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Cinque anni senza Francesco Vaira, la lettera commossa dei genitori

Francesco Vaira

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dei genitori di Francesco Vaira, scomparso 5 anni fa a Firenze.

Caro Francesco,
sono cinque anni oggi, cinque anni da quando sei volato in cielo all’improvviso, dormendo nel tuo letto, nella casa dove abitavi a Firenze lì a Porta al Prato.

Sono stati cinque anni di lacrime e di sorrisi, di sogni travagliati e di cieli luminosi, di pensieri contrastati e di respiri profondi, di buio totale e luce folgorante, di notti insonni e albe radiose.

Cinque anni dove abbiamo dovuto trovare tanta forza per non essere abbattuti dall’uragano. Cinque anni di incontri, di tanti incontri.

Con i tuoi amici, con chi ti aveva conosciuto e con chi aveva poi solo saputo di quanto fosse successo. Incontri pieni di calore e di grande vicinanza un po' ovunque, da parte di situazioni le più diverse e a volte inaspettate.

Tante sono state le persone, amici, artisti e semplici conoscenti che hanno voluto partecipare alle feste organizzate per te e che hanno scandito il passare dei mesi e degli anni a partire da quei giorni.

Lo sai, perché comunque sei stato sempre presente, di queste feste organizzate per te negli anni passati, subito quando tutto successe, poi per il tuo anniversario ogni novembre e per il tuo compleanno il 10 agosto quando le stelle danzano nel cielo e cadono dando ali ai nostri desideri.

Abbiamo vissuto quei momenti con l’energia più bella nella musica suonata per te, nel canto, nelle poesie, negli sguardi, negli abbracci, nelle risate, nel calore della notte d’estate e nel fuoco che ci ha scaldato in autunno, nel vino bevuto con piacere e nel cibo preparato con amore.

Festeggiare la tua trasformazione in pura energia è stato qualcosa di meraviglioso che ha, in qualche modo, modificato, nonostante tutto, il dolore straziante per la tua perdita in speranza nella vita e nella consapevolezza di doverla vivere, intensamente, momento per momento, giorno dopo giorno senza sprecarne neanche una goccia, senza sprecarne neanche un secondo.

Abbiamo festeggiato insieme, tutti , noi la tua famiglia e tantissimi amici che ti hanno conosciuto e amato, abbiamo festeggiato la fortuna di averti avuto con noi, e di averti, in qualche modo per sempre, nella nostra esistenza.

Lo sai, adesso, quest’anno, non è stato possibile organizzare niente di simile. Saprai certamente di questa incredibile situazione che stiamo vivendo e stiamo qui a chiederci, già dalla scorsa primavera, come tu avresti reagito al non poterti muovere liberamente come sempre facevi. Ti saresti sicuramente arrabbiato e non poco, come spesso facevi, o anche forse l’avresti presa, con il tuo sorriso stupendo, come ugualmente spesso ti rivolgevi ai tuoi amici “Oh la fate finita di farvi le paranoieee?!” andando avanti a pensare ai tuoi progetti. Sì ci piace pensarla così.

Sai, niente ci ha portato a te, in questi anni, come il sorriso dei bambini negli spettacoli di Circusbandando. E poi anche parlare e stare i contatto con i tuoi amici, qui in zona o in giro per i posti più diversi, da Parigi, a Sidney ad Amsterdam, a Londra o con ragazzi che incontriamo nel nostro movimento, più o meno dei tuoi anni, ad ascoltare cosa stiano facendo, i loro progetti, il lavoro, la famiglia, i bambini…

Eh sì! I bambini. Bambini figli di tuoi amici e di tue amiche, di ragazzi che si conosce per contrade vicine e lontane, di giovani genitori ai nostri spettacoli. Quando sentiamo di un bambino che nasce ci viene da pensarti. E’ come se ti vedessimo dentro, coinvolto in quella storia, in quello splendido evento che più bello non ce n’è e ci viene da sorridere con una emozione tutta particolare. Assolutamente speciale

Proprio così! Ci succede sempre, più forte di prima, di avere una bella emozione, ad ogni nascita di cui veniamo a conoscenza, ad ogni fiocco azzurro o rosa che sia, di quei pochi che capita di vedere, appeso ad una porta . E pensiamo ancora più forte a te anche ad ogni morte perché purtroppo ugualmente intorno a noi e lontano da noi, naturalmente come c’è chi nasce c’è anche chi muore. Non solo anziani. Anche ragazzi.

L’ultimo, Mattia di appena 23 anni, qui vicino, ad Orciatico, volato in cielo come te all’improvviso solo qualche giorno fa. O altri per le ragioni più diverse e ultimamente per il Covid, qui in Toscana, a Milano e ovunque in Italia e nel mondo. Lo sai, poi cosa succede. La morte, con il suo enorme carico di mistero e di dolore, lascia sempre sgomenti, attonniti, senza parole. Comprensibile. Avviene una forzata separazione che porta inevitabilmente una perdita. Tristissima e per sempre. Noi lo sappiamo bene.

Ma, per fortuna, ricordiamo sempre le parole che gli amici scrissero sul grande disegno creato per te “Ho solo intrapreso un viaggio, quello che eravamo rimarrà per sempre. Il tuo sorriso è la mia pace!” E così sorridiamo. Ancora di più pensando al tempo passato insieme. Intensamente. Ricordi che niente e nessuno potrà cancellare.

Quando nascesti, il podere, la campagna, questo speciale paesaggio toscano pieno di colline, di colori e ricordiamo le speciali atmosfere nelle quali sei cresciuto e che ci hanno visto poi anche litigare nella tua ribelle adolescenza…. Pensiamo ai nostri viaggi insieme e poi, ormai grande, ai tuoi movimenti fuori della famiglia in giro per Volterra, la Toscana, per l’Italia e per l’Europa. Spirito libero. Sì! Fino in fondo.

Ed ora, da cinque anni, negli spazi infiniti dell’universo.

Sempre, comunque, vicino a noi.

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