Il treno-ospedale e tante dimore storiche per le Giornate FAI d'Autunno 2020
Storiche dimore signorili, castelli, giardini, sedi istituzionali, chiese, complessi conventuali e tante altre “chicche” come borghi, collezioni private, parchi, luoghi della produzione e del commercio solitamente riservati agli addetti ai lavori si sveleranno attraverso punti di vista insoliti e racconti che meraviglieranno i visitatori, soddisfacendo e, insieme, accrescendo il loro desiderio di sapere, la loro curiosità. Prendere parte alle Giornate FAI d’Autunno 2020 vuol dire non solo godere della bellezza che pervade ogni angolo del nostro Paese e “toccare con mano” ciò che la Fondazione fa per la sua tutela e valorizzazione; vuol dire soprattutto sostenere la missione del FAI in un momento particolarmente delicato. Tutti i visitatori potranno sostenere il FAI con una donazione libera - del valore minimo di 3 € - e potranno anche iscriversi al FAI online oppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento. La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita, assicurandosi così l’ingresso nei luoghi aperti dal momento che, per rispettare la sicurezza di tutti, i posti saranno limitati.
In occasione delle Giornate d’Autunno anche i Beni del FAI si mostreranno da prospettive inconsuete. Saranno proposte al pubblico visite speciali dedicate in particolare agli interventi per la sostenibilità ambientale dei Beni e, più in generale, al patrimonio di natura, ambiente e paesaggio curato e valorizzato dalla Fondazione.
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Tra le aperture più interessanti in TOSCANA:
Firenze
Centrale termica della Stazione di Santa Maria Novella
Visite sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre
chiusa al pubblico e tuttora attiva in seguito alla riconversione a gas, la Centrale termica della Stazione di Santa Maria Novella, collocata a lato dei binari, è stata edificata tra il 1932 e il 1934 su progetto di Angiolo Mazzoni con l’approvazione da parte del Ministero delle Comunicazioni, che aveva espresso l’esigenza di costruire un’unica ed efficiente centrale per il riscaldamento dell’intera stazione. Il complesso, dall’estetica “macchinista”, è composto da due corpi di fabbrica: il primo, un grande parallelepipedo riconoscibile dalla presenza di quattro fumaioli corrispondenti alle quattro caldaie interne alla struttura, destinato a bruciare il carbone per il riscaldamento della stazione e dei treni; il secondo, costituito da una torre cilindrica culminante in una grande vetrata, adibito a cabina per il comando degli scambi e dei segnali. All’interno, oltre alla strumentazione odierna, sono visibili le attrezzature sopravvissute che testimoniano il ciclo dell’utilizzo del carbone, dalle tracce del sistema di carelli all’elevatore verticale a tazze; si nota, inoltre, la cura riservata dall’architetto nelle scelte estetiche e funzionali dei materiali e negli accostamenti cromatici: il rosso dell’intonaco “Terranova”, le piastrelle in gres nero (per la facile pulizia di ambienti destinati al carbone), le porte in ferro con “occhio di spia” e maniglie in lega, le vetrate sul fronte posteriore che affaccia sui binari realizzate in Termolux
Galleria Rinaldo Carnielo
Visite sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre
L’apertura è un’occasione unica per poter ammirare l’edificio e parte delle collezioni che dal 1989 non sono visibili da 30 anni, sarà un incontro con il sogno di un artista della Firenze del primo Novecento che volle realizzare una dimora, una galleria delle sue opere e un luogo dove poter far sviluppare l’arte. Rinaldo Carnielo nacque a Biadene nel 1853 e si trasferì a Firenze nel 1870 dove si diplomò all’Accademia di Belle Arti, divenendo ben presto uno scultore di successo. La sua fu una vasta ed eterogenea produzione: rilievi dal gusto verista, grandi e piccole sculture, monumenti commemorativi, animali, scherzi, modelli di vasi in gesso e in bronzo dalle forme più capricciose. Sposato con Virginia Incontri, Carnielo andò ad abitare nel palazzo di piazza Savonarola adattandolo ad abitazione, studio e galleria. Vi ospitò anche la sua importante collezione di arte macchiaiola frutto di grandi amicizie e di un’attenta ricerca. Alla sua morte (1910) l’edificio fu ristrutturato (1911-1912) nelle forme che oggi vediamo secondo canoni eclettici, con cartigli in omaggio all’artista scomparso. La collezione di opere macchiaiole fu venduta, mentre nel 1957 il figlio Enzo Carnielo lasciò al Comune di Firenze il palazzo e la collezione di opere realizzate del padre, allestite al piano terreno.
