Covid, risoluzione per salvaguardare attività toscane legate al turismo
E' stata approvata stamani all'unanimità in commissione 2 (Sviluppo economico) una risoluzione che chiede al Governo e alla Regione Toscana di considerare le attività artigianali e commerciali operanti all’interno dei centri storici patrimonio dell’Unesco come in tutto e per tutto facenti parte della filiera turistica, in modo da evidenziarne la particolare vulnerabilità in termini economici dovuta agli effetti della pandemia e conseguentemente prevedere ristori più adeguati e mirati per il calo dei fatturati, includendo tra i possibili beneficiari anche le attività economiche rientranti tra quelle “essenziali” o che sono state solo parzialmente limitate dai provvedimenti sanitari, ma che possono aver subito comunque gravi perdite in ragione della rilevante diminuzione della presenza turistica.
Il presidente Enrico Conti sottolinea come l’emergenza abbia fatto “prendere coscienza del fatto che in alcuni contesti territoriali la filiera delle attività che dipendono dalla domanda di beni e servizi turistici vada molto al di là dei sola ricettività e somministrazione, ma comprenda molte altre attività sia commerciali che produttive, in particolare artigianali, che oggi stanno soffrendo in modo particolare l’assenza del turismo”.
“Per salvaguardare questo tessuto produttivo che è parte integrante dell’identità e della vivibilità stessa dei centri storici, anche per i residenti, occorrono dunque strumenti che tengano meglio conto delle interdipendenze settoriali e delle specificità territoriali, in modo da rendere più efficaci ed efficienti gli interventi di ristoro, laddove necessari” sottolineano i primi firmatari dell'atto di commissione Ubaldo Bocci e il presidente Conti.
Segue il testo integrale della risoluzione
Tipo atto: risoluzione
Oggetto: sui ristori per le attività economiche all’interno dei Centri storici Unesco.
Proponente: Ubaldo Bocci Enrico Conti.
IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che il persistere della pandemia, che ha reso necessari nuovi provvedimenti di contenimento della diffusione e nuove restrizioni delle attività economiche, sociali, culturali per il periodo autunno/inverno 2020, sta aggravando la situazione di molti settori economici del nostro Paese;
Rilevate le pesanti ripercussioni che investono il settore turistico ed i territori che nell’economia del turismo sono specializzati;
Considerata l’importanza del tessuto delle attività artigianali e del commercio al dettaglio per l’identità e la socialità dei centri storici italiani;
Considerato poi l’impatto economico delle necessarie misure di contrasto al virus sulle attività artigianali e del commercio al dettaglio;
Constatata la particolare apertura internazionale della città di Firenze e la profonda relazione con il turismo del tessuto commerciale e artigianale che opera all’interno dei centri storici con spiccato pregio storico-artistico, e tra questi in particolare il Centro Unesco di Firenze;
Considerando che il fatturato di queste attività dipende per la maggior parte dalla domanda turistica fino a punte di oltre l’80%;
Evidenziato peraltro che la stessa classificazione internazionale delle attività caratteristiche del turismo (UNWTO) definisce la maggior parte dei settori ATECO commerciali e artigianali presenti nei centri storici come settori “caratteristici del turismo” ossia settori per i quali il venir meno della domanda turistica causa una rilevante diminuzione del loro fatturato, fino alla loro scomparsa (UNWTO);
Visto che una parte rilevante delle attività commerciali all’interno del Centro Unesco di Firenze rientra già in questa fattispecie;
Considerata l’opportunità, nel definire politiche di ristoro del danno causato dal Coronavirus e dalle misure necessarie a contenerlo, di selezionare accuratamente, in una logica non meramente settoriale ma di filiera e territoriale, i soggetti beneficiari dei ristori;
Visto quanto previsto dal Dl n. 104 del 14 agosto 2020 in termini di contributo a fondo perduto ai produttori di beni e servizi con attività situate all’interno delle zone A dei comuni capoluogo di provincia o metropolitani.
Valutato poi che gli stessi rappresentanti delle associazioni di categoria delle imprese artigiane nella seduta degli Stati generali del turismo tenutasi a Firenze il 15 luglio scorso hanno richiamato l’attenzione sull’opportunità che il tessuto dell’artigianato all’interno dei centri storici possa essere considerato a tutti gli effetti come facente parte della filiera del turismo
Invita
il Governo italiano e la Regione Toscana a predisporre una normativa che comprenda le attività artigianali e commerciali operanti all’interno dei centri storici patrimonio dell’Unesco come in tutto e per tutto facenti parte della filiera turistica in modo tale da evidenziarne la particolare vulnerabilità in termini economici dovuti agli effetti della pandemia e conseguentemente prevedere ristori più adeguati per il calo dei fatturati, includendo tra i possibili beneficiari anche le attività economiche rientranti tra quelle “essenziali” o che sono state solo parzialmente limitate dai provvedimenti sanitari, ma che possono aver subito gravi perdite in ragione della rilevante diminuzione della presenza turistica.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa