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Nuovo Dpcm, le reazioni da parte della politica e delle categorie economiche

A poche ore dalla firma del nuovo Dpcm, iniziano ad arrivare commenti e reazioni alle nuove misure prese dal governo per contenere l'epidemia da Covid-19. Nello specifico nel nuovo Dcpm sono previste restrizioni per le attività di ristorazione e per i pub, misure che hanno suscitato dubbi e paure negli operatori del settore.

Dura la presa di posizione di Confcommercio che parla di misura "inconcepibile", di una "mazzata per tutto il commercio", mentre Confartigianato parla di una "manovra meno restrittiva del previsto", ma si dichiarano "preoccupati dei contraccolpi". Sulla stessa posizione anche FIEPET Confesercenti Toscana. Dal mondo della politica è Forza Italia che si scaglia contro le restrizioni alle attività parlando addirittura di "follia".


Mallegni e Stella (FI): "Follia penalizzare attività di ristorazione"

"Penalizzare le attività di ristorazione, come prevede l'ultimo Dpcm, è una follia. Per quale motivo bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie possono stare aperti solo fino alle ore 24.00 con servizio al tavolo e solo fino alle ore 21.00 in assenza di servizio al tavolo? Così il Governo Conte mette definitivamente in ginocchio un settore che è stato tra i più colpiti in assoluto dall'emergenza Covid, in Italia e in Toscana in modo particolare, visto il peso del turismo nell'economia regionale. Chiediamo al neo presidente della Regione, Eugenio Giani, di intervenire e di correggere le misure dell'esecutivo nazionale". Lo chiedomo il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella e il commissario regionale del partito, senatore Massimo Mallegni, che hanno chiesto un incontro con il Presidente della Giunta regionale.

"Per le attività di ristorazione di Firenze e della Toscana, quella che si è appena conclusa è stata un'estate da incubo, con introiti in calo del 70%. Questa nuova misura è la mazzata finale - osservano Mallegni e Stella -. Molti esercizi non hanno ancora riaperto e le associazioni di categoria stimano che il 30% chiuda definitivamente nei prossimi mesi. La Regione deve intervenire su due fronti, ed è quello che chiediamo al nuovo governatore Giani: da un lato con soldi a fondo perduto per le attività, dall'altro con ordinanze che consentano agli esercizi di somministrazione cibo e bevande di riuscire ad andare avanti. Le norme dell'ultimo Dpcm rischiano concretamente di mettere sulla strada decine di migliaia di lavoratori solo in Toscana, per un comparto che conta oltre 75.000 attività commerciali".


Confartigianato: "Manovra meno restrittiva del previsto, ma resta preoccupazione"

“Siamo sollevati nel prendere atto che il nuovo decreto firmato dal Governo è meno restrittivo di quello che si era ipotizzato nei giorni scorsi. Riteniamo comunque che sia stato imposto il limite orario massimo di chiusura per permettere ad un ristorante di continuare a tenere aperta la propria attività. Resta purtroppo alto il rischio che tutti questi provvedimenti possano influire negativamente sul comportamento e le abitudini dei cittadini e ridurre così la voglia di uscire da parte dei fiorentini e non, causando un nuovo contraccolpo nei bilanci delle piccole e medie imprese che in questi ultimi mesi stanno provando a ripartire. ” E' quanto dichiarato da Jacopo Ferretti che commenta così l'approvazione del Dpcm con le nuove misure restrittive per contenere la diffusione del Covid-19.


Confcommercio Pisa: "Ancora una volta a pagare sono gli imprenditori"

Sicurezza al primo posto, ma l'ultimo DPCM emanato dal Governo non piace a Confcommercio Provincia di Pisa. Per il direttore Federico Pieragnoli si conferma il solito andazzo, per cui a pagare sono sempre le attività commerciali e le imprese: “Le restrizioni sono una mazzata non solo per i pubblici esercizi, bar, locali, ristoranti, ma per tutto il commercio in generale, con una serie di effetti a catena che è difficile calcolare in anticipo, ma le cui conseguenze sono certo disastrose. Già l'effetto annuncio di chiusura dei giorni scorsi ha avuto come prima conseguenza quello di ridurre ulteriormente gli incassi. La chiusura dei locali alle 24 è un provvedimento che non ha senso, anche perché se posso stare seduto in un locale, con il rispetto del distanziamento, dalle 23 alle 24, non si capisce perché non posso starci dalle 24 alle 1”.

“Per sostenere i consumi, aspettative e fiducia sono ingredienti fondamentali: alimentare la preoccupazione e inasprire oltre una certa ragionevole soglia le misure restrittive, significa peggiorare ulteriormente un quadro economico già difficilissimo. Veniamo da un prolungato lockdown che ha lasciato sul terreno migliaia di imprese, e un quadro di fiducia in cui quasi sei famiglie su dieci temono di perdere il posto di lavoro e un 26% di esse ha dovuto sospendere l'attività. Per non parlare dei consumi, in crollo verticale del -8% e con prospettive ancora peggiori”.

“Convivere seriamente e non a slogan con il virus vuol dire coniugare insieme sicurezza sanitaria, lavoro e libertà di impresa. La stragrande maggioranza degli imprenditori ha investito in questi mesi migliaia di euro per garantire al massimo la sicurezza dei clienti, negozi e locali sono luoghi sicuri, come conferma l'Istituto Superiore di Sanità secondo cui il 77% dei contagi avviene in ambito domestico. E allora, continuare a stringere la morsa sulle imprese è non solo ingiusto, ma anche controproducente” - conclude il direttore.

