Nuovo laboratorio tra Università di Siena e Baker Hughes
Facilitare lo scambio di informazioni e di tecnologie fra il mondo industriale e il mondo accademico nell’ambito della ricerca sull’Intelligenza Artificiale: nasce l’AI LAB–Baker Hughes & Università di Siena, nuovo laboratorio di ricerca congiunto tra il dipartimento di Ingegneria dell’informazione e Scienze matematiche dell’Ateneo e Baker Hughes, attraverso la società Nuovo Pignone Tecnologie.
Basato su una proposta di ricerca condivisa, il laboratorio vuole essere un luogo di incontro insieme fisico e virtuale attraverso la condivisione di know-how e risorse, per produrre nuovi risultati e facilitare l'acquisizione di nuovi investimenti per le attività di ricerca e sviluppo.
Il laboratorio renderà accessibili all’impresa quegli ambiti di ricerca di avanguardia nel settore dell’Intelligenza Artificiale che necessitano una valutazione attenta per la successiva applicazione al mondo industriale. Inoltre, attraverso il coinvolgimento di ricercatori e studenti, permetterà l’incontro tra profili altamente specializzati in questo settore e necessità professionali aziendali.
Obiettivo è valorizzare la ricerca dell’Ateneo e generare idee applicabili al mondo industriale, attraverso lo sviluppo di progetti di comune interesse, attività formative specialistiche e di orientamento collegate alla ricerca e scambio di esperienze e conoscenze con seminari, conferenze e percorsi di formazione dedicati.
“L’iniziativa - ha evidenziato il Rettore dell’Università di Siena Francesco Frati - rappresenta un’ulteriore occasione di virtuoso partenariato pubblico-privato in grado di sostenere le azioni di trasferimento tecnologico, ritenute sempre più importanti, tanto da essere anche specifico oggetto di valutazione nell’ultimo esercizio della VQR 2015-2019”.
“Siamo davvero soddisfatti- ha sottolineato il professor Marco Gori, membro del comitato scientifico di AI LAB–Baker Hughes & Università di Siena- della costituzione di questo nuovo laboratorio di ricerca congiunto che formalizza la collaborazione con un partner importante, con cui il dipartimento di Ingegneria dell’informazione e Scienze matematiche ha in corso scambi da tempo su numerosi temi, anche diversi da quelli dell’Intelligenza artificiale. Primo passo concreto sarà l'acquisizione da parte di Baker Hughes di un sofisticato e potente sistema di calcolo che sarà messo a disposizione dei nostri ricercatori, offrendo la preziosa opportunità di accelerare i processi di studio e la validazione, attraverso la simulazione dell’applicazione degli algoritmi, delle idee di ricerca”.
“Per noi è molto importante poter contare sulle competenze dell’Università di Siena in ambito di Intelligenza Artificiale, lavorando insieme per trasferirle in applicazioni concrete in ambito industriale” ha commentato Paolo Noccioni, Vicepresidente Innovazione e R&D per il business Turbomachinery & Process Solutions (TPS) di Baker Hughes. “Si tratta di un modello di innovazione che funziona e che genera ricadute positive sia a livello di ricerca, sia a livello economico. Ad oggi collaboriamo con circa 25 tra Università e Centri di Ricerca italiani, e abbiamo sviluppato programmi congiunti con un valore economico generato stimabile in oltre 16 milioni di euro”.
Baker Hughes è un'azienda di tecnologia al servizio dell’energia che fornisce soluzioni per i clienti dell’energia e dell’industria in tutto il mondo. A Firenze ha sede l’headquarter globale della divisione Turbomachinery & Process Solutions, che rappresenta per il gruppo il centro di eccellenza a livello mondiale per le attività di ricerca, sviluppo e produzione di turbine a gas e compressori.
Il funzionamento del laboratorio è garantito dalle attrezzature, dai servizi e dal personale in dotazione del dipartimento dell'Ateneo senese. Baker Hughes metterà a disposizione del laboratorio importanti risorse di calcolo per sperimentazioni nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, facendosi carico dei costi di gestione, di manutenzione e di aggiornamento delle attrezzature, sia per ciò che concerne l’hardware che il software.
Fonte: Università di Siena - ufficio stampa