Omicidio Checcucci, arrestato il vicino di casa 53enne

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Omicidio Checcucci, arresto e carcerazione

Alle prime ore della mattina di oggi, martedì 24 novembre, i carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Pisa e della compagnia di San Miniato hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Pisa Donato D'Auria su richiesta della locale Procura, nei confronti di un uomo, ritenuto responsabile dell’omicidio di Roberto Checcucci, nato a Firenze il 31.01.1967, commesso in data 27 settembre a Castelfranco di Sotto, lungo l’argine del Fiume Arno.

L'uomo è coetaneo della vittima, 53 anni. Si chiama Luigi Cascino, è originario della Sicilia (Canicattì), ha due figli e lavora nella raccolta rifiuti a Fucecchio. Abitava in Toscana da una ventina d'anni con la famiglia. Non ha precedenti e al momento si trova nel carcere 'Don Bosco' di Pisa.

In carcere il vicino di casa

A parlare è il procuratore della Repubblica di Pisa Alessandro Crini: "Pare che l'omicidio sia dovuto a una lite condominiale. L'arresto riguarda un vicino di casa di una famiglia con cui aveva litigato. I carabinieri hanno lavorato benissimo e anche la procura. Per ora non c'è stato nessun interrogatorio".

A incastrarlo sarebbe stato il dna rinvenuto sotto forma di traccia sotto le unghie della vittima.

Ritorniamo sul luogo del delitto. In uno di questi canneti che costeggiano l'argine, a 190 metri di distanza dal cadavere, c'erano già delle tracce di sangue e una mascherina chirurgica. Sarebbe nata lì l'aggressione.

Il dna porta a un profilo

Checcucci una reazione l'ha avuta, visto che il suo fisico era comunque reattivo. Ci sarebbero state delle coltellate 'di difesa' in seguito alla reazione di Checcucci. Viene inseguito e ucciso non lontano dall'unica casa presente. Gli abitanti hanno visto delle figure ma non sono state in grado di dare ulteriori dettagli. Sotto una delle unghie di Checcucci il consulente di medicina legale trova un Dna misto.

Viene selezionato il profilo genetico di quello che in quel momento è inquadrato come assassino, un cromosoma maschile. La seconda attività di indagine parte quando si deve dare un nome e un cognome all'omicida.

Si scava nella vita di Checcucci. Una vita riservata. Le fonti di reddito sono piccole rendite della famiglia. I carabinieri capiscono che il fratello Gilberto è più litigioso e 'fumino', ci sono rapporti tesi col vicinato ma inizialmente era un aspetto generalizzato. Poi si arriva a focalizzare i contrasti con una famiglia originaria del Sud Italia, vicina di casa dei Checcucci.

L'arrestato in passato aveva investito Gilberto con l'auto ma il fatto era emerso quasi come una casualità. Proprio per questo Cascino non venne denunciato e poco tempo fa è arrivato il risarcimento dell'assicurazione per il fatto. La ferita ha causato problemi di deambulazione a Gilberto Checcucci.

I problemi nascono per la gestione di aree comuni all'interno delle proprietà dell'arrestato e della famiglia Checcucci. Microconflittualità che avrebbero portato al gesto feroce.

Il metodo con cui è stato ottenuto il Dna dell'arrestato merita l'encomio. 

Durante l'interrogatorio dei carabinieri in caserma a San Miniato per una testimonianza, Cascino tira fuori un fazzoletto per toccare il bicchierino da caffè e beve senza appoggiare le labbra. Poco dopo viene interrogata la moglie, questa invece beve e tocca lo stesso bicchiere. Infine viene fatto il test dell'etilometro al figlio, così si risale al Dna anche del padre. Al suo interno si scopre il cromosoma Y che coincide con quello del dna trovato sotto le unghie di Checcucci.

Le immagini delle telecamere

Tutte le telecamere di zona vengono messe sotto la lente dei militari. Il lavoro ha portato al sequestro di tutti gli impianti, da una arrivano le risposte attese.

Di tutte le persone che frequentano l'argine e che potevano essere di interesse, ce n'era una indicata come 'lo scamiciato' che era la più a ridosso di Checcucci. Nessuno sembrava conoscerlo.  Il gilet senza maniche è il vestito inquadrato e sarebbe lo stesso vestito trovato nell'armadietto dell'arrestato.

Le telecamere sono sull'argine, una corrisponde a uno degli accessi da Santa Croce su una rampa, verosimilmente su via Sant'Andrea. Lì c'è una persona che corrisponde allo scamiciato. Da come viene inquadrato sembra che abbia in tasca qualcosa che pesa.

Accede alla rampa un minuto dopo Checcucci. Dopo un po' di tempo il soggetto ricompare claudicante e sporco su quella medesima rampa. La mano sinistra nascosta sotto il giubbotto. Questo ha fatto pensare che sia di ritorno dall'accoltellamento. Il fatto viene collocato alle 10 del mattino, alle 11 torna nelle condizioni su indicate. La rampa sarebbe collocata verosimilmente su via Sant'Andrea, le telecamere guardano verso l'argine.

L'aggressione invece inizia ai Macchioni, in un punto dell'argine che si può considerare il più appartato ma si sviluppa a una distanza notevole. C'è un inseguimento. Si pensa che l'arrestato avesse tenuto conto delle abitudini di Checcucci. Va messa in conto la programmazione del fatto, considerando inoltre che le celle del cellulare dell'arrestato non agganciano quelle di Santa Croce, come a non voler farsi scoprire lasciando via il cellulare.

C'è stato uno scambio di persona? L'arrestato voleva colpire Gilberto Checcucci? Al momento gli investigatori sembrano escludere questa cosa, ma ci saranno chiarimenti.

Omicidio Checcucci arresto, non solo una coltellata

Sembra che nel luogo di lavoro dell'uomo arrestato sia stato trovato oggi l'abbigliamento del giorno dell'omicidio, oltre a un coltello e alla parte superiore di una mazza. Questo fatto si sposa bene anche con quanto detto dal perito, perché non venne colpito solo dalla coltellata. Inizialmente alcune ferite erano state imputate alla parte in legno del coltello. Potrebbero essere invece legate alla mazza in legno ritrovata.

Gli interrogativi ancora aperti

Gilberto Checcucci aveva rapporti conflittuali con i vicini, Roberto era molto tranquillo e riservato. Perché uccidere quest'ultimo? L'arrestato aveva premeditato il gesto, visto le armi che si sarebbe portato dietro. Ci sono ulteriori motivi dietro a questo gesto?

Lo scambio di persona non sembra possibile, stando agli inquirenti.

Possono delle liti per parcheggi e altre cose futili portare ad uccidere una persona? Lo dovranno scoprire gli inquirenti.

Omicidio Checcucci arresto, il contesto

L'arresto arriva quasi a due mesi di indagini su colpevole e cause. L'uomo fu trafitto da svariate coltellate una domenica mattina lungo un tratto dell'argine dell'Arno usato da molti residenti per lunghe passeggiate o sessioni di corsa. Fino a oggi non sono stati chiariti i motivi dell'aggressione, anche l'ipotesi della rapina è caduta in breve tempo perché l'uomo non aveva denaro o oggetti di valore con sé.

L'omicidio ha scosso la popolazione e la famiglia di Checcucci, composta dall'anziana madre e dal fratello, residente a Fucecchio da anni. Roberto Checcucci era disoccupato da tempo, i carabinieri hanno scandagliato in profondità nella sua vita, apparentemente senza trovare punti d'interesse tali da spingere a un assassinio.

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