Fondazione Carlo Marchi
Visite sabato 17 e domenica 18 ottobre - Ingresso riservato agli iscritti FAI
L’apertura della Fondazione Carlo Marchi sarà una vera e propria novità per la maggior parte dei visitatori, in quanto, essendo un luogo posto al di fuori da tutti i circuiti turistici, è tuttora quasi completamente sconosciuto. L’atmosfera sospesa e raffinata degli interni, rimasti inalterati da circa ottant’anni, permette di apprezzare appieno la dimensione intima e domestica che contraddistingue la sede della Fondazione, istituita nel 1983 su volontà testamentaria di Cesare Marchi e intitolata al padre Carlo, molto attiva nella diffusione della cultura e del civismo tramite pubblicazioni e il sostegno a progetti scolastici e di inclusione sociale. Ospitata all’interno di un elegante villino progettato nel 1928 dall’architetto Ugo Giovannozzi come abitazione di Giulio Marchi, fratello di Carlo, accoglie il visitatore in caldi ambienti – dalle camere ai salotti – nei quali si coglie il gusto di chi vi ha vissuto disponendovi dipinti, sculture e oggetti di arti applicate che vanno dal Quattrocento al Novecento.
Campi Bisenzio (FI)
Museo delle Officine Galileo
Visite sabato 24 e domenica 25 ottobre – POSTI ESAURITI, PRENOTAZIONI CHIUSE
Il Museo delle Officine Galileo, fondato nel 2006, è situato presso lo stabilimento di Campi Bisenzio. Dedicato alla storia degli strumenti ottici ad alta precisione, è organizzato per settori tecnologici: meccanica di precisione, fotografia, meccanica pesante, idraulica e radaristica. Si possono ammirare gli antenati di molti oggetti moderni: dai radar ai visori ottici, dagli strumenti per applicazioni spaziali agli apparecchi avionici, piccoli oggetti curiosi, come macchine fotografiche d’inizio secolo, generatori per l'illuminazione delle carrozze e binocoli da teatro: una sorta di macchina del tempo, dove sono esposti i progressi della scienza e della tecnica dell’ultimo secolo e mezzo. Il Museo ospita il rivoluzionario Orologio astronomico a pendolo Galileo, realizzato nel 1884 dalle Officine Galileo donato nel 2013 dall’Istituto per l’Osservatorio Geofisico e Meteorologico Ximeniano di Firenze utilizzato per sincronizzare tutti gli altri orologi presenti nell’Istituto.
Livorno
Sotterranei della Fortezza Nuova
Visite sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre
Aperti al pubblico solo in rare occasioni, i sotterranei della Fortezza Nuova, baluardo fortificato di Livorno edificato tra il Cinquecento e il Seicento e ora parco pubblico, sono un dedalo di gallerie che unisce i vari punti difensivi strategici della città. Durante le Giornate FAI d’Autunno, le visite verteranno, in particolare, sulla Galleria dei Gozzi, dove vengono ricoverate le tipiche imbarcazioni a remi che vengono usate durante il Palio Marinaro che si tiene a luglio. Il pubblico potrà scoprire, inoltre, la leggenda della Settima Galleria, oggi tassativamente chiusa, un tunnel realizzato, probabilmente, per collegare la Fortezza Nuova a quella Vecchia e per permettere al Granduca di scappare in caso di assedio o di attacco dal mare. Si dice che dopo la Seconda Guerra Mondiale numerosi sfollati abitarono il fortilizio e numerarono le gallerie: la Settima fu teatro di molti ardimentosi giovani che vollero dimostrare il loro coraggio, ma ben pochi arrivarono alla fine del cunicolo.
