Sciopero dei taxi anche a Firenze: un centinaio di tassisti hanno raggiunto a piedi la prefettura di Firenze
Sciopero dei taxi oggi con manifestazione a Roma e in varie città d'Italia, tra cui Firenze. Nel capoluogo toscano un centinaio di tassisti hanno raggiunto a piedi la prefettura di Firenze, partendo da piazza Signoria. L'adesione allo sciopero ha superato il 90%. Garantiti i servizi essenziali.
Questa la dichiarazione di Claudio Giudici, presidente nazionale Uritaxi:
«La situazione in cui si trova il nostro settore è la prova plastica di un fallimento di gestione politica che ha la sua origine nella mancanza di collegamento alle esigenze reali del Paese. Avremmo potuto essere usati, come da nostra proposta in marzo, per alleviare la carenza di trasporto pubblico ed invece siamo stati lasciati ammuffire su strada, incuranti del duplice problema che invece si sarebbe potuto evitare: quello occupazionale e reddituale dei lavoratori del settore e delle loro famiglie e quello sanitario di cittadini che si sarebbero potuti servire di noi in tutta sicurezza invece di accalcarsi sui bus. Siamo in attesa dei decreti attuativi per il contributo del decreto agosto e dei buoni taxi per l’utenza debole. Vediamo partorire in poche ore leggi che per far cassa incasinano il codice della strada. Attendiamo da quasi due anni i decreti attuativi per contrastare l’abusivismo, e vediamo partorire leggi in favore della clandestinità. Manca il contatto con le esigenze reali del Paese! I taxi, come ogni altra piccola partita iva, sono stati di fatto abbandonati. Abbiamo avuto 2.200 euro in otto mesi sono 275 euro al mese, ma con le scadenze previdenziali e fiscali rimaste tutte lì, seppur dilazionate. Se quanto proponemmo al Governo, già a marzo, fosse stato degnato di ascolto, oggi non avremmo un problema reddituale per i tassisti e proprio grazie all’utilizzo di questi, non avremmo probabilmente questo secondo lockdown. Esiste un problema di empatia e compassione della classe dirigente con le sorti del Paese reale. C’è la necessità di iniezioni massicce di liquidità nell’economia reale. Se non le fa la Bce, mi piace ricordare le parole del Premier all’Eurogruppo nell’aprile scorso: “Faremo da soli!”. Il problema è che nonostante il disastro epocale che abbiamo davanti, sta mancando il coraggio di dar seguito a queste parole con i fatti, e questa mancanza significa oggi indicibile sofferenza, e domani morte imprenditoriale certa”.
Ufficio stampa Uritaxi