Fattoria in Maremma compie 60 anni
Era il 1960 e, in Maremma, finalmente, l’agricoltura, attraverso la Riforma Agraria, stava cambiando grazie alle opere di bonifica che avevano trasformato quei terreni un tempo paludosi in zone fertili. Per quanto incomprensibile, però, i giovani si allontanavano comunque dalle loro terre in cerca di altre occasioni, sperando di migliorare la loro vita.
Per Ezio Mantellassi, capostipite di quella che oggi è un’azienda vinicola di successo, quel momento rappresentò invece una scelta per andare controtendenza. Lui stesso lo racconta così: “Una volta, avendo qualche soldo da parte, ero indeciso se comprare casa o comprare terra. Ma te sei matto, mi disse il mio babbo, se cade una bomba la tira giù. La terra, invece… nel buco della terra io ci pianto l’olivo…”
Chissà, forse fu proprio questa saggia spiegazione a chiarire le idee a Ezio tanto che, in quell’anno, con la moglie Silvana, prese la decisione di lasciare l’attività di albergatore sulla riviera ligure e di tornare in Maremma. E’ così che comprano il podere “La Banditaccia”, per piantarci la vigna. Una vera scommessa per il futuro.
La forza di volontà che li aveva accompagnati anche nell’attività ligure era più viva che mai e, con lei, era tornata anche la grande la vecchia passione per il vino. Sì, perché, i “vecchi” Mantellassi, originari del pistoiese, erano stati sempre dediti all’attività di potini e di innestini, oltre che gestori di una piccola trattoria. Producevano anche un po’ di vino, destinato per lo più alla famiglia e agli amici.
Il ritorno di Ezio in Maremma segnò un periodo di grande lavoro, di fatica, di sacrifici “Quando sono venuta qua, racconta la signora Silvana, non era mica così. C’era la casa vecchia, non c’era né la luce né l’acqua in casa e a dormire si andava con la candela…Io avevo sposato l’albergatore, mica il campagnolo, ma mio marito ha saputo coinvolgermi in tutto”.
Oggi, Ezio non c’è più ma, a prendere in mano le redini del glorioso passato sono stati i figli, Giuseppe e Aleardo, oltre alla sempreverde mamma Silvana. I primi quattro ettari di vigneto sono diventati ben 215, distribuiti su alcuni dei tanti colli della Fattoria Mantellassi. Tanti i vitigni, dal Sangiovese all’Alicante, al Cabernet, al Sauvignon, al Morellino, al Merlot, alla Malvasia nera, al Ciliegiolo, al Trebbiano toscano, al Vermentino Bianco, all’Ansonica, allo Chardonnay.
A predominare è la coltivazione del Sangiovese, vitigno base del Morellino di Scansano DOCG, etichetta di eccellenza dell’azienda di Magliano in Toscana. Infatti, Fattoria Mantellassi è stata una delle prime aziende della zona a decidere di imbottigliare il Morellino di Scansano e fu anche una di quelle che lottò con grande determinazione per ottenere, nel 1978, il riconoscimento prima della DOC e poi, nel 2007, la riacquisizione della Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
Il motto “Labor omnia vincit” che capeggia all’entrata della Fattoria, continua ad essere un monito importante per i fratelli Giuseppe e Aleardo, attuali proprietari. Sono loro a condurre direttamente tutti i settori: vigneti, cantina, commercializzazione, pubbliche relazioni, avvalendosi di uno staff di grande esperienza che, con loro, condivide i valori della tradizione senza tuttavia ignorare l’innovazione e le tecnologie più sofisticate che permettono loro di portare nel mondo l’alta qualità del made in Italy.
Era il 1960. Sessant’anni sono passati e il 2020 era atteso come un anno di festa, ricco di eventi, di novità, di idee in movimento.
Il Covid ha dato uno stop, anche se sono state organizzate degustazioni in sicurezza che hanno, ancora una volta, riempito il bicchiere con le eccellenze di Fattoria Mantellassi.
Momenti di prestigio, come, ad esempio, la sfilata al Don Lisander durante la settimana milanese della moda o la partecipazione alla Wine Week.
Ma, appunto, solo uno stop perché, in fondo, i “60” rimangono un grande traguardo e, dunque, non solo la storia ma anche la festa continua…
Fonte: Ufficio Stampa