Santo Stefano patrono di Prato, messa solenne in cattedrale
«La pandemia ci ricorda l’importanza del primato dell’uomo sull’economia». Nel giorno del santo patrono della diocesi e della città di Prato il vescovo Giovanni Nerbini ha sottolineato la necessità di mettere al centro la persona in questo difficile momento storico. Queste parole sono state pronunciate nell’omelia del solenne pontificale celebrato in cattedrale. L’invito ad avere «attenzione per l’uomo, per tutti gli uomini», è stato rivolto alle istituzioni nazionali, perché altrimenti «non potrà esserci pace, benessere e prosperità per nessuno», ma anche alla nostra realtà locale e alla responsabilità individuale, in particolare di quella dei credenti.
La messa è stata concelebrata da cinquanta sacerdoti della diocesi di Prato alla presenza di 150 persone, il massimo consentito per la cattedrale dalle norme anti contagio. Nelle prime file erano sedute le autorità: c’era il presidente della Regione Eugenio Giani, accanto a lui il sindaco Matteo Biffoni, il sindaco di Vaiano Primo Bosi e i membri delle giunte dei Comuni di Vernio e Cantagallo. C’erano l’onorevole Erica Mazzetti, la consigliera regionale Ilaria Bugetti e rappresentanti delle forze dell’ordine. Il pontificale è stato trasmesso in diretta televisiva su Tv Prato.
L’omelia. La riflessione di monsignor Nerbini è iniziata citando l’esempio di Santo Stefano, patrono di Prato, primo martire della cristianità. «Uomo di grande coraggio che vive con parresia: il parlare con franchezza, senza infingimenti o tatticismi, dicendo la verità», ha affermato il Vescovo portando le virtù del santo come esempio. Poi, citando le letture della messa, mons. Nerbini ha indicato tre parole, tre dimensioni costitutive della persona umana, come insegnamento di vita: sobrietà, giustizia e pietà. In particolare ha sottolineato l’importanza di «vivere con sobrietà». Un invito che il Vescovo ritiene fondamentale in un epoca nella quale «la mentalità individualistica prende campo e tende a enfatizzare i miei bisogni mai appagati completamente, i miei diritti. “Io voglio” è il mantra che si impara da piccoli e che non tollera dinieghi e dilazioni». E così «ogni confronto diventa scontro, aggressione verbale», ha osservato, poi ha citato il mondo dei social, dove spesso avviene: «una demolizione sistematica delle persone che si presentano fuori dal coro». Per prevenire e eliminare tutto questo per il Vescovo occorre allora «mettere accanto al concetto di individuo quello altrettanto ricco di persona con le sue relazioni, la sua vita sociale, i suoi bisogni ed anche i suoi limiti. Ogni comunità e società vive di questo indispensabile connubio». Infine una parola per i giovani, definiti un «tesoro umano da recuperare», in particolare il pensiero di mons. Nerbini è andato a tutti quelli che «non studiano, non lavorano, non sono iscritti ad alcun corso», verso i quali occorre «dare risposte esaurienti».
Al termine del pontificale il vescovo Nerbini ha proclamato i nomi delle aziende vincitrici del Premio Santo Stefano. Si tratta di Capp Plast, Rifinizione Vignali e Net Studio. Queste tre società si sono aggiudicate l’undicesima edizione del riconoscimento che la città di Prato consegna a chi è capace di fare impresa con successo e nel rispetto delle regole. I nomi dei vincitori sono stati scelti dal comitato promotore del Premio composto da Diocesi, Comune, Provincia, Camera di Commercio, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato e Comune di Montemurlo. Non è stata definita la data della cerimonia di consegna, che avverrà certamente nel 2021 ma in un giorno ancora da stabilire.
Fonte: Diocesi di Prato - Ufficio Stampa