Massa
Il treno ospedale “Centoporte”
Visite sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre
Durante la II Guerra Mondiale alcune carrozze “Centoporte” furono trasformate in vagoni ospedale per il trasporto dei feriti, i treni ospedale, oltre 40, vennero usati nelle campagne di Grecia, Albania, Jugoslavia e di Russia. Le 3 carrozze conservate presso la base del Corpo Militare Croce Rossa Italiana, facevano parte di un treno ‘Centoporte’ realizzato nel 1931 e attrezzate a treno ospedale TH5 nel 1935. Le carrozze hanno la tipica coloritura “verde vagone”, che cambierà a partire dal 1935. Le “Centoporte” ebbero una lunga storia come carrozze trasporto malati. Ancora negli anni 70 le carrozze barellate venivano usate nei treni per Lourdes. Costruite in 10 unità e classificate BM, sono tutt’ora in servizio, e sono usate per il trasporto dei pellegrini. Le carrozze sono state trasferite da Bari a Marina di Massa nell’agosto del 1994, prima del trasporto presso il CNFAD della CRI si dovette abbattere un pilastro del cancello d’ingresso. Pochissimo tempo dopo l’arrivo a Marina di Massa, le carrozze, uniche in Italia e interamente arredate con oggetti e attrezzature dell’epoca, sono state utilizzate per il set del film Il Paziente Inglese, vincitore di ben 8 Premi Oscar tra cui Miglior film e Miglior regia.
Carrara (MS)
Laboratori artistici Nicoli
Visite sabato 24 e domenica 25 ottobre
Eredi di una dinastia di imprenditori-artisti, il cui capostipite Carlo Nicoli senior fu anche proconsole del Brasile a Carrara, i Laboratori Nicoli si sono sempre distinti come buoni ambasciatori del meglio della scultura Made in Italy. I prodotti sono ancora per la maggior parte realizzati manualmente da artigiani esperti, formati secondo le antiche tecniche di Fidia, scultore e architetto greco vissuto nel 400 a. C, in questo modo la centenaria tradizione della lavorazione artistica del marmo si è mantenuta e consolidata nel tempo. Lavori ad altissima intensità emotiva, con una solida base tecnica che affonda nella geometria applicata al tridimensionale. Solo nella produzione di pezzi in serie si utilizzano robot, ma mai per le finiture. La qualità, il pezzo unico, esce sempre dalle mani dell’uomo. Non ha eguali sui mercati esteri, non è omologato. Con il Centro Internazionale per la Scultura Contemporanea, gli Studi Nicoli hanno creato una scuola e un punto d’incontro per artisti e amatori, merito riconosciuto dall’UNESCO con il titolo di “Sito portatore di un messaggio di pace”.
Campagnatico (GR)
Dieci secoli di arte e paesaggio e Villa Rossi (Selleria e Scuderia)
Visite sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre – Ingresso riservato agli iscritti FAI
Campagnatico si erge sul colle più alto della maremma da mille anni, fu proprietà dei conti Aldobrandeschi dall'anno 973 - famoso fu Omberto Aldobrandeschi, menzionato da Dante nell’XI canto del Purgatorio, che nel 1256 assalì e imprigionò nel castello alcuni ambasciatori della repubblica senese e che Siena vendicò facendolo uccidere. Nel 1317 Siena cedette Campagnatico all'Ospedale di Santa Maria della Scala a garanzia di un prestito riscattato nel 1339. Artisti famosi di scuola senese, adornarono l'abside del Santuario di SS. Maria delle Grazie con un importante ciclo mariano, dell'antichissima chiesa di Sant'Antonio della Pieve di San Giovanni Battista. Nel ‘700 prosperò sotto il granduca Pietro Leopoldo di Lorena che operò una riforma agraria, riedificò gran parte degli edifici diroccati.Nei primi del ‘900 l’ing. Galli ricco proprietario terriero nella sua Villa di Bellaria fece realizzare al piu grande architetto paesaggista italiano Pietro Porcinai lo splendido parco giardino. Villa Rossi nel 1880 il signor Emilio Rossi, ricco proprietario terriero del luogo, allevatore e amante di cavalli da corsa, si fa costruire, alle porte del paese, moderne stalle, una splendida villa affrescata secondo i dettami della moda e un magnifico parco “all’inglese” che degrada verso il fiume. La casa, ancora oggi rimasta inalterata, rievoca il clima di una residenza borghese di Otto Novecento, dove la vita scorreva sapientemente confortata, in interni curati nei minimi dettagli al cospetto di un paesaggio di coinvolgente bellezza.