"Queste limitazioni sono prima di tutto inefficaci e in secondo luogo estremamente dannose per un settore che è già stato colpito pesantemente dal lockdown e dalle norme anti contagio" commentano da Confcommercio. Interviene anche la presidente provinciale Francesca Marcucci: "Stiamo attenti, perché chiudere banconi e attività è facile, ma così la notte può solo diventare più incontrollata e pericolosa, con una inarrestabile diffusione di abusivismo e degrado. I danni d'altro canto sono certi: è bastata la concomitanza di notizie sulla recrudescenza del contagio, l'attesa del nuovo DPCM e le prime temperature autunnali, a far scendere immediatamente i fatturati del settore del 25%. Più che restringere gli orari di apertura sarebbe stato sensato allargarli, in modo che le persone non si riversassero davanti ai locali contemporaneamente, attuando contestualmente una strategia capillare e attenta di controlli da parte delle forze dell'ordine".

L'estate, con la concessione da parte delle amministrazioni di spazio pubblico gratuito all'esterno dei locali, ha dato una breve boccata di ossigeno a ristoranti e pubblici esercizi, che però sono lontani dal recuperare le perdite della primavera, e soprattutto scontano la quasi totale mancanza dei turisti internazionali.

Ma il nuovo DPCM colpisce anche altre imprese del settore quello turistico e ricreativo che non vedono la luce in fondo al tunnel.

"La sospensione totale dei viaggi d'istruzione e delle visite guidate finirà per portare al collasso un sistema economico. Secondo le nostre stime, in linea con l'indagine della Camera di Commercio (che arrivava a giugno), il 20% della filiera dell'accoglienza, della somministrazione e dei servizi al turista sta valutando la chiusura definitiva dell'attività.

La grande accortezza delle imprese dei servizi alla persona per quanto riguarda regole e normative, ha permesso la ripresa del lavoro di parrucchieri, estetisti ecc. ma si tratta di micro imprese con profitti bassissimi anche "in tempi di pace", che hanno mantenuto i clienti ma hanno ridotto gli introiti mediamente del 30%.

Per i locali da ballo, poi, si tratta di una catastrofe annunciata, e i finanziamenti per il ristoro del comparto sono ad oggi, secondo Confcommercio,- assolutamente inadeguati.

“Il settore dell'abbigliamento è al collasso, il settore servizi, che si stava riprendendo, verrà nuovamente colpito. Interventi contro il contagio sono necessari ma non si può sempre penalizzare le imprese senza dare sostegni economici reali” conclude Marcucci.


FIEPET Confesercenti Toscana: "Ulteriore colpo a settore in crisi"

“Il DPCM firmato nelle ultime ore dal presidente Conte contiene nuove norme restrittive per bar e ristoranti. Si tratta di un ulteriore colpo per un settore estremamente provato dalla crisi economica, dal lockdown e dallo smart working”.

Così Franco Brogi, presidente di FIEPET Confesercenti Toscana, commenta la chiusura anticipata delle attività di ristorazione prevista dal Governo. La pandemia ha già causato numerose chiusure, la perdita di posi di lavoro e le nuove misure di contenimento del virus vedranno abbassare ulteriormente i fatturati del nostro settore.


Fipe Confcommercio: "Misure inaccettabili"

“Sono inaccettabili i provvedimenti contenuti nel nuovo DPCM per bar, locali e ristoranti. Non si può colpevolizzare così un settore con misure restrittive che vanno a minare la sua stessa tenuta”. È con decisione che FIPE-Confcommercio – la Federazione in rappresentanza dei pubblici esercizi della provincia di Pistoia – lancia il grido di allarme della categoria dopo la pubblicazione del DPCM.

“Limitare l’apertura a mezzanotte e la somministrazione al banco alle 21.00, significa condannare un’ampia parte di attività alla chiusura con il rischio che non riescano a riaprire.

Ricordiamoci che si tratta delle stesse aziende che sono rimaste chiuse durante il lockdown e che, una volta riaperte, hanno dovuto fare i conti con norme anti-contagio e con la conseguente riduzione del numero di posti disponibili. I nuovi provvedimenti gettano le basi per aprire una crisi senza precedenti per uno dei settore alla base dell’economia locale, quando gli interventi veramente efficaci dovrebbero essere altri. Nel monitoraggio settimanale dell’Istituto nazionale della Sanità si legge chiaramente che, attualmente, il 77,6% dei contagi avviene in ambito domestico. Non sono i ristoranti, né i bar, né i locali un veicolo del virus e sicuramente non lo diventano in una determinata fascia oraria. A servire realmente sono i controlli rigorosi nelle vie su mascherine e assembramenti, altrimenti vogliamo ‘tenere l’acqua con le mani’ e continueremo a vedere gruppi di persone che si riuniscono in spazi aperti o nelle abitazioni. E serve la responsabilità da parte del Governo di rendersi conto che lo scenario che si apre è inaffrontabile per i pubblici esercizi. Se da una parte dobbiamo essere soggetti a restrizioni sempre più forti, dall’altra abbiamo bisogno di sostegno e di incentivi per tenere attive le nostre imprese. Altrimenti l’inverno che ci aspetta non sarà solo complicato, ma del tutto impossibile per gran parte di noi”.


 

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