Nell'ex Creaf polo tecnologico per comparto tessile pratese e centro Covid Pegaso
Una piccola parte dell’area ex Creaf di Prato è occupata dai posti letto per l’emergenza sanitaria Covid mentre la superficie restante è dedicata alla realizzazione del polo tecnologico di ricerca e produttivo per il comparto tessile. L’assessore regionale all’Economia Leonardo Marras, nella sua comunicazione in Aula, sollecitata da un’interrogazione del gruppo Fratelli d’Italia, fa il punto sugli obiettivi realizzati, i lavori in corso e i progetti in itinere nell’area.
“Si conferma la validità della scelta della Regione - ha detto Marras - che tramite la società Sviluppo Toscana, ha acquisito l’area ex Creaf per rilanciarla come nucleo di impulso per tutto il territorio del distretto pratese, ma in un’ottica regionale, elaborando la progettualità P.Air (Prato area innovazione e ricerca)”.Marras ha parlato sia della sottoscrizione dei primi contratti con due operatori nel campo della ricerca, della prototipizzazione e della produzione di componentistica in campo ferroviario, sia del prossimo insediamento “previsto nel 2021, sempre nei locali P.Air, di un centro competenze 5G della Regione come ulteriore progettualità a supporto dei processi di innovazione delle imprese con attenzione al tessile”. L’assessore ha ricordato anche un altro progetto sempre sul 5G che ha l’obiettivo di realizzare un centro di trasferimento tecnologico nel territorio, per supportare ricerca e sperimentazione e sostenere la creazione di start up e trasferimento tecnologico verso le Pmi.
Gli spazi occupati, “tra quelli contrattualizzati con i primi due operatori (6mila 200 metri quadrati) e quelli da contrattualizzare entro primavera 2021 (mille mq), sono pari al 60 per cento della superficie utile e dal punto di vista dell’occupazione saranno creati 60 nuovi posti di lavoro”.
Nella parte centro Covid Pegaso, invece, “sono stati realizzati 191 posti letto nel primo edificio e sono in fase di ultimazione altri 116 posti nel secondo blocco”. Si tratta di un centro autorizzato a struttura sanitaria per la gestione di pazienti a bassa complessità assistenziale e dove attualmente sono in utilizzo i primi 20 posti letto di cure intermedie. Entro fine gennaio è previsto il raggiungimento della massima capienza di 191 posti. All’interno della struttura, lo spazio dedicato alla fruizione ospedaliera è pari a 4mila mq, marginale rispetto alla destinazione principale degli immobili ex Creaf, che resta quella di ricerca ed insediamento produttivo.
L’assessore ha parlato poi dell’impegno di Sviluppo Toscana, che si è attivata per dare continuità ai contratti di servizio per garantire la vigilanza, la sicurezza e la manutenzione ordinaria e successivamente il completamento di alcune opere civili ed impiantistiche. “A oggi sono in corso di completamento interventi per 1,4 milioni di euro che riguardano opere civili, impianti meccanici ed elettrici”.
“L’importo citato nell’interrogazione di Fratelli d’Italia, un milione e 900 mila euro - conclude Marras - non va interpretato come importo rilevabile nel bilancio regionale, ma come stima iniziale del possibile onere netto a carico della Regione, tenuto conto delle componenti positive (acquisizione dell’immobile con valore di 5,7 milioni dal recupero della procedura fallimentare) e delle componenti negative (stanziamento della somma per il concordato). Alla fine siamo in pareggio. L’operazione non rappresenta, quindi, uno spreco di denaro pubblico, ma un opportuno investimento”.
“Mi riserverò di presentare altre interrogazioni sul tema, perché non mi sono stati chiariti i dubbi principali” replica Francesco Torselli (FdI). “Tolgo dal tavolo - afferma - il centro Covid Pegaso, perché non è mai stata messa in dubbio la validità di quella scelta che abbiamo condiviso con il presidente Giani”. Ma aggiunge: “I 18 milioni di euro spesi fino al 2017 per la realizzazione del centro di ricerca a servizio del distretto tessile pratese non possono essere cancellati. Nel 2017, quando ci avete raccontato che i soggetti a lavorare nel Creaf erano già pronti, il 5G di cui parlate oggi nemmeno esisteva; vi siete contraddetti”. Poi, precisa Torselli “la spesa è stata di soli 5 milioni di euro, perché ci siamo ritrovati di fronte a un progetto fallito dove qualcuno aveva dilapidato in precedenza 18 milioni e per questo noi, con solo 5 milioni, siamo riusciti a recuperare quei 18 milioni persi e a trasformare quella struttura in qualcosa di utile ed eccellente della nostra regione”. Infine, “ci resta il dubbio sui conti economici, farci credere che gli 8 milioni del valore dell’immobile recuperato siano una ricchezza per la Regione a prescindere non ci convince”.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale