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Cuoio, amore e fantasia: i 'buoni matrimoni' nel comprensorio
Non sapevo che ci fossero delle “Strategie matrimoniali” fra rampolli della crescente industria conciaria alla fine dell’Ottocento. Eppure, stando alle indagini del bravo Franco Foggi nel suo “Nel segno di Saturno”, pare proprio di si.
Foggi deduce questi disegni strategici dal constatare come ‘un buon matrimonio in riferimento alla classe dei conciatori era regolato da sistemi di interessi e dal patrimonio materiale che venivano messi in gioco all’atto della transazione’. Pane cuoio e fantasia, ma anche tanto realismo.
“La dote, scrive Foggi, era formata per lo più ipotecando concerie e terreni, la possibilità di utilizzare il legame con la famiglia di un altro imprenditore in caso di disavventure economiche.”
Il matrimonio aveva inoltre la funzione di garantire la riproduzione all’interno della stessa categoria sociale. Non è dunque un caso che le due figlie di Luigi Giannoni, parole di Foggi, si sposino con Benvenuto Pagni e Gustavo Pescini; che Teresina Baldacci figlia di Giovanni si sposi con Ettore Lapi, e che Emma Baldacci si sposi con Arnolfo Lapi fratello di Ettore.
Rientra in queste strategie il matrimonio di Iacopina, figlia di Giovanni Giannotti, con Roberto Conforti. I Turi erano imparentati con gli Orsi, i Pro con i Pescini e i Pagni e con i Dani.
Questo, a parer mio può spiegare in parte il sistema chiuso della borghesia della concia agli inizi del Novecento. E’ un’ipotesi da verificare e forse valida anche per il rimanente Novecento e oltre.
Valerio Vallini