Cadaveri nelle valigie, parla Dorina: "Ho chiamato io i carabinieri, voglio togliermi questo dubbio"
«Ho telefonato io ai carabinieri dicendo che controllassero la nostra storia. Che riprendessero in mano il fascicolo relativo alla scomparsa dei miei genitori”.
Siamo riusciti a metterci in contatto con Dorina, la figlia della coppia di albanesi scomparsi da Firenze il 2 novembre del 2015. I corpi trovati all’interno di tre valigie dietro il carcere di Firenze, sospetta Dorina potrebbero essere quelli dei suoi genitori.
Dorina continua a sperare che i cadaveri non siano quelli di Shpetim e Teuta Pasho, i genitori, anche se ci sono elementi che danno sospetto, come il tatuaggio che sarebbe riferito all'esperienza da militare del padre, come specifica alla stampa.
I genitori "erano venuti per curarsi, avevano dei problemi di vista e di diabete, e poi volevano andare a trovare mio fratello che all’epoca era detenuto per spaccio nel carcere di Sollicciano".
Per lei non sarebbe una vendetta nei suoi confronti, "noi non abbiamo mai avuto problemi. Mio figlio è sempre in giro, fa parte della protezione civile. Se qualcuno avesse voluto fare del male a noi, ci avrebbe presi di mira”.
All'epoca delle indagini "mi hanno chiuso tante porte in faccia", spiega Dorina. "Dicevano che i miei genitori erano tornati in Albania per via di questioni e liti con i figli. Ma quali sono i genitori che non litigano con i figli? Non era una ragione per scomparire così".
Nella casa dove la coppia aveva soggiornato "quando mia sorella ed io siamo andate a controllare in quella casa, non c’era più nulla, era già stato pulito tutto. Era molto strano. Ci sono venuti dei sospetti anche per quello". Molti elementi "strani", di cui Dorina "parlerà al momento opportuno". Nel frattempo attende il raffronto del suo Dna con quello dei cadaveri così da potere avere una conferma e delle risposte.
"Voglio che venga fatta chiarezza. Voglio togliermi questo dubbio, anche se spero e prego che non siano loro”.