Città del Teatro di Cascina, il 2020-21 è 'Oltrepassare': il programma
Davide Enia, Lella Costa, Silvio Orlando, Marco Baliani, Lino Musella tra i grandi protagonisti della stagione serale 2020/2021 “Oltrepassare”, a La Città del Teatro di Cascina. Dopo la vittoria del Premio Eolo award 2020 con "Mattia e il nonno", miglior spettacolo italiano per le nuove generazioni e la presenza dei lavori della Fondazione Sipario Toscana, nel corso del 2020, in contesti prestigiosi e attenti alla creazione contemporanea e ai nuovi linguaggi della scena, la nuova drammaturgia e le produzioni della Fondazione saranno al centro del cartellone in programma dal 12 dicembre 2020 al 17 aprile 2021.
La stagione è stata presentata questa mattina (30.10.20) in diretta streaming, nel rispetto delle nuove normative anti-covid e con l’intento di non perdere il contatto con il pubblico che nella scorsa stagione ha riempito le sale del teatro, facendo registrare il tutto esaurito. Presenti alla conferenza stampa la Presidente della Fondazione Sipario Toscana Antonia Ammirati, il Vice Presidente Andrea Ferretti e il Consigliere del CDA Matteo Arcenni, il Direttore Artistico Luca Marengo. Per il Comune di Cascina sono intervenuti l’Assessore alla Cultura Bice Del Giudice e l’Assessore all’Istruzione Claudio Loconsole.
“Abbiamo oltrepassato la nostra immaginazione – dichiara la Presidente della Fondazione Sipario Toscana Antonia Ammirati - ho percepito da subito la Città del teatro come un luogo sempre in movimento e con una capacità inesauribile di produrre idee e cultura, e quest’anno abbiamo superato tutte le nostre aspettative. Infatti, la Fondazione Sipario Toscana, nonostante il periodo difficilissimo, si è attestata come una realtà importantissima sia sul territorio, offrendo spettacoli e attività culturali con risultati emozionanti, e sia nel panorama nazionale teatrale, vincendo premi, debuttando sui più grandi palcoscenici, e partecipando a prestigiosi festival. Tutto grazie al lavoro di persone che da anni si dedicano con cura e passione e che vi aspettano anche quest’anno nel nostro grande teatro di Cascina per una stagione imperdibile”.
“Oltrepassare, e non passare oltre come se nulla fosse: essere presenti, anche, con leggerezza, ben diversa dalla superficialità, come ci ricorda Calvino. Questa stagione – dichiara Luca Marengo, Direttore artistico della Fondazione Sipario Toscana – inizia nella convinzione che il teatro sia e debba essere un pubblico servizio e un presidio socioculturale che risponde a una pubblica necessità: fare comunità, in questo momento storico, è ancora più importante. Vi aspettiamo a teatro, per condividere una nuova stagione che possa rappresentare un segno concreto in questo tempo ancora sospeso: il teatro, inteso come spazio fisico e come poetica e attività, può e deve essere punto di riferimento presente sul territorio, con il quale il confronto deve rimanere costante e vivo. Buona stagione”.
La stagione teatrale a La Città del Teatro di Cascina si aprirà il prossimo 12 dicembre con “maggio ’43”, di e con Davide Enia, una coproduzione Fondazione Sipario Toscana - Accademia Perduta/Romagna Teatri, un lavoro che ha girato l’Italia e l'Europa. Uno degli artisti più riconosciuti e premiati del panorama teatrale ci racconta di tempi cinici e bari che tanto assomigliano a quelli di oggi, con lo sguardo senza filtri del giovane protagonista. Tra i più recenti riconoscimenti: Premio Ubu, Premio Le Maschere del Teatro Italiano, Premio Hystrio; in passato Premio Eti, Premio Tondelli, Premio Vittorio Gassman, Premio Vittorio Mezzogiorno, Teatrul Unui Actor (Moldova), Fescennino d’oro, Premio Anima.
