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Sciopero dipendenti Eurospin, Valiani (Sinistra Civica Ecologista): "Necessari protocolli anti Covid"

La seconda ondata di epidemia è, anche nella nostra Regione, anche nella nostra zona, ingravescente e allarmante: i servizi ospedalieri che rischiano di non farcela a fronteggiare un ulteriore arrivo di malati, le difficoltà dei medici di famiglia e la crisi del tracciamento per la quantità di contagiati. Dobbiamo riconoscerlo: nei mesi scorsi ci sono stati dei ritardi, a diversi livelli, anche nelle istituzioni, anche in Toscana, nonostante le raccomandazioni. Tuttavia, all’erronea influenza del ‘non ci sono casi’, si erano pur accompagnate diverse raccomandazioni sulla persistenza del virus e della possibilità di altre ondate.

Ora non è il momento di fermarci alle tradizionali schermaglie politiche, dobbiamo piuttosto dare tutti un contributo urgente per far fronte alla tragica situazione e sostenere l’impegno del servizio sanitario. Dobbiamo spingere per accentuare il più possibile l’assunzione di operatori per la sanità, ma di fronte all’aggravamento della diffusione dell’epidemia, il governo non può non considerare, insieme a concrete misure di sostegno ai danneggiati, ulteriori e generalizzate chiusure. Ma anche in questo caso molte persone dovranno continuare a lavorare e spesso in situazione di pericolo. Crediamo che a questo si debba dedicare maggiore attenzione.

C’è una vertenza emblematica nel nostro territorio (Qui). I dipendenti dei magazzini di vendita Eurospin vogliono l’applicazione piena delle procedure e dei sistemi di sicurezza anti Covid (mezzi di protezione, procedure di pulizia, ecc.). Uno sciopero nei tre magazzini della nostra area è previsto per il 2 novembre. Ben comprendiamo le preoccupazioni degli addetti, ed è nostro dovere dare piena vicinanza e solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori Eurospin.

Questa vertenza ha anche un suo valore emblematico. Nelle discussioni sul che fare di fronte allo sconquasso delle nostre vite che sta provocando l’epidemia, deve essere di molto più considerato l’ambito del lavoro. Sappiamo che nelle grandi aziende è più facile organizzarsi per la sicurezza, ma, specialmente dalle microimprese, ci arrivano segnalazioni di condizioni precarie, di non consapevolezza del rischio e non rispetto dei protocolli da parte dei datori.

In Toscana, le persone che hanno contratto il SarsCov2 sul lavoro sono stati complessivamente, nei primi 9 mesi dell’anno, 3.049, il 5,6% del totale nazionale (54.128) e di questi 8 sono deceduti, il 2,5% delle 319 vittime sul lavoro provocate dal coronavirus in Italia. Il 73,4% del totale degli infortuni da Covid in Toscana ha riguardato donne. Si registrano alcune centinaia di contagiati tra i lavoratori della sanitá toscana.

Inoltre, i risultati di un primo studio nazionale dell’INAIL mostrano come l’occupazione sia un determinante importante del rischio di malattia, con il 19,4% degli ammalati che denuncia una possibile causa occupazionale. Fra i settori maggiormente coinvolti figurano l’assistenza sanitaria, l’industria alimentare, i servizi di pulizia e di assistenza agli anziani. In questo quadro si deve registrare, alla ripresa della produzione dopo il blocco della primavera scorsa, specialmente a livello delle microimprese, anche una ‘ripresa’ degli infortuni sul lavoro.

Nei primi mesi dell’epidemia la Regione aveva emanato ordinanze che dettano le principali disposizioni anticontagio da applicarsi per ogni attività lavorativa che devono essere rispettate. Sappiamo che diversi operatori dei servizi di controllo nei luoghi di lavoro delle ASL sono si sono generosamente e doverosamente riconvertiti a sostenere attività di tracciamento. Purtuttavia dobbiamo sostenere un’opera di informazione sui rischi di contagio, sui protocolli di sicurezza e il controllo dell’applicazione degli stessi da parte dei servizi pubblici di prevenzione.

Ma devono essere richiamati anche tutti i soggetti del sistema della prevenzione interno alle aziende, a partire, ovviamente, dai datori. Appare utile un aggiornamento degli atti regionali che metta ordine sulle priorità per la prevenzione del contagio in ambiente di lavoro, a partire da quello della sanità. È veramente necessaria la garanzia dell’applicazione di protocolli chiari, semplici, di sicurezza antivirus nei luoghi di lavoro. A partire, ovviamente, dagli ospedali e residenze.

Mauro Valiani, Sinista Civica Ecologista Empolese Valdelsa

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