Non è solo fisioterapia: gli 'abbracci' ai pazienti Covid a Prato
"Non è solo una relazione terapeutica quella che si stabilisce tra i pazienti malati di Covid19 e i fisioterapisti ma qualcosa che va oltre. Soprattutto dopo tanti giorni di immobilizzazione quell'abbraccio per sollevarsi dal letto o semplicemente per ritornare in posizione supina è fondamentale: è il primo contatto fisico prolungato dopo tanti giorni e genera profonde emozioni". Lo raccontano i fisioterapisti del team del San Jacopo diretto dal dottor Simone Bonacchi, in questo periodo fortemente impegnato, come tutti gli altri operatori, nel trattamento riabilitativo, sia a livello territoriale che ospedaliero, dei pazienti con Covid19.
Quegli "abbracci " sono talvolta gli stessi pazienti, a chiedere ai fisioterapisti che siano prolungati, in particolare i più anziani. "Chiudo gli occhi e faccio finta di stringere mio figlio".
"Sono stata molto felice di apprendere che nascono anche queste relazioni empatiche, che sono fondamentali nel processo di cura e perché credo molto nell'umanizzazione delle cure e mi sto adoperando per svilupparle ulteriormente nel nostro ospedale" ha dichiarato il direttore sanitario del presidio ospedaliero la dottoressa Lucilla Di Renzo.
Dalla rieducazione respiratoria in Terapia Intensiva e Sub Intensiva con lo "svezzamento" dal ventilatore polmonare a quella motoria nei setting di cura in ospedale e anche in quello territoriale delle cure intermedie al Ceppo i fisioterapisti rieducano i pazienti sia nella fase acuta che post-acuta. "Sono pazienti fragilissimi che hanno vissuto l'esperienza della malattia in una condizione di isolamento e anche di paura e che devono progressivamente e di nuovo imparare a svolgere funzioni che prima avvenivano automaticamente, come ad esempio la respirazione"- spiegano ancora i fisioterapisti.
Vengono descritti come momenti indimenticabili quelli quando i pazienti lasciano il "casco" (il device terapeutico Cpap che permette la ventilazione respiratoria) e si affidano ai fisioterapisti per "imparare" nuovamente a respirare da soli.
Sovente la riabilitazione avviene in pazienti che oltre ad essere affetti dal virus hanno anche subito fratture, specie quelle al femore negli anziani.
Il servizio di riabilitazione della Zona di Pistoia oltre ad occuparsi dei pazienti con coronavirus non lascia indietro tutti gli altri: i pazienti con esiti da ictus, per esempio.
Il personale fisioterapico territoriale, inoltre, a breve, sarà coinvolto nella costituzione delle cosiddette USCAR (Unità Speciali Continuità Assistenziale Riabilitativa), che opereranno a domicilio dei pazienti Covid positivi. Tali Unità agiranno in stretta sinergia con la Direzione della Zona/Distretto e con la medicina territoriale.
I fisioterapisti fanno parte del Dipartimento delle Professioni Tecnico - Sanitarie che, oltre a questi professionisti, si compone dei Logopedisti, dei Tecnici di Radiologia Medica, dei Tecnici di Laboratorio,dei tecnici della prevenzione, degli assistenti sanitari e di tutte le altre professioni tecniche: anche tutti questi operatori, sono impegnati, quotidianamente e continuativamente,a seconda delle loro specificità, nell’azione di contrasto e contenimento della pandemia da Covid 19.
Fonte: Azienda Usl Toscana Centro - Ufficio stampa