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Rems Empoli, Scarpa: "Ulteriore passo di civilizzazione"

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Venerdì 24 luglio in località Pozzale di Empoli si è svolta una Conferenza Stampa di presentazione ed inaugurazione della Residenza per Esecuzione delle Misura di Sicurezza Detentive, strutture che sono state allestite, a partire dal 2015, per accogliere le persone affette da infermità psichica e che hanno commesso un reato. Come previsto nel Codice Penale, e nella Legge 81/2014, devono essere curati, se socialmente pericolosi e sottoposti ad una misura di sicurezza, ma non al carcere, in strutture chiuse, a gestione completamente sanitaria, con sorveglianza e confinamento perimetrale. In Italia vi sono più di 30 strutture simili (denominate REMS) ed “ospitano” oltre 600 persone. La Legge 81 del 2014, preceduta da altri provvedimenti fin dal 2008, ha rappresentato un segno di grande civiltà perché ha risolto il problema del nostro Paese, più volte segnalato dall’Unione Europea e dalla Corte dei Diritti dell’Uomo, imputato di curare persone con malattia psichica in ambienti carcerari.

La REMS di Empoli è stata allestita in località Pozzale, nell’ex carcere di Empoli, che ha accolto negli anni prima giovani adulti e poi donne detenute, adeguatamente trasformato in una struttura che, al di là dell’imponente muro di cinta che la separa dalle case e dall’ambiente circostante, ha caratteristiche di un ambiente dove è realmente possibile trattare le persone con malattia psichica, provvedere alla loro riabilitazione, consentirgli di riprendere, dove possibile, un posto nel contesto sociale e familiare.

In pratica, rispetto all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario, avere personale sanitario, infermieri, medici, psichiatri, psicologi, educatori e tecnici riabilitazione, assistente sociale, personale preparato o è impegnato in questi giorni ad apprendere e svolgere un compito di aiuto e di supporto a chi ha commesso un reato, ma è soprattutto bisognoso di cure e non di punizione. Quel passo che gli OPG non hanno mai potuto fare perché legati ad una legislazione ed una regolamentazione carceraria, adatta a gestire persone che hanno commesso reati ma in uno stato di volontà e consapevolezza delle conseguenze.

La Polizia Penitenziaria, che per anni ha svolto negli OPG un compito di affiancamento alle limitate risorse di personale sanitario, non potrà che essere lieta di poter concentrare il proprio lavoro nel. carcere ed altri luoghi, per trattare la criminalità e non certo la malattia. La REMS di Empoli, dotata di 9 posti, potrà accogliere e curare persone che attualmente, non essendo sufficiente l’altra REMS di Volterra, si trovano in carcere in attesa di un luogo di cura, oppure negli SPDC, togliendo posto ad altri cittadini che hanno bisogno di cure, o in qualche caso libere. Ridurre la lista di attesa di ingresso nelle REMS, rischio per i singoli pazienti, che non possono essere curati, e di tutti i cittadini.

La nuova REMS di Empoli può garantire più sicurezza al contesto sociale, perché ridurrà il numero di persone ritenute pericolose e non ancora accolte nell'unica struttura presente a Volterra,  e nello stesso tempo più diritti di cura per i singoli pazienti che ricevono una misura di sicurezza.  L'interno della struttura è dotato di impianto di telecamere a circuito chiuso controllato da personale di vigilanza collegato con le Forze dell'Ordine locali che adotteranno protocolli per controlli perimetrali, e del territorio circostante, e per interventi in caso di necessità. Il personale adotterà tutte le procedure previste la gestione dei momenti ciritic e/o delle emergenze, analogamente a quanto avviene in qualsiasi altra struttura sanitaria. I programmi terapeutici e riabilitativi formulati per i pazienti potranno prevedere, se il Magistrato lo consente, uscite e licenze esterne ma sempre con accompagnamento di operatori o in attività protette. 

Le persone che sono ospitate nelle REMS del nostro Paese non possono essere descritte e rappresentate da singoli casi, per quanto drammatici e crudeli, e il nostro Paese riconosce a tutti il medesimo diritto di cura attraverso l’art. 32 della Costituzione. Il giorno 24 luglio in Empoli è accaduto questo, niente feste o voglia di apparire, ma solo ed esclusivamente l’avvio di un ulteriore passo di civilizzazione e di equità dei diritti di cura per ogni cittadino che abbia un bisogno di cura.

Franco Scarpa, circolo Samarcanda

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