Prato
Gli antichi orti e Chiostro Maggiore del Convento – Conservatorio San Niccolò
Visite sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre
È nel Trecento che viene fondato e si costruisce il monastero di San Niccolò, grazie a un lascito del Cardinal Niccolò da Prato (1323 costruzione della chiesa, 1328 insediamento della prima comunità monastica). Destinato ad una comunità monastica femminile che viva sotto la regola di San Domenico, sull’esempio della prima comunità di Prouille, San Niccolò si sviluppa come corpo architettonico- tra la prima e la seconda cerchia di mura, in una terra “di confine” ancora abbastanza vuota, o meglio, ancora ricca di verde urbano. Il verde diviene parte integrante e complementare alla struttura edilizia: resta “schiacciato” se così si può dire, tra l’architettura del Monastero e le mura della città e rimane salvo. L’Orto di Fabbrica era l’orto compreso tra il Noviziato e il Monastero cinto i non dalle mura cittadine, ma dai corpi di fabbrica in cui si articola San Niccolò; L’Orto di Vigna è lo spazio che ancora si riconosce come orto vero e proprio; L’Orto di Gosto infine è l’orto che più somiglia ad un giardino e la dimensione più raccolta gli conferisce un carattere più intimo e domestico. Chiuso su tre lati da un alto muro, accoglie la Scala Santa, piccolo edificio costruito nella seconda metà del Seicento e arricchito da apparati ornamentali della prima metà del Settecento, a metà tra un’architettura sacra e una profana. Ai tre Orti si aggiunge, un ulteriore spazio: quello del Chiostro trecentesco, che pur rivestendo, all’interno del complesso monastico, una funzione anche simbolica differente, è stato utilizzato, almeno in certi periodi, come orto, perché immediatamente collegato alle grandi cucine. Danneggiate sotto il peso della tempesta di vento del 5 marzo 2015, le antiche mura trecentesche di San Niccolò sono state sottoposte ad un attento restauro con il recupero di tutti massi originali dell’epoca ed inaugurate nel 2016 restituendone la loro integrità. La visita agli Orti è un’eccezionale occasione per vedere in una prospettiva inaspettata quelle mura tornate al loro splendore originario.
Arezzo
Alla scoperta degli Aretini più illustri attraverso ritratti, monumenti e ricordi nel centro storico di Arezzo
Visite sabato 17 e domenica 18 ottobre
In stile neogotico realizzato da Giuseppe Paoli e inaugurato nel 1925 è costruito per realizzare uffici unendo le trecentesche case Guadagnoli e del Predicatore , trasformato in Sale di Rappresentanza e Aula del Consiglio. Gli affreschi affidati nel 1922 al pittore Adolfo De Carolis e conclusi nel 1923 sono incentrati sul tema degli Uomini Illustri di tutta la Provincia di Arezzo . La parte superiore, in cui sono rappresentate le arti, vede al centro lo stemma aretino con il cavallino rampante, sorretto da due fanciulli ai cui lati sono rappresentati le figure femminili che impersonificano l’Arte e la Scienza, verso gli estremi dell’affresco, vengono raffigurate le arti liberali. Agli estremi superiori dell’opera sono ritratti gli elementi storici e architettonici, che permettono il riconoscimento della città di Arezzo: a sinistra la Chimera e la Dea Minerva, simboli delle origini della città e della cultura etrusca, mentre a destra sono raffigurate le due architetture religiose di fondamentale rilevanza per la città, il campanile della Pieve e il Duomo. La parte inferiore dell’affresco è invece dedicata uomini “Illustri ”, rappresentanti e ambasciatori di Arte e Scienza, che hanno apportato prestigio alla città grazie al loro operato: Gli uomini illustri ritratti, partendo da sinistra sono: Mecenate, Guido Monaco, Guglielmo degli Ubertini, Margarito d’Arezzo (in cui il De Carolis si è rappresentato con un autoritratto), Fra Guittone d’Arezzo; Spinello; Masaccio da San Giovanni Valdarno; Leonardo Bruni e Poggio Bracciolini; Piero della Francesca da Borgo Sansepolcro; Cristoforo Landini, umanista di Pratovecchio; Mino da Fiesole; Luca Signorelli, pittore cortonese, posto accanto a Michelangelo, rappresentato isolato dal resto del gruppo, Andrea Sansovino; Bernardo Dovizi di Bibbiena; Giorgio Vasari; Giulio III di Monte San Savino; Pietro Aretino; Benedetto Varchi; Andrea Cesalpino, medico e filosofo; Pietro Berrettini di Cortona; Alessandro dal Borro, uomo d’armi di Loro Ciuffenna; Francesco Redi; Bernardo Tanucci, statista di Stia; Vittorio Fossombroni e Pietro Benvenuti, pittore neoclassicista di Arezzo.