Dopo il debutto al Napoli Teatro Festival di questa estate, il 16 gennaio 2021 andrà in scena “Miracoli Metropolitani” di Carrozzeria Orfeo, una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli -Teatro Bellini, in collaborazione con Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale”. Lo spettacolo, immaginando un futuro possibile, ma non ancora reale, cerca di richiamare alla responsabilità individuale e sociale, affinché la storia non ci presenti nuovamente il conto attraverso quelle derive populiste ed estreme che nel passato hanno fatto precipitare nell’orrore del fascismo, qui inteso non solo nella sua accezione politica, ma esistenziale.
Grande attesa per lo spettacolo “Se non posso ballare non è la mia rivoluzione”, in calendario il 24 gennaio 2021 con Lella Costa, ispirato a “Il catalogo delle donne valorose” di Serena Dandini, con la regia di Serena Sinigaglia. Una produzione Mismaonda con Centro Teatrale Bresciano e Carcano Centro d’arte contemporanea. In scena donne intraprendenti, controcorrente, spesso perseguitate, a volte incomprese, che hanno lottato per raggiungere traguardi che sembravano inarrivabili, se non addirittura impensabili. Donne valorose che seppure abbiano segnato la storia, contribuendo all’evoluzione dell’umanità, con difficoltà appaiono nei libri di storia e tanto meno sono riconosciute come maestre e pioniere. Ci sono Marie Curie, Nobel per la fisica, e Olympe De Gouges che scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. Ci sono Tina Anselmi, primo ministro della Repubblica italiana e Tina Modotti, la fotografa guerrigliera. C’è Maria Callas con la sua voce immortale, come immortale è il canto poetico di Emily Dickinson. C'è Angela Davis che lottò per i diritti civili degli afroamericani e c'è la fotoreporter llaria Alpi. Entrano una dopo l'altra, chiamate a gran voce con una citazione, un accento, una smorfia, un lazzo, una canzone, una strofa, un ricordo, una poesia, un gemito, una risata. O solo col nome, che a volte non serve aggiungere altro. E ballano. Perché, come disse magistralmente e per sempre una di loro, Emma Goldman, se non posso ballare questa non è la mia rivoluzione.
Il 6 febbraio 2021 sarà la volta di “Mammamia!”, con Maria Cassi, attrice “tosco-fiesolana”, come le piace definirsi, con una carriera di oltre trent’anni alle spalle in giro per il mondo, una capacità mimica strepitosa, un talento unico di connettersi con il pubblico.
In programma il 18 febbraio 2021, dopo il debutto estivo al Napoli Teatro Festival Italia, “La vita davanti a sé”, con Silvio Orlando, attore pluripremiato, dal testo “La vie devant a soi”, di Romain Gary (Emile Ajar). E’ la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani. Un romanzo che racconta di vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia. Silvio Orlando ci conduce dentro le pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò diventando, con naturalezza, quel bambino nel suo dramma. Il genio di Gary ha anticipato senza facili ideologie e sbrigative soluzioni il tema dei temi contemporaneo: la convivenza tra culture, religioni e stili di vita diversi.
Il 27 febbraio 2021 a Cascina arriva “L’ammore nun’è ammore”, 30 sonetti di Shakespeare traditi e tradotti da Dario Jacobelli. Uno spettacolo diretto e interpretato da Lino Musella, premio UBU 2019 come miglior attore. I sonetti di Shakespeare sono traditi e tradotti in napoletano, trasformati in un’intensa e vibrante recita dei sentimenti. L’attore col fare leggero di un poetico “Pulcinella” si cala nei panni odierni di ganzo, anziano, funambolo. Ad affiancarlo sulla scena, Marco Vidino - ai cordofoni e alle percussioni – con musiche suggestive e avvolgenti che accompagnano gli spettatori in questo intimo viaggio. “L’ammore nun’è ammore” racconta l’amore, la bellezza e la caducità della vita in una lingua brutale, spergiura, violenta ma anche dolce, viscerale e coraggiosa. Nelle parole di Jacobelli, poeta inusuale, autore di racconti e romanzi, abile paroliere per musicisti come i Bisca e gli Almamegretta, la «darklady» più misteriosa della letteratura universale, quella a cui sono destinati gli ultimi 28 componimenti della raccolta del Bardo, diventa “una mala femmina al cui cospetto un guappo innamorato perde la ragione”.
