Test e premio produzione negati, Cgil e Cisl protestano per i lavoratori di Servizi Italia
La Servizi Italia, azienda che occupa oltre 200 dipendenti all’interno dei presidi ospedalieri di Careggi e di grande parte della Toscana, che eroga servizi di lavanolo (lavaggio e noleggio della biancheria ospedaliera /e divise di medici e infermieri) e di sterilizzazione dei ferri delle sale operatorie, nega il premio produzione ai lavoratori.
Oltre al pagamento del Premio produzione, da mesi sindacati e lavoratori chiedono a gran voce un progetto di sorveglianza sanitaria attiva, ma viene negata ai lavoratori la possibilità di avere i test sierologici per il Covid-19: per i manager sembra troppo costoso eseguire uno screening su tutti i lavoratori. “La salute ha un costo troppo alto?", si chiedono i lavoratori.
Neanche in un anno come il 2020 l’azienda si è dimostrata riconoscente con i propri dipendenti, anzi ha dato loro un vero e proprio schiaffo, decidendo di togliere anche ciò che già avevano negli anni passati: il Premio produzione, questo nonostante i grandi sacrifici fatti dai lavoratori che sono andati a lavorare nonostante il timore della pandemia.
Il 2020 è stato un anno nel quale Servizi Italia ha fatto fronte alle nuove esigenze dei reparti ospedalieri, grazie alla disponibilità dei lavoratori che, “dimenticandosi” della presenza del virus, ancora più probabile nei presidi ospedalieri, hanno accettato di fare tutto quello che era necessario per garantire l’agibilità delle strutture sanitarie, per servire medici, infermieri e pazienti.
Purtroppo la direzione aziendale di Sevizi Italia sembra non essersi accorta del sacrificio di chi è in prima linea, si è dimostrata più attenta alla rendita finanziaria, privilegiando il rapporto con gli investitori, piuttosto che ai lavoratori.
Ai manager che sembrano sempre più distaccati dal mondo del lavoro diciamo che sono i lavoratori che garantiscono la qualità del servizio alle strutture ospedaliere, oltre che il supporto al personale sanitario e soprattutto la salute e il confort ai pazienti ricoverati negli ospedali, non sono certamente gli azionisti finanziari; sono i lavoratori che con il loro salario fanno girare l’economia nazionale, non gli investimenti nei paesi esteri.
Nei prossimi giorni organizzeremo le assemblee sindacali per decidere insieme ai lavoratori le azioni di lotta da mettere in campo, serve un segnale forte che faccia sentire alla direzione aziendale l’indignazione dei lavoratori. È l’ora di riportare il lavoro al centro dell’attenzione!
Le segreterie e le Rsu Filctem Cgil e Femca Cisl