si sa quando aprire, come fare gli acquisiti, cosa dire ai propri dipendenti. Insomma il malumore aumenta e certo che i ristori finora erogati non possono essere considerati sufficienti a ripianare le perdite subite. In questa situazione di grande incertezza c’è chi soffia sul fuoco.

Qualcuno sta incitando ristoratori e baristi ad aprire comunque nel weekend (quando, stando alle anticipazioni, tutta Italia dovrebbe trovarsi in zona arancione), promettendo tutele gratuite a chi riceverà sanzioni per aver contravvenuto alle regole”.

“Come CNA siamo molto critici verso posizioni irresponsabili - è il commento di Francesco Oppedisano presidente CNA Pisa - e pur capendo la disperazione e l’esasperazione, invitiamo alla massima prudenza. Indubbiamente l’eccessiva cautela del Governo, unita ad azioni anche contradditorie, come l’aver scelto solo le Regioni come interlocutrici, di fatto ha limitato una corretta rappresentazione della realtà e fatto prendere scelte incomprensibili. Perché i saldi sì, e andare a teatro no? Perché limitare l’asporto fino alle 18 come se i contagi fossero ad orari?

Le imprese e in primis quelle della ristorazione hanno adeguato i propri locali nel rispetto delle misure di sicurezza che ricordiamo non sono solo verso i clienti, ma anche verso il personale dipendente e i fornitori. Eppure questo pare non avere avuto un peso nelle scelte adottate”.

“In questi giorni abbiamo dato comunicazione - precisa Fagiolini - dei provvedimenti approvati a favore della filiera agroalimentare di cui la ristorazione fa parte, non solo di quelli legati al decreto ristori, ma anche alla legge di bilancio. Quello che dobbiamo chiedere è che quanto stabilito, venga erogato il più presto possibile, compresa la cassa integrazione che non è tollerabile sia ancora ferma a maggio (tranne che per l’artigianato, dove le imprese gestite da EBRET hanno avuto fino a luglio). Il senso di responsabilità deve essere di tutti, non solo da parte di chi deve rispettare le regole, ma anche da parte di chi ha responsabilità di governo nazionale e locale. Deve essere chiaro a tutti che bisogna accelerare al massimo i tempi per riaprire le attività ora che ci sono i vaccini e che non sono  tollerabili ritardi da parte delle istituzioni per la realizzazione di quanto disposto.”

 

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