Il 6 marzo 2021 un altro omaggio al Bardo, “La bisbetica domata” di W. Shakespeare, con la regia di Tonio De Nitto, una produzione Fondazione Sipario Toscana | Factory Compagnia Transadriatica. Una commedia che si fa favola nera, grottesca, più contemporanea forse, nel cinico addomesticamento che non è molto diverso dallo spietato soccombere. De Nitto dà una lettura corale e visionaria dove la musica e la rima concorrono a restituirci una sorta di opera buffa, caustica e comicamente nera.
Appuntamento a teatro il 13 marzo 2021 con “Kohlhaas” con Marco Baliani, di Marco Baliani e Remo Rostagno, dal racconto “Michele Kohlhaas” di H. von Kleist, regia di Maria Maglietta; una produzione La casa degli Alfieri | Centro di produzione Teatrale. La storia di Kohlhaas è un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500, scritto da Heinrich von Kleist in pagine memorabili. “Kohlhaas” è la storia di un sopruso che, non risolto attraverso le vie del diritto, genera una spirale di violenze sempre più incontrollabili, ma sempre in nome di un ideale di giustizia naturale e terrena, fino a che il conflitto generatore dell’intera vicenda, cos’è la giustizia e fino a che punto in nome della giustizia si può diventare giustizieri, non si risolve tragicamente lasciando intorno alla figura del protagonista una ambigua aura di possibile eroe del suo tempo.
In scena il 27 marzo 2021 “Stay Hungry - indagine di un affamato”, di e con Angelo Campolo, una produzione DAF | Teatro dell’Esatta Fantasia, Premio Inbox 2020. La compilazione di un ennesimo bando a tema sociale diventa il pretesto per il racconto aperto al pubblico dell’avventura di Angelo, attore e regista messinese, diviso tra Milano e Messina, impegnato in un percorso di ricerca teatrale nei centri di accoglienza in riva allo stretto. Il monito di Steve Jobs, “Stay Hungry”, risuona in chiave beffarda nel caleidoscopio di storie umane, da Nord a Sud, che attraversano i ricordi di questa autobiografia, in cui vittime e carnefici si confondono, bene e male sono divisi da confini incerti e tutti i personaggi sono segnati, ciascuno a suo modo, da una “fame” di amore e conoscenza. Tre anni di vita diventano il racconto di un’Italia che schizofrenicamente ha aperto e poi richiuso le porte dell’accoglienza, lasciando per strada storie, sogni, progetti, relazioni umane avviate al grido di Integrazione. Nel racconto di Angelo Campolo, teatranti e migranti si ritrovano insieme, sempre con minor occasione di colmare la propria fame di vita e di senso in una società come la nostra, ritrovando nel gioco del teatro un’arma inaspettata per affrontare la vita.
Il 10 aprile 2021 ci aspetta “Lenòr”, con Nunzia Antonino e la regia di Carlo Bruni, una produzione Diaghilev. Un monologo denso di amore, passione, ricordi, profezie, dolore, dedicato alla memoria della straordinaria Eleonora de Fonseca Pimentel, giornalista e donna di immensa cultura, vissuta nel XVIII secolo in Italia. Lo spettacolo vuole toccare le corde emotive dello spettatore e trascinarlo nella tormentata vita di Eleanor, detta appunto Lenòr. Una figura femminile, interpretata da Nunzia Antonino, che dà voce alle donne di tutto il mondo e di tutte le epoche, che non vuole sottostare alle regole di un mondo maschile, ma lotta in prima persona per una società migliore e porta avanti le proprie convinzioni, non piegandosi mai ai voleri del potere.
