Truffa degli alberghi, dipendenti sfruttati e malpagati: arrestate tre persone a Siena
Dalla prime luci dell’alba, la DIA di Firenze assieme alla polizia e al Nucleo Ispettorato del Lavoro dei carabinieri di Siena sta dando esecuzione a 3 misure cautelari nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata, tra l’altro, all’appropriazione indebita, sfruttamento dei lavoratori sottoposti a condizioni degradanti, peculato, truffa aggravata, sottrazione fraudolenta di beni al fisco, auto-riciclaggio e violenza sessuale.
Sono in corso numerose perquisizioni personali e locali nelle province di Firenze, Siena, Salerno, Benevento e Napoli con il concorso dei Reparti territorialmente competenti. Sequestrati beni per un valore complessivo di oltre 600.000 euro.
I provvedimenti, sono stati emessi dal G.I.P. di Firenze a conclusione di complesse indagini coordinate dalla locale D.D.A..
In carcere è finito un imprenditore 44enne nato e residente a Salerno, mentre sono stati decretati i domiciliari per la moglie, nata in provincia di Potenza e residente nella provincia di Salerno, 38 anni, avvocato, e un altro imprenditore 64enne nato a Benevento.
L’organizzazione si è avvalsa anche di due notai per la formazione di numerosi atti pubblici societari, come volture di cessione di quote, affitto di aziende, cessioni di aziende, ideologicamente falsi circa la reale indicazione e titolarità effettiva dei soggetti coinvolti. Nei loro confronti è stata richiesta la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio, che sarà eventualmente applicata all’esito dell’interrogatorio.
A capo dell’organizzazione è risultato essere Pergamo che, con l’aiuto della moglie e dei suoi stretti collaboratori, per assicurare vantaggi e utilità a cosche calabresi aveva messo in piedi una complessa attività illecita di spoliazione di beni delle aziende (strutture alberghiere) che conduceva, raggirando sulla solvibilità, frodando il fisco, impiegando personale a nero ed intestando diverse società a prestanome.
Tra i vari passaggi societari sono emersi contatti con soggetti riconducibili alla criminalità organizzata calabrese, tuttora in corso di approfondimento.
I pagamenti destinati alle società fittiziamente intestate incaricate di gestire gli alberghi, soprattutto a Chianciano Terme (SI), venivano dirottati verso altre persone giuridiche, sedenti in altre città e apparentemente non riconducibili alle stesse persone fisiche, con grave danno ai creditori delle strutture alberghiere, di fatto insolventi e/o morose.
Con questo meccanismo, sono state truffate importanti società di servizi pubblici toscane, che di fatto hanno subito un pesante danno.
Si contesta anche il reato di caporalato, emerso in quanto il 44enne e due dei suoi prestanome avrebbero impiegato e reclutato, nell’ambito delle attività alberghiere gestite dall’associazione, manodopera in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori. Paghe tra i 500 e gli 800 euro al mese per prestazioni di lavoro di 10-12 ore al giorno, senza riposo settimanale, senza ferie né versamento di contributi. Alcuni dipendenti non sono mai stati retribuiti e due donne hanno anche denunciato episodi di violenza sessuale da parte del datore di lavoro.
Sono state effettuati 15 perquisizioni in società riferibili agli indagati, alcune risultate inesistenti, con sedi a Firenze, Milano, Roma, Rimini, Chianciano Terme (SI). Effettuato anche il sequestro delle quote del capitale sociale di 15 persone giuridiche, per un valore complessivo di oltre 600.000 euro, nonché n. 2 perquisizioni presso gli studi di due notai, entrambi di Firenze.
La complessa attività, coordinata dal II Reparto della Direzione Investigativa Antimafia, ha riguardato le province di Firenze, Siena, Salerno, Benevento e Napoli, e ha visto impegnati anche il personale della DIA di Napoli e Salerno, dei Comandi Provinciali Carabinieri e Guardia di Finanza e delle Questure nelle citate province.
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