gonews.it

Aumenti Tari, Pistoia dice no e annuncia vie legali

Il Comune di Pistoia boccia gli aumenti della Tari previsti nel piano economico finanziario deliberato dall’Ato Toscana Centro (l’autorità di ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti) e annuncia di procedere per le vie legali contro l’atto.
Gran parte degli incrementi dipende dai maggiori costi dovuti all’esportazione dei rifiuti fuori dal territorio regionale a causa della mancata realizzazione degli impianti di smaltimento previsti nella pianificazione di ambito, la stessa su cui era stata costruita la gara per la gestione unica del servizio.

In sostanza, Alia continua a chiedere annualmente un riequilibrio economico dovuto ai maggiori costi di smaltimento rispetto a quanto previsto nel capitolato di gara.

«Per il Comune di Pistoia – spiega l’assessore alle partecipate, Margherita Semplici - non è accettabile che questo incremento, dovuto ad una mancata realizzazione della previsione impiantistica da parte della Regione, debba essere riversato sulle tariffe a carico dei cittadini. I Comuni non hanno margine di manovra in un piano economico finanziario (pef) già predisposto da Ato, ma sorprende vedere come la maggior parte delle Amministrazioni continuino a votare a favore di questi continui aumenti. Pistoia darà battaglia, perché se non è possibile bloccare il pef all’interno dell’Ato, vogliamo andare in fondo alla vicenda impugnando i conti che ogni anno portano inevitabilmente ad avere dei rincari in bolletta».

Nulla c’entrano i maggiori costi del pef 2020 con il nuovo sistema degli interrati. Il piano economico di quest’anno è infatti basato sui costi a consuntivo del servizio 2018. Il differenziale tra il piano 2020 e il piano 2019 ammonta a 1milione e 400mila euro. Di questi, 800mila euro dipendono dal trattamento dei rifiuti – con maggiori costi, come detto, sostenuti da Alia rispetto a quanto previsto nel capitolato di gara a causa della mancata realizzazione degli impianti previsti in Regione – e, in parte, al fattore di sharing – introdotto quest’anno dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) - che fa sì che i ricavi da commercializzazione dei rifiuti differenziati non ritornino ai Comuni (e quindi in tariffa) ma rimangano ai gestori.

Gli 800mila euro sono dunque aumenti tutti imputabili al modello gestionale.

I restanti 600mila euro sono dovuti a maggior accantonamenti sul fondo rischi (220mila euro), minor recupero evasione (245mila euro) e maggiore Iva (130mila).

All’ordine del giorno del Consiglio comunale odierno, vi è la presa d’atto del pef e del voto contrario di Pistoia espresso in Ato l’11 dicembre scorso.

La deliberazione rappresenta un passaggio necessario, di legge, per evitare che l’aumento venga caricato su un solo anno invece che su tre, a decorrere dal 2021, come previsto dal decreto legge 18/2020, di cui si è avvalso il Comune e che ha permesso, in periodo di emergenza sanitaria, di ricalcare le tariffe 2019 anche nel 2020.

«Intanto – conclude Semplici – abbiamo dato mandato all’ufficio legale per ricorrere in giudizio».

Fonte: Comune di Pistoia - Ufficio stampa

Exit mobile version