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Turni massacranti da 15 ore di lavoro per 500 euro, 4 arresti a Prato. Evasione da circa 2 milioni di euro

(foto di archivio)

In un laboratorio tessile da giugno 2018 a oggi 5 cinesi parenti tra di loro hanno gestito un laboratorio tessile nel centro di Prato, impiegando 31 operai cinesi e 13 bengalesi in condizioni di sfruttamento. Su di questo si basa l'Operazione Massimo dei carabinieri del comando provinciale pratese coadiuvati dal personale del nucleo Ispettorato del Lavoro di Prato, del Dipartimento di Prevenzione dell'Asl, della Vigilanza ipsettiva dell'INPS, e del nucleo Polizia Economico tributaria della Guardia di Finanza di Prato con la loro unità cinofila 'Cash Dog'.

I 5 sono stati arrestati per sfruttamento di manodopera in condizioni di bisogno in concorso. Si tratta di cittadini cinesi, provenienti dalla Provincia cinese del Fujian: S.J., 47 anni, S.M. di 24 anni,  Z.X. di 30 anni e Y.B. di 46 anni. Per quest'ultimo sono scattati gli arresti domiciliari. Una 41enne, Z.L., anch'essa destinataria della misura degli arresti domiciliari, è al momento irreperibile sul territorio nazionale, ma sarebbe stata in Francia, a Marsiglia. Dopo le procedure di rito gli arrestati sono stati portati al carcere di Prato o accompagnati presso la loro residenza per scontare i domiciliari.

Il laboratorio tessile aveva appendice anche a Campi Bisenzio. Tra i 31 cinesi erano presenti una minorenne e una donna in avanzato stato di gravidanza, oltre ad un uomo con problemi fisici agli arti inferiori. Tutti venivano sfruttati per almeno 15 ore al giorno, in condizioni di sicurezza precarie e con alloggi degradanti, ogni giorno, senza turni di riposo o ferie, per la misera paga di 400-500 euro. Sono state acclarate anche responsabilità relative ad evasione fiscale ed evasione contributiva Inps.

Sono stati sequestrati 100 banchi da lavoro per macchine da cucito, per un valore di circa 100mila euro, oltre ad un FIAT Ducato e un Renault Kangoo intestati alla ditta, 17mila euro scoperti dall'unità cinofila e proprietà immobili, nello specifico il capannone industriale e le abitazioni degli imprenditori.  La Guardia di Finanza ha accertato un'evasione complessiva di circa 255mila euro riferita al periodo di indagine, mentre l'INPS ha accertato un'altra evasione pari a 1,7 milioni di euro dall'anno 2009 ad oggi, ossia dalla data di creazione della ditta.

Durante le perquisizioni sono stati trovati sul posto di lavoro 25 operai, di cui 4 erano clandestini dalla Cina. I lavoratori sono stati interrogati come parti lese nel procedimento per conoscere le dinamiche dell'azienda, poi sono stati a loro volta deferiti in stato di libertà all'autorità giudiziaria per 'Soggiorno illegalenel territorio dello Stato'

L’operazione è stata illustrata in una conferenza stampa alla presenza di Giuseppe Nicolosi, procuratore della Repubblica presso la procura circondariale di Prato, alla presenza dei due sostituti titolari delle indagini e dei vertici del comando provinciale carabinieri di Prato.

 

 

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