La stagione serale alla Città del Teatro si chiuderà il 17 aprile 2021 con “Una cosa enorme”, di Fabiana Iacozzilli, una coproduzione della Fondazione Sipario Toscana con CRANPI, Teatro Vascello-La Fabbrica dell’attore, in collaborazione con Carrozzerie n.o.t., con il contributo di Regione Lazio. Premio Ubu con il suo precedente lavoro, ospitato a La città del teatro, “La classe”, su questo nuovo lavoro Fabiana Iacozzilli dichiara: "Quando inizio a lavorare a un nuovo progetto penso a Paul Haggis quando dice “So di avere una storia quando c’è una domanda a cui non è facile dare risposta”. Le domande che mi muovono e intorno alle quali mi interrogo sono: “perché ho così tanta paura di mettere al mondo un figlio?”, “perché ho così tanta paura di dire che non voglio mettere al mondo un figlio?” e “perché oggi mi devo vergognare se sono una donna senza figli, abbassare lo sguardo se non sono genitrice?” E così in un’età ormai avanzata, mentre le domande che mi pongo sono queste, mi ritrovo a constatare che mia madre ottantaduenne, così vicina alla sua dipartita e nel pieno di una demenza senile avanzata, ha un’incontinenza urinaria importante e mentre mi domando quando e come potrò riuscire a metterle il pannolone comprendo che ho comunque un ruolo di genitrice da assolvere. Quella spinta tristemente umana che ci porta ad essere genitori dei nostri genitori. Ci sono dunque due me in questo progetto: la prima che ha il terrore di avere figli o di non averli. La seconda che diventa, per uno spietato gioco dello stare al mondo, genitrice di sua madre morente”.
Tornerà a Cascina anche “La Domenica a teatro”, la rassegna dedicata alle famiglie, che dal 29 novembre 2020 all’11 aprile 2021 porterà in scena spettacoli scelti con l’obiettivo di creare una prospettiva e dare massima importanza all’esercizio di un pensiero critico per i cittadini di oggi e, ancor di più, per quelli di domani. Una stagione particolare, così pensata, condivisa con compagnie, artisti, organizzatori con i quali ci troviamo ancora immersi in questo tempo sospeso.
In scena ci saranno tre produzioni della Fondazione Sipario Toscana: “Ecila, Alice al rovescio”, liberamente ispirato ad Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carrol; testo e regia di Francesca Pompeo, in scena il 13 dicembre 2020, con Chiara Pistoia e Federico Raffaelli; “Osteria Leonardo”, con Daniele Marmi; drammaturgia di Dario Focardi, regia di Luca Cortina, che debutterà a Cascina il 20 dicembre 2020; “Io (sono) robot”, creazione di Dario Focardi, studio dei movimenti del robot di Pericle Salvini, Robot AlterEgo animato da Federico Raffaelli, in scena il 14 febbraio 2021. Lo spettacolo ha debuttato di recente all’Internet Festival di Pisa, presso il Museo delle Navi Antiche, organizzato da Fondazione Sistema Toscana.
Ospiti per la domenica a teatro anche Pilar Ternera con “Il principe canarino” (29 novembre 2020), Antitesi Teatro Circo con “Imago” (6 gennaio 2021 Befana a Teatro), il Teatro del Buratto con “La terra dei sogni” (10 gennaio), Accademia Perduta Romagna Teatri con “Pinocchio” (17 gennaio 2021), “Topo Federico racconta” (24 gennaio 2021), con Roberto Anglisani, prodotto dal CSS di Udine, “I tre porcellini” (31 gennaio 2021) di Giallo Mare Minimal Teatro, Teatro Gioco Vita con “Circoluna” (7 febbraio 2021), Elea Teatro con “Che forma hanno le nuvole?” (28 febbraio 2021), Marco Baliani con “Frollo” (14 marzo 2021), prodotto da Casa degli alfieri, la Compagnia La luna nel letto con “Semino” (21 marzo 2021), regia di Michelangelo Campanale, “Gianni e il gigante” (28 marzo 2021) della Fondazione Solares-Teatro delle Briciole, “Taro il pescatore” (11 aprile 2021) del Teatro della Tosse.
