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Borse di mobilità professionale all'estero: nessun taglio ai rimborsi

Sulle borse di mobilità professionale la Regione garantirà il rimborso pieno anche se  si è stati costretti ad interrompere l’esperienza all’estero, di tirocinio o lavoro, prima di tre mesi, per via dell’emergenza Covid e ragioni dunque indipendenti dalla volontà dei singoli. Basterà aver svolto almeno il 70 per cento della durata del progetto. La mano tesa interessa i contratti di tirocinio, i contratti di lavoro- apprendistato (della durata iniziale di tre mesi) e i corsi di formazione per i contratti di lavoro, apprendistato e tirocinio della durata iniziale di tre mesi. In tutti e tre i casi il rimborso sarà integrale: 750 euro per ogni mese per i tirocini, 500 per il lavoro-apprendistato . Per il corso di formazione le spese saranno coperto se sono state fatte almeno 21 ore di lezione.

“Nessuno deve rimanere indietro e per quanto possibile dobbiamo prevenire e mitigare i danni che la pandemia può provocare sulla condizione occupazionale e formativa delle nostre cittadine e dei nostri cittadini” spiega l’assessora al lavoro della Toscana, Alessandra Nardini. La giunta, su sua proposta, ha approvato in questi giorni una delibera che, alla luce della grave situazione di emergenza sanitaria ed economica determinata dalla pandemia da Covid-19, introduce per l’appunto disposizioni agevolate per i beneficiari delle borse di mobilità professionale che stanno svolgendo un’esperienza all’estero.

Le borse sono state introdotte nel 2017 grazie alle risorse europee del Por Fse 2014-2020 ed hanno l’obiettivo di migliorare l'occupazione di cittadine e cittadini attraverso la specializzazione e l’accrescimento delle competenze linguistiche e professionali per rispondere in modo più efficace ai fabbisogni del mercato del lavoro che si sta innovando ed internazionalizzando sempre più.

“La pandemia, evento  imprevedibile che ha colpito tutti gli Stati membri dell’Unione Europea – aggiunge l’assessora -, ha creato condizioni eccezionali che devono essere affrontate con misure specifiche e flessibili. Ecco perché ho ritenuto importante intervenire per tutelare le persone che, durante la fase emergenziale potrebbero, per ragioni indipendenti dalla loro volontà, essere costrette ad interrompere la loro esperienza professionale prima del termine minimo di durata previsto dall’avviso ai fini del rimborso, ovvero  tre mesi”.

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