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GoBlog  - Irene Rossi


OPUS 139, Beethoven e molto altro a Liberi Tutti su Radio Lady

Al Quaranthana Teatro Comunale di San Miniato, Elisa Racioppi, Alberto Maria Gatti e Massimo D’Amato nei giorni scorsi hanno iniziato e portato avanti il progetto di residenza OPUS 139, un dialogo tra tradizione e strumenti tipici della ricerca artistica divenendo metafora dell’assoluta bellezza, modernità e attualità delle opere beethoveniane.

Il percorso artistico si inserisce nell’ambito di TeatRock - Verso la Musica di Ricerca ideato dal Teatrino dei Fondi, con il sostegno di SIAE e MiBACT, nell’ambito del programma per chi crea.

I giovani artisti, under 35, hanno vinto un bando e hanno iniziato la residenza artistica in teatro, che avrebbero dovuto portare a termine la residenza con un concerto che avrebbe avuto luogo al Nuovo Teatro Pacini di Fucecchio il prossimo 20 novembre alle ore 21:30. In ottemperanza al DPCM corrente, non si riuscirà a fare il concerto in questo momento ma un video documentario del backstage darà il senso dell’operazione.

In un secondo tempo non appena possibile verrà ripreso il progetto e avrà luogo il concerto spettacolo.

A 250 anni dalla sua nascita, Beethoven rimane punto di riferimento della drammaturgia di questo spettacolo. Il palcoscenico diventa luogo di meraviglie dove musica, video-arte ed elettronica confluiscono in un concerto che propone il superamento delle convezioni accademiche e sviluppa nuove modalità di percezione del suono.

La pianista Neruda, musicista di formazione classica dalla espressività profonda e comunicativa, condurrà il pubblico in un viaggio visionario insieme ad Alberto Gatti, compositore e computer music designer e Massimo D’ Amato, musicista e visual artist. Nello spazio visivo-sonoro l’elemento di matrice classica viene reinterpretato e affiancato da strumenti multimediali in tempo reale. Lo spettacolo si configura come dialogo tra tradizione e strumenti tipici della ricerca artistica divenendo metafora dell’assoluta bellezza, modernità e attualità delle opere beethoveniane.

L’esecuzione al pianoforte interagisce con la tecnologia di analisi del gesto (machine learning e sensori) e con sistemi multi-canale di proiezione del suono (dalla spazializzazione all’uso di trasduttori che eccitando oggetti concreti diventano altoparlanti). Il livello visivo si concentra sull’immersione in ambienti multimediali gestiti attraverso algoritmi che lavorano in tempo reale. Lo scopo è indagare la possibile relazione tra suoni, oggetti e soggetti all’interno di uno spazio dedicato a Beethoven. Il titolo Opus139 rimanda all’idea di opera para-sinfonica non ancora concepita da Beethoven, il cui catalogo finisce con l’opera 138.

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