Per Siena: scuola fuori tempo e fuori luogo
Mentre leggiamo con preoccupazione di un focolaio nella scuola primaria Simone Martini con nove bambini positivi e quattro loro insegnanti, l’assessore annuncia a mezzo stampa che impegnerà tempo e risorse per interpretare numeri: ci riferisce di un’analisi complessa, di un progetto di fattibilità tecnica ed economica. Eh si perché in tempi di pandemia, con tutte le difficoltà impellenti che stiamo affrontando nel mondo della scuola, in Consiglio comunale si discute di massimi sistemi futuribili. Abbiamo assistito a uno scontro tra consiglieri su un progetto vecchio come il cucco, risalente nientepopodimeno che agli anni '90, mai portato a termine. Abbiamo impegnato, anche prima dell’emergenza sanitaria, tutte le nostre energie per sollecitare attenzione e cura verso la scuola, per il recupero di spazi, per la soluzione di annose questioni di natura strutturale. A noi stanno così a cuore certe questioni che a furia di scrivere e parlarne senza riscontro, ci è passato l’entusiasmo. Ma il buon senso suggerisce che c’è tempo e luogo per ogni cosa. Senza entrare nel merito della annosa questione della discussione su San Miniato, che ad occhio e croce la dice già lunga sull’impegno che in generale viene dedicato alla scuola, sorprende l’inopportunità. Si parla del 2023! Beato chi c’ha n’occhio, come dice il proverbio.
Cerchiamo quindi di essere concreti e veniamo all’hic et nunc. Siamo nel 2021, in piena pandemia, a due giorni dal prossimo inizio in presenza. Le scuole superiori, se tutto fila liscio, riprenderanno al 50% il prossimo lunedì. Siamo pronti? Beh! Avessimo dovuto stare sereni con l’aiuto dei post sul profilo pubblico di Facebook dell’assessore all’istruzione sarebbe stata dura, visto che due giorni fa ci suggeriva in dieci righe, di seguire la stampa per avere notizie. Noi siamo ubbidienti abbastanza da aver eseguito gli ordini, così ci siamo impegnati al massimo perché tanto, caro assessore, di questi tempi i viaggi non ce li possiamo permettere, e guarda caso il giorno dopo, solo ieri, la prefettura ci ha rassicurati comunicando a mezzo stampa che «Tutti quelli che si sono seduti al tavolo operativo hanno dato un contributo enorme». Menomale! Avremmo preferito essere informati da “tutti quelli” che hanno partecipato un filino di tempo prima e meglio, ma visto che ora ci è anche richiesto di fare la nostra parte in termini di collaborazione, se non disturba troppo l’amministrazione, faremmo volentieri il punto per venirci incontro a vicenda.
A quanto pare possiamo stare tranquilli sulla rete dei trasporti: 40 nuovi bus della flotta Tiemme avrebbero evitato il difficile scaglionamento degli orari scolastici. Da bravi, anche senza alcun consiglio, qualche giorno prima, avevamo letto che il presidente Dandalini esprimeva un condivisibile dubbio sull’efficienza del sistema a bordo, ricordando che sui mezzi, di fatto, esiste la deroga al metro di distanza. Niente paura comunque, restiamo ottimisti, perché nello stesso articolo del 7 gennaio - il prefetto ci ha rassicurato - avremo anche dei tutors alle fermate dei bus davanti alle scuole col metro in tasca per misurare le distanze, scongiurare assembramenti e controllare le mascherine. Nulla sappiamo ancora sulle misure concordate per il tracciamento e per lo screening, nulla su tamponi o test antigenici rapidi, su eventuale replicazione periodiche, o in generale sulla futura organizzazione della didattica in sicurezza ma ci rassegneremo a leggere con pazienza.
Nel frattempo lasciateci confessare che in questi giorni di attesa e di preoccupazione, nei rapporti con l’Amministrazione comunale, per famiglie e docenti è stato un po’ come entrare in classe nel giorno dell’interrogazione programmata con gli studenti impreparati. Di solito, sperando di farla franca, qualcuno tra i più intraprendenti nel gruppo, poco prima prima dell’appello, comincia a chiedere all’insegnante di rispiegare un punto oscuro, qualche nodo irrisolto, insomma si sforza di cercare il cavillo pretestuoso in modo da temporeggiare il più possibile per salvarsi dalla figuraccia e dall’impreparazione sull’argomento del giorno. Quando il tempo della verifica poi implacabilmente arriva, alle brutte, i più sfrontati pensano di cavarsela con l’escamotage dell’argomento a piacere. Se assessori e consiglieri continueranno a prendere esempio da certi studenti, a noi che ricominciamo senza certezze, non resta che concludere, scongiurando la paura, con il magnifico finale del tema del piccolo Raffaele sulla parabola della fine del mondo: «Mentre i buoni rideranno e i cattivi piangeranno ... io speriamo che me la cavo».
Fonte: Per Siena