Firenze, nuovo protocollo per la salvaguardia dei Beni Culturali in caso di alluvione
Nella ricorrenza dell’Alluvione di Firenze del 1966, è stato presentato oggi pomeriggio a Palazzo Medici Riccardi, in videoconferenza, il Protocollo sul sistema di allertamento per la messa in sicurezza dei beni culturali fiorentini in caso di esondazione del fiume Arno, che coinvolge i proprietari o detentori dei beni culturali appartenenti all’Amministrazione Statale, Regionale, della Città Metropolitana e Comunale, ritenuti a rischio e ricompresi nella categoria dei beni vulnerabili. L’accordo prevede l’adozione di una metodologia preventiva coordinata e condivisa di risposta al rischio idrogeologico, in conformità alle nuove norme nazionali e regionali sulle attività di protezione civile.
Presenti alla videoconferenza, oltre il Prefetto di Firenze Laura Lega, i rappresentanti degli enti che successivamente sottoscriveranno il Protocollo: la Regione Toscana, la Città Metropolitana di Firenze, il Comune di Firenze, la Diocesi Arcivescovile di Firenze, il Segretariato regionale MiBACT per la Toscana, la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco per la Toscana, l’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale, l’Agenzia del Demanio, le Gallerie degli Uffizi.
Il Protocollo sarà esteso ai soggetti sia pubblici che privati, detentori di beni culturali, presenti nel territorio della Città Metropolitana di Firenze.
Già dal 2007 la Prefettura ha posto particolare attenzione alla salvaguardia dell’enorme patrimonio artistico e culturale del comprensorio fiorentino, avviando il progetto per la Messa in sicurezza dei beni culturali fiorentini in caso di esondazione del fiume Arno, in
collaborazione con istituzioni statali e enti locali, cui sono seguiti specifici protocolli, nel 2010 e nel 2016, coi quali sono stati interessate anche i gestori e i proprietari dei beni che costituiscono l’inestimabile patrimonio fiorentino.
L’accordo presentato oggi intende ottimizzare gli interventi di prevenzione anticipata, attraverso una metodologia di allertamento e comunicazione tra i vari livelli di Protezione Civile, finalizzata alla tutela dei beni culturali sul territorio fiorentino. Stabilisce in dettaglio, le procedure relative alle fasi operative di allerta, preallarme e allarme, nell’ambito delle azioni di prevenzione del rischio idrogeologico ed idraulico riferito in particolare all’eventualità di esondazione del fiume Arno.
Attraverso l’attivazione delle singole fasi, gli enti proprietari o detentori di beni culturali avranno maggiore disponibilità di tempo per l’attuazione dei piani di emergenza interni. Tali procedure, debitamente monitorate dagli Enti sottoscrittori, anticiperanno in buona parte l’attivazione delle fasi operative dei piani di Protezione Civile.
“Questo accordo si offre quale valido strumento per agire in anticipo rispetto all’emergenza, cercando di ridurre il rischio cui sarebbe sottoposto l’inestimabile patrimonio artistico-culturale fiorentino in caso di una nuova esondazione del fiume Arno”, ha detto il Prefetto Laura Lega. “Permetterà inoltre”, ha aggiunto il Prefetto, “di compiere un ulteriore passo verso la realizzazione di quelle condizioni idonee a salvaguardare in modo adeguato, tempestivo ed efficace un patrimonio di valore e di interesse straordinario per l’intera umanità, testimoniando ancora una volta come l’impegno comune consenta il raggiungimento di rilevanti e positivi risultati”.
L’Accordo combina al suo interno procedure tipiche di protezione civile, come lo sono le nuove fasi di allertamento, ed interventi di prevenzione anticipata prodromici rispetto alle fasi operative vere e proprie dei Piani di Protezione Civile, che mirano ad “anticipare la soglia di tutela” del patrimonio unico ed ineguagliabile delineato dalla Carta costituzionale all’art. 9.
Grazie al lavoro congiunto tra gli Attori coinvolti è stata portata avanti un’importante opera di revisione che ha condotto all’elaborazione dell’ultima versione del Protocollo che ha
ottimizzato gli interventi di prevenzione anticipata, stabilendo in dettaglio le procedure relative alle fasi operative di allerta, preallarme e allarme, ha garantito una più fluida metodologia di allertamento e comunicazione condivisa tra le Istituzioni e gli Enti gestori e/o proprietari degli edifici contenenti beni di valore storico, artistico e religioso e ha promosso un sistema coordinato e integrato di raccordo tra le parti.
Il Protocollo d’intesa presenta i seguenti contenuti innovativi:
- Sono stati invitati a partecipare alla sottoscrizione nuovi attori istituzionali (c.d. Enti firmatari), nonché nuovi soggetti titolari e/o detentori di beni culturali elencati in uno specifico elenco allegato, chiamati ad aderire all’Intesa con separati atti ed in un momento successivo.
In particolare, il Protocollo d’intesa verrà sottoscritto, oltre che dagli attori già precedentemente coinvolti - il Presidente della Regione Toscana, il Prefetto di Firenze, il Sindaco del Comune di Firenze, il Sindaco della Città Metropolitana di Firenze, il Segretariato Regionale del MiBACT per la Toscana, l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale - anche dal Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco per la Toscana, dal Direttore dell’Agenzia del Demanio, dal Direttore delle Gallerie degli Uffizi e dal Vescovo Diocesano di Firenze. Coinvolto anche il Nucleo dei Carabinieri a tutela del patrimonio culturale.
- È stata individuata una nuova metodologia di allertamento e di comunicazione che permette di attivare procedure ed azioni in via anticipata. Le parti firmatarie hanno concordato di rendere più dettagliate le fasi e le procedure nell’ambito delle azioni di prevenzione del rischio idrogeologico ed idraulico riferito, in particolare, ad una possibile esondazione del fiume Arno.
