Addio a Ghita Vogel, simbolo di San Frediano e di fiorentinità
“Se ne va, Ghita Vogel, simbolo di genuina fiorentinità. Con la sua vita ha espresso la Firenze della solidarietà, vicina a tutti quei giovani che non avevano mezzi per formarsi e studiare. Aveva scelto la strada del sostegno allo studio a chi non poteva permetterselo e aveva scelto di farlo nella San Frediano povera e popolare insieme a Don Cubattoli, per tutti noi Don Cuba.
A donne come lei, come per Fioretta Mazzei, dobbiamo tanto, non solo per quello che hanno fatto nel rione di San Frediano ma per quello che hanno significato per tutta la città e per quello che hanno espresso attraverso la loro vita caritatevole e dedicata agli altri. Ci mancherai tanto”.
Questa la dichiarazione di Mirco Rufilli (PD), consigliere delegato per la valorizzazione della fiorentinità.
Scomparsa Ghita Vogel, l’assessore Martini: “Una persona straordinaria sempre attenta ai bisogni dei più fragili”
“Ho conosciuto Ghita Vogel e collaborato con lei in molti progetti. La sua morte è davvero una notizia che mi addolora molto”. E’ quanto dichiara l’assessore alla cultura della Memoria Alessandro Martini dopo aver saputo della scomparsa di Ghita Vogel, storica collaboratrice di Don Danilo Cubattoli e figura molto conosciuta in città.
“Si tratta di una grande perdita per Firenze. Ghita Vogel è stata una donna straordinaria, ha vissuto una vita lunga ed operosa dedicata agli altri con una generosità non comune e una grande attenzione in particolare ai più fragili. Ci mancherà molto”.
Dormentoni (Q4) Ciao Ghita, ci mancherai
Ghita Vogel, donna simbolo del quartiere della San Frediano popolare della metà del secolo scorso, della famiglia che nel Novecento ha posseduto e abitato la Villa che oggi è la sede civica del Quartiere 4 di Firenze (mi ricordo il suo racconto della vita da ragazza in quella villa praticamente di campagna un giorno di qualche anno fa in cui ci era venuta a trovare emozionandoci), accanto alla quale esistono due case famiglia da lei fondate, oggi dell'Opera Madonnina del Grappa, e una mensa sociale, oggi gestita dalla Caritas, è morta ieri a 96 anni nella sua casa in via del Drago d’Oro, nel cuore dell’Oltrarno, anche questa fondata come casa famiglia, la prima in Italia, negli anni Quaranta. E’ stata assistente di don Danilo Cubattoli, decano dei cappellani delle carceri d’Italia, e per decenni, con grande umiltà e dedizione, ha aiutato i più sfortunati, soprattutto giovani e famiglie in difficoltà. “Una persona straordinaria sempre attenta ai bisogni dei più fragili”, come ha giustamente detto l'assessore Alessandro Martini nel ricordarla.
Le esequie saranno celebrate sabato 5 dicembre alle 15.30 nella Chiesa di San Frediano in Cestello dal parroco e Vicario episcopale, don Wieslaw Olfier.