Lucca
Oratorio degli Angeli Custodi
Visite sabato 17 e domenica 18 ottobre
Eretto nel 1638 su disegno dell'architetto Vincenzo Paoli, l’Oratorio degli Angeli Custodi è un raro gioiello di arte barocca, nonché uno degli ambienti più sorprendenti dell’architettura religiosa di Lucca. Presenta un interno a navata unica con volta a botte e un’organica decorazione ad affreschi e stucchi includenti tele, realizzati tra la seconda metà del Seicento e gli inizi del Settecento. I temi delle otto tele - opera di Girolamo Scaglia, Matteo Boselli, Antonio Franchi, F. Dinelli, Pier Filippo Mannucci - che si susseguono lungo le pareti sono tutti connessi al culto degli angeli. Gli affreschi della zona presbiteriale si devono a Giovanni Domenico Lombardi.
Quarrata (PT)
Villa La Magia: architettura, arte e paesaggio
Visite sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre
Luogo di straordinaria eccellenza architettonica, artistica e paesaggistica, è annoverato tra i beni patrimonio dell' UNESCO. La Villa Medicea de La Magia e il contesto in cui è inserita costituiscono un esempio perfetto di equilibrio tra epoche diverse: l'architettura del '500 incontra l'arte contemporanea in un connubio di esaltazione reciproca.
Siena
Chiesa di Santa Maria degli Angeli in Valli della Compagnia Laicale Madonna delle Nevi
Visite sabato 17 e domenica 18 e sabato 24 e domenica 25 ottobre
La Chiesa di Santa Maria degli Angeli fu realizzata a metà del Quattrocento dagli agostiniani di Lecceto. Alla fine del Settecento essa fu affidata alla Compagnia laicale della Madonna delle Nevi, fondata nel 1486, e tutt’ora esistente. La chiesa, a croce latina, ha un aspetto piuttosto imponente, soprattutto nella parte absidale, con una cupola nascosta e protetta dal tiburio. Le caratteristiche rimandano all’architettura gotica, ma in facciata spicca un portale di pieno gusto rinascimentale che evidenzia l’influenza, soprattutto nell’interno, delle opere di Francesco di Giorgio Martini. All’interno sono presenti molte opere a stucco riconducibili all’attività della bottega dei Mazzuoli e pitture di Galgano Perpignani. Sull’altare maggiore spicca la tavola di Raffaellino del Garbo, firmata e datata 1502 e raffigurante la Madonna con il Bambino fra i Santi Girolamo, Maddalena, Giovanni Evangelista e Agostino.
Pisa
I luoghi di Leopardi a Pisa
Visite domenica 25 ottobre
"Leopardi a Pisa" è una passeggiata con letture fra i luoghi amati da Leopardi nel centro della città. Leopardi arrivò a Pisa il 7 novembre 1827 e si trattiene fino al giugno 1828. Resta “incantato” da Pisa e ne parla in alcune lettere alla sorella Paolina con una disposizione d’animo e di spirito poco comuni in Leopardi. Attraverso la Torre del Conte Ugolino si imbocca via della Faggiola, una stradina sulla quale si affacciano antichi palazzi “di bella architettura”. A neanche cento metri dalla Scuola Normale, in via della Faggiola, si trova l’appartamento pisano di Leopardi indicato da una lapide a lui dedicata sulla facciata di Palazzo Soderini. Si prosegue poi lungo i lungarni, luoghi abituali delle passeggiate del poeta. Durante le soste, verranno lette le lettere ai familiari scritte da Pisa, brani dello Zibaldone e le poesie "A Silvia" e "Il Risorgimento".
Fonte: Ufficio stampa