Tali procedure, pur essendo in buona parte prodromiche rispetto all’attivazione delle fasi operative dei Piani di protezione civile, devono comunque integrarsi con quest’ultimi.
Secondo la metodologia concordata, sono stati determinati tre momenti critici per decidere tempi e azioni degli interventi: quello di “allerta”, di “preallarme” e di “allarme”, che si fondano su livelli di gravità crescente dell’evento naturale in atto.
- La previsione di tre distinte fasi di allertamento è funzionale a concedere agli Enti proprietari/gestori degli edifici vulnerabili maggior tempo possibile per poter organizzare e mettere in atto tutte quelle misure di prevenzione e di protezione dei beni culturali, individuate all’interno dei rispettivi piani di sicurezza.
Pertanto, le parti si sono impegnate ad adottare o ad aggiornare i propri piani di emergenza interni.
L’obiettivo è che i singoli Enti predispongano tutte le misure e le strategie per provvedere adeguatamente ed autonomamente alla salvaguardia dei beni culturali, indicando al loro interno un referente per la sicurezza h24, coordinatore per l’emergenza, destinatario delle comunicazioni di allertamento e in grado di chiamare in soccorso le squadre di volontariato previamente individuate.
- Al fine di garantire interventi tempestivi e mirati, all’interno del Protocollo si è pattuito che i singoli Enti proprietari/detentori individuino le proprie squadre interne di emergenza, determinando i criteri di scelta per la loro composizione.
Una buona gestione delle emergenze, infatti, può essere garantita soltanto se si dispone di squadre di primo intervento costituite da un numero sufficiente di persone adeguatamente formate e coordinate per gli aspetti funzionali e logistici.
Il personale interno deve essere a conoscenza dei dettagli del Piano di emergenza e dovrà ricevere un’adeguata e specifica formazione, differenziata a seconda dei livelli di responsabilità nell’attuazione del medesimo Piano, con l’eventuale ausilio del gruppo tecnico individuato dal Tavolo di coordinamento di cui al presente Protocollo.
- Nell’ultima fase di aggiornamento dell’Accordo, è nata anche l’idea di creare un corpo di volontari specializzati, ulteriore rispetto a quello appartenente al sistema di Protezione Civile regionale e, quindi, scelto all’interno del mondo dell’associazionismo e del terzo settore. Di qui, la previsione di cui all’art. 9, secondo il quale ciascun Ente gestore/proprietario, qualora il personale interno non sia sufficiente, ha a disposizione una squadra di volontari previamente costituita, adeguatamente formata e conoscitrice del sito vulnerabile, da poter attivare nel momento del bisogno per il tramite del referente per la sicurezza.
- Allo scopo di anticipare la soglia di salvaguardia dei beni culturali e, quindi, in un’ottica del tutto preventiva, è stata creata presso la Prefettura di Firenze una struttura denominata “Comitato di coordinamento” con il fine, in particolare, di attivare il confronto informativo fra i suoi componenti prima della diramazione delle comunicazioni di allertamento sopra specificate.
La composizione del Comitato di Coordinamento è variabile, ovverosia potrà riunirsi in forma parziale (la Regione Toscana - Protezione Civile e Servizio di Piena, la Prefettura di Firenze, la Città Metropolitana di Firenze - Protezione Civile, la Direzione Regionale VF ed il Comune di Firenze - Protezione Civile) o plenaria (la Regione Toscana, la Prefettura di Firenze, il MiBACT - che, se riterrà necessario, interesserà anche il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale - la Città Metropolitana, la Direzione Regionale VF, il Comune di Firenze, la Diocesi di Firenze) in funzione dell’evoluzione del fenomeno naturale in atto e delle esigenze contingenti della situazione concreta.
Tale organismo tecnico svolge un’importante funzione di coordinamento tra tutti gli Enti firmatari in una fase prodromica rispetto all’emergenza in atto, affinché anticipatamente rispetto all’esondazione del fiume i responsabili dei singoli edifici vulnerabili siano in grado di mettere in atto le misure più adeguate a salvaguardare i propri beni culturali.
- Inoltre, si è ritenuto opportuno costituire presso la Prefettura di Firenze un Tavolo di coordinamento, che avrà un ruolo di raccordo e concertazione con il fine di analizzare, aggiornare e monitorare le procedure ed i contenuti del Protocollo, oltre che di esaminare i risultati ottenuti dalla sua applicazione, affinché possano essere condivise e superate le eventuali criticità rilevate nella fase attuativa, adottando le opportune strategie di miglioramento. All’interno del suddetto Tavolo, le parti dovranno mettere a disposizione le proprie competenze ed informazioni in modo tale da meglio definire e aggiornare, se necessario, le procedure operative e sperimentare nuove azioni di prevenzione e di intervento.
-Infine, per migliorare e garantire la più tempestiva ed efficace attuazione delle azioni finalizzate alla messa in sicurezza del patrimonio culturale, gli Enti firmatari concordano di avviare la sperimentazione di una Banca dati che, per i siti maggiormente vulnerabili
(individuati in funzione del livello di esondazione atteso), conterrà le principali informazioni utili per la gestione delle situazioni di emergenza.
La Banca dati costituisce un sistema informativo integrato per la salvaguardia del patrimonio culturale fiorentino e svolge una funzione di supporto alle attività di gestione e tutela dei beni in caso di esondazione del fiume Arno, al fine di rendere più semplici e tempestivi gli interventi di emergenza che il caso concreto richiederà di mettere in atto.
Fonte: Prefettura di Firenze