Emergenza ungulati, Cia: "Situazione fuori controllo, serve una task force"
«Solo con una decisa ed organizzata politica venatoria sarà possibile tamponare l’emergenza ungulati per recuperare il tempo perso dopo le chiusure per Covid. Ma è necessario procedere con urgenza con l’attività di contenimento che deve essere messa in atto, attraverso la ripresa delle attività di controllo, coordinate dalla polizia provinciale e guardie venatorie, e prevedere anche gli abbattimenti programmati e la caccia di selezione. Arrivati a questo punto, con i numeri attuali, non vanno trovare scorciatoie. Serve una task force, la situazione appare fuori controllo». E’ quanto sottolinea la Cia Agricoltori Italiani della Toscana sull’emergenza ungulati, dopo che, come anticipato nei giorni scorsi, con la zona Arancione sarebbe stato possibile riaprire la stagione venatoria.
La Regione Toscana deve adottare delle linee guida regionali da applicare su tutto il territorio – spiega Cia Toscana - per il risarcimento dei danni da parte degli Atc e degli altri soggetti titolati al rimborso (parchi, aree protette, ecc.)
Occorre inoltre intervenire con tempestività appena l’agricoltore segnala il danno o il potenziale danno alle colture. Dalla segnalazione all’intervento di controllo devono passare poche ore: è necessario – secondo la Cia Toscana - tracciare tutti gli interventi.
I cinghiali in Toscana sono arrivati ad un numero che ormai supera i 400mila capi, ma in questo 2020 la caccia non è praticamente stata mai aperta e non si è di fatto sparato: quindi calcolando la naturale proliferazione è facile prevedere una crescita ulteriore ed esponenziale, che provocherebbe una situazione non più gestibile. Considerando anche che è un problema con cui gli agricoltori toscani sono costretti, a loro spese, a fare i conti da decenni.
Danni irreparabili alle colture agricole: per riportare in equilibrio il numero degli ungulati in Toscana è necessario un piano programmato e che possa prevedere l’allungamento di almeno un mese la stagione venatoria, sottolinea la Cia Toscana. La possibilità di cacciare sulla loro proprietà da parte degli stessi agricoltori, come già avviene da tempo, resta una soluzione provvisoria e che non può risolvere un problema ampio e ormai dilagante e con i numeri attuali. Adesso c’è bisogno che ognuno faccia la propria parte, ad iniziare dalle istituzioni.
Fonte: Cia - Ufficio stampa