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Centrale del falso per mascherine e vestiti griffati, la scoperta a Prato

La Guardia di Finanza di Prato ha conseguito un importante risultato di servizio nel contrasto alla contraffazione, grave forma di illegalità economica particolarmente diffusa nel territorio.

Le indagini sono scaturite dallo sviluppo dei dati acquisiti nel corso dei numerosi sequestri di articoli contraffatti operati nei giorni scorsi, i quali lasciavano ipotizzare l’esistenza - nella provincia di Prato - di un vero e proprio centro di produzione del falso particolarmente attivo.

In virtù di successive attività di osservazione, i Finanzieri del Nucleo Mobile del Gruppo hanno così individuato un’impresa sospetta, posta nella zona industriale di Carmignano, gestita da un cittadino di origine cinese.

La successiva perquisizione ha confermato la validità dell’intuizione, essendo immediatamente emerso che l’unica ed esclusiva attività svolta dall’impresa consisteva appunto nel trasformare la materia prima, consistente in anonimi rotoli di stoffa, in prodotti finiti, per lo più mascherine per la protezione individuale, recanti le effigi riconducibili a numerosissime aziende titolari di noti marchi registrati, nazionali ed esteri. Tutto ciò, ovviamente, senza alcuna autorizzazione.

L’azienda era ottimamente attrezzata, potendo disporre di cinque stampanti industriali e di due plotter, collegati tra loro, azionati attraverso quattro personal computer, nei quali erano memorizzati i marchi ed i disegni contraffatti.

Tali attrezzature – in piena attività all’atto del controllo – servivano per stampare su carta transfer il logo e/o il marchio da riprodurre che, successivamente, veniva impresso sul tessuto.

All’atto dell’accesso nei locali aziendali sono stati inoltre individuati - intenti ad operare - quattro lavoratori cinesi privi di qualsiasi documento di riconoscimento che ne legittimasse la presenza sul territorio nazionale.

Le operazioni si sono concluse con il sequestro di 21.000 mascherine e 5.000 capi di abbigliamento pronti per essere immessi in commercio, oltre 115.000 loghi - già stampati - utili per la produzione di altrettante mascherine nonché 19,1 chilometri di carta transfer con impressi marchi da applicare su circa 30.000 maglie.

Oltre a ciò, ancor più significativo il sequestro dei computer e delle stampanti utilizzati per l’illecita attività. Louis Vuitton, Chanel, Guess, Nike, Adidas, Gucci, Versace, Armani, Prada, Burberry, Disney, Carolina Herrera, Puma e Fila i principali marchi illecitamente riprodotti.  Pari a circa un milione di Euro il profitto ipotizzabile.

Il titolare della ditta individuale, un 40enne domiciliato a Carmignano, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Prato per il reato di contraffazione e sfruttamento di manodopera clandestina.

 

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