Università di Firenze, premio dall'Istituto italiano di robotica e macchine intelligenti
C’è anche l’Università di Firenze tra le realtà accademiche premiate dall’Istituto Italiano di Robotica e Macchine Intelligenti (I-RIM), l’associazione che riunisce tutte le anime della ricerca robotica italiana, in occasione della conferenza annuale che si è svolta dal 10 al 12 dicembre.
Il Dipartimento di Ingegneria Industriale ha ottenuto il premio per il miglior articolo nel settore della robotica biomedica. L’oggetto del contributo è il risultato del progetto HOLD (Hand exoskeleton system, for rehabilitation and activities Of daily Living, specifically Designed on the patient anatomy): un dispositivo robotico su misura e a basso costo, concepito per prolungare l’efficacia delle sedute di riabilitazione a domicilio e supportare il recupero delle funzionalità della mano. Il corresponding author del contributo è Nicola Secciani, giovane studioso del gruppo di ricerca coordinato da Benedetto Allotta.
Il progetto HOLD porta la firma dei ricercatori Alessandro Ridolfi e Yary Volpe. E’ stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Don Gnocchi, e in particolare nel laboratorio congiunto RING@LAB, grazie a fondi Unifi stanziati per progetti multidisciplinari a cura di ricercatori a tempo determinato.
“Questo successo ci riempie di orgoglio – spiega il professor Allotta – e dimostra come anche in questo settore, in forte crescita ed evoluzione, il nostro Ateneo sia sempre più competitivo. Il risultato è stato conseguito da giovani studiosi ed è la dimostrazione della qualità del livello di formazione che Unifi può offrire ai ragazzi”.
All’appuntamento annuale di I-RIM, dove gli studiosi di robotica fanno il punto sulle attività di ricerca più recenti e di avanguardia, sono stati premiati anche altri tre contributi, relativi ad altri tre campi: progettazione dei robot; pianificazione e controllo dei robot; intelligenza artificiale per la robotica. Complessivamente sono stati 160 i contributi accettati nell’edizione 2020 della conferenza.
Fonte: Università di Firenze - ufficio stampa