“Mi ripeto spesso su alcuni concetti – sottolinea Antonia Ammirati - come ‘il teatro è necessario’, ma trovo che come i saluti, o le frasi convenzionali che usiamo ogni giorno, ribadire l’importanza che ha un teatro finisce per essere indispensabile. Non bisogna mai dimenticarsi di nutrire tutto il nostro corpo, che è fatto soprattutto di pensiero. Riprogrammare ogni anno una nuova stagione è come rifiorire, è come rigenerarsi. Si studia cosa offrire e come rendere felici gli spettatori, come arrivare e nutrire le loro anime, e noi Fondazione Sipario Toscana, quest’anno abbiamo, ancora una volta, cercato di dare il meglio di noi stessi, per essere sempre più vicini a tutto il nostro pubblico, grande e piccino, in questo strano anno, dove essere presenti è per noi un dovere imprescindibile”.
“Com’è mia abitudine – spiega Luca Marengo - ho immaginato questa stagione pensando anche al pubblico delle famiglie. In questo ultimo periodo abbiamo toccato con mano quanto peso abbia avuto nei mesi scorsi la chiusura dei teatri e delle attività culturali in generale. Con il lavoro di programmazione si tratta di dare una possibilità di condivisione, una prospettiva, un’occasione per esercitare l’empatia, come il teatro insegna”.
La nuova stagione alla Città del Teatro di Cascina arriva dopo un 2020 di successi. La Fondazione Sipario Toscana ha debuttato a giugno al Piccolo Teatro di Milano con la coproduzione “maggio ’43” (Fondazione Sipario Toscana-Accademia Perduta Romagna Teatri), di e con Davide Enia. Il lavoro di Enia, in calendario a Cascina il 12 dicembre 2020, è stato ospitato nei più riconosciuti teatri nazionali, tra i quali Il Teatro Argentina di Roma. Lo spettacolo ha replicato a Reggio Emilia, a Lecce e tornerà al Piccolo di Milano, nuovamente, dal 25 novembre al 6 dicembre. Tra le nuove produzioni, “Il dolore di prima” (Fondazione Sipario Toscana-Marche Teatro-Sardegna Teatro), testo di Jo Lattari, regia di Mario Scandale, che vede in scena Arturo Cirillo, Valentina Picello, Betti Pedrazzi, Paola Fresa, è stato presentato il 26 e 27 luglio al Napoli Teatro Festival Italia.
“Una cosa enorme” (Fondazione Sipario Toscana/La fabbrica dell’attore-Teatro Vascello-CRANPI-Carrozzerie n.o.t. con il contributo di Regione Lazio), in programma a Cascina il 17 aprile 2021, è la nuova creazione di Fabiana Iacozzilli, regista e drammaturga che nel 2018 e 2019, con il suo “La Classe”, un docu-puppets per marionette e uomini, ha vinto numerosi premi (premio UBU 2019 per il miglior progetto sonoro; premio In-Box 2019 e Premio ANCT, premio della Critica 2019 e il Bando CURA 2018). Lo spettacolo ha debuttato il 21 settembre alla Biennale Teatro di Venezia ed è in programmazione al prossimo Romaeuropa Festival.
Recente il debutto a Internet Festival 2020, ideato e organizzato da Fondazione Sistema Toscana di “Io (sono) Robot”, produzione di Fondazione Sipario Toscana che ha visto la collaborazione di Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia e Università di Pisa. La creazione di Dario Focardi, che andrà in scena a Cascina il 14 febbraio 2021, riflette sul complesso rapporto tra umanità e nuove tecnologie. Con questo progetto, che ha come destinatarie le nuove generazioni, la Fondazione rinnova lo sguardo verso i cittadini del futuro.
Fonte: Ufficio stampa