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Moglie fa la fecondazione assistita, giudice annulla il cambio sede di lavoro del marito

Il giudice del lavoro di Pistoia ha dichiarato illegittimo il trasferimento di un 55enne che l'azienda voleva assegnare a una sede fuori dalla Toscana. Il motivo è che il lavoratore ha intrapreso con la moglie un percorso terapeutico per l'accesso alla fecondazione assistita. L'uomo non può essere trasferito di sede perché deve poter stare accanto alla coniuge in tutte le fasi del delicato percorso terapeutico.

Il tribunale ha accolto il ricorso del lavoratore ritenendo che il trasferimento, oltre a non essere motivato da reali ragioni organizzative, avrebbe provocato un grave danno alla sfera personale del 55enne e della moglie, che avevano da poco intrapreso il percorso di fecondazione assistita.

Il giudice Francesco Barracca scrive: "Il trasferimento non comporta soltanto un mero disagio ma si ripercuote inevitabilmente nella sfera personale" della coppia. L'azienda per cui lavora il 55enne, nell'opporsi al ricorso, aveva sostenuto tra l'altro che l'uomo sarebbe potuto restare accanto alla moglie, impossibilitata a trasferirsi poiché ha da poco avviato un'attività in proprio, usufruendo di ferie e permessi per essere presente nella fasi più importanti del percorso.

"Il percorso di fecondazione assistita - spiega il legale del 55enne, avvocato Luca Magni - era stato considerato alla stregua di esami del sangue, ma non è così, perché si tratta di un percorso complesso".

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