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Covid, le nuove restrizioni: musei chiusi e didattica interamente a distanza alle superiori

Giuseppe Conte alla Camera dei Deputati sta annunciando le nuove misure in programma. Si ipotizza un nuovo Dpcm, da adottare prima di mercoledì 4 novembre come data fissata per le comunicazioni al Parlamento. L'appuntamento è stato anticipato a questa mattina. Ecco in sostanza cosa cambierà, secondo le parole del premier. Le opposizioni e la maggioranza potranno apporre le loro rilevazioni ma le misure verranno approvate alla Camera e al Senato.

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Alla luce dell'ultimo report di venerdì, spiega Conte, "siamo costretti a intervenire per attuare ulteriori misure". La strategia riguarda l'introduzione un regime differenziato a seconda degli scenari regionali. Restrizioni e allentamenti saranno disposte grazie a un monitoraggio più accurato dei casi. "Se riproponessimo un lockdown indifferenziato, otterremmo un duplice risultato negativo: non ci sarebbero misure adeguate rispetto alle regioni più a rischio e porremmo misure troppo restrittive per regioni in cui non c'è bisogno".

"Il prossimo Dpcm individuerà tre aree in base a tre scenari di rischio. Per ogni area ci sono misure specifiche, l'inserimento avverrà dal Ministero della Salute in base al livello di rischio. Con ordinanza del Ministero sarà predisposto il passaggio in base ai coefficienti compatibili. Per l'intero territorio nazionale senza livelli di rischio elevato, arrivano specifiche misure per il piano di contenimento del contagio. In Italia pensiamo di disporre la chiusura dei centri commerciali, a differenza dei negozi all'interno come edicole, farmacie, tabacchi. Vogliamo chiudere anche i corner per scommesse e sale videogiochi. Chiuderanno musei e mostre, riduzione fino al 50% dei mezzi pubblici di trasporto, limiteremo spostamenti da e verso regioni con elevati coefficienti di rischio salvo comprovate esigenze lavorative, di salute, di necessità. Limiteremo la circolazione di persone in orario più tarda. Prevediamo che le scuole superiori passino integralmente alla didattica a distanza".

Il blocco dei licenziamenti sarà confermato fino a fine marzo 2021, spiega il presidente del Consiglio, e il governo sta lavorando per "ristorare e sostenere i settori colpiti", con erogazioni e indennità